Covid, un anno fa il paziente zero: un 29enne di Luzzara

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E’ stato un 29enne di Luzzara il primo italiano colpito dal coronavirus, esattamente un anno fa. Il giovane era fra i 56 italiani rientrati dalla Cina e “fermati” alla Cecchignola, la città militare alla periferia di Roma per la quarantena.

Il giovane luzzarese è un ricercatore che vive negli Stati Uniti, dove lavora, fidanzata con una ragazza cinese originaria di Wuhan, la città dove è esplosa l’epidemia.

Il reggiano si trovava là in ferie per festeggiare il capodanno cinese con la sua ragazza e avrebbe poi dovuto partire per la Thailandia con lei, ma il test positivo aveva bloccato la sua partenza, facendogli vincere un “soggiorno premio” allo Spallanzani, per poi tornare alla sua vita.

Ma come è cambiata la vita di tutti negli ultimi 365 giorni? Abbiamo imparato parole come lockdown. Scoperto che la quarantena non è morta nell’800 con la peste. Reggio Emilia, l’Emilia Romagna, tutta la nazione, insieme al resto del mondo, pagano ogni giorno un tributo umano enorme. Circa 400 morti al giorno, in Italia. Come se convivessimo quotidianamente con una strage aerea, ma oramai siamo abituati, non la troviamo quasi una notizia. 

Parlavamo di crisi economica prima, ora andremo incontro a un’austerity che chi è nato dopo il 1960 non ha mai nemmeno sognato. Abbiamo perso la nostra memoria storica, le generazioni che senza aver studiato hanno fatto studiare noi, che senza avere un lavoro hanno cercato di creare i nostri.

Abbiamo perso tutte le certezze, e molte libertà. Ed è passato solo un anno. Si, ce lo chiediamo. Quando finirà?

 

 

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