Multa alla palestra Mad Gym per aver violato “blocco Covid”: segnalata titolare 38enne. LA REPLICA DI MAD GYM

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I Carabinieri del Nucleo Antisofisticazione e Sanità di Parma, unitamente ai militari della Compagnia di Parma, nell’ambito del controllo straordinario presso palestre, piscine e circoli sportivi, finalizzato ad assicurare la piena attuazione delle misure di contenimento del contagio da Covid-19 hanno ispezionato diverse strutture.

In una palestra, la Mad Gym di via Emilia Ovest, è stata constatata l’inosservanza di quanto previsto, per prevenire il contagio, in quanto all’interno vi erano degli avventori che svolgevano attività sportiva. Al legale rappresentate, una 38enne, è stata comminata una sanzione di 400 euro nonché la sospensione immediata dell’attività con la segnalazione alla Prefettura.

La società Lorenzo srl ssd che gestisce la struttura replica alla notizia dichiarando che gli avventori trovati nella struttura sono in realtà due collaboratrici istruttrici con regolare contratto con la società.

Pubblichiamo le precisazioni della palestra contenute nella lettera inviata alla redazione: 

“Come è emerso dalle notizie di cronaca locale, la Mad Gym è stata sanzionata dopo un controllo del Carabinieri del NAS che hanno verbalizzato la presenza di due persone che si stavano allenando nella struttura andando contro le norme anti-Covid19 in vigore.

Le due persone trovate e segnalate sono due nostre collaboratrici, ben note a tutti coloro che frequentano la palestra, che hanno un regolare contratto con la nostra società. Abbiamo ricevuto una sanzione di 400 ma  abbiamo già incaricato i nostri legali di fare ricorso perché le regole noi le abbiamo sempre rispettate.

Ci teniamo a chiarire la nostra posizione, facendo emergere dettagli in più rispetto a quanto è stato scritto in modo errato e approssimativo. Nessuno mette in dubbio che debbano essere fatti dei controlli e infatti ci siamo mostrati fin da subito collaborativi e disponibili con i militari intervenuti, essendo sicuri della nostra professionalità.

Ci addolora apparire come quelli senza scrupoli, che hanno aperto al pubblico in barba alle misure per limitare i contagi del virus. Ovviamente chi ci conosce sa che non è così. E’ stata nostra premura avvisare tutti i nostri iscritti e comunicare la chiusura imposta dal decreto del 25 ottobre sin dal primo giorno, specificandolo sui nostri social e sito web.

Al momento del controllo erano presenti la titolare e il direttore della palestra, due collaboratrici istruttrici e all’esterno della struttura il compagno della titolare. Nessuno si stava allenando. Stiamo invece approfittando di questo periodo di chiusura forzata per ultimare dei lavori di riorganizzazione degli spazi e sostituzione di alcuni attrezzi come pesi e manubri. Per questa ragione le due collaboratrici erano presenti nella struttura maneggiando le attrezzature.

I carabinieri del NAS hanno controllato tutta la palestra e guardato anche attraverso i monitor delle telecamere, constatando che nessun altro era nella struttura a parte chi ci lavora.

Il decreto governativo non specifica che i collaboratori e lavoratori non possano entrare dentro alla struttura, ma si parla solo di sospensione del servizio al pubblico. Ci teniamo a specificarlo soprattutto nell’enorme rispetto che abbiamo verso i nostri clienti. Non vogliamo assolutamente che pensino che alcuni potessero entrare ad allenarsi e altri no. La palestra è rimasta chiusa al pubblico dal 26 ottobre come imposto dalla normativa.

Nella stessa struttura della palestra abbiamo gli uffici amministrativi, i computer e gli archivi. La nostra presenza nella struttura è necessaria per svolgere le pratiche e le incombenze amministrative che comunque vanno avanti a prescindere dalla chiusura. Da casa siamo impossibilitati a lavorare non potendo trasferire tutto l’archivio e non avendo a disposizione computer.

Avremmo potuto insistere durante i controlli perché venisse verbalizzato che le persone presenti stessero lavorando, ma abbiamo deciso di non farlo per non mettere in difficoltà le due ragazze che collaborano con noi. Sarebbero infatti dovute essere multate anche loro con 400 euro a testa perché non indossavano la mascherina che invece scopriamo essere sempre obbligatorio per i lavoratori anche se si stava ampiamente rispettando il distanziamento, essendo state solo due in una sala di oltre mille metri quadrati. In questo momento difficile in cui i nostri istruttori non possono lavorare, ma le spese personali e familiari restano, non ci sembrava cosa giusta farle pagare una così alta somma di denaro.

Quello che ci amareggia di più in tutta questa vicenda, tuttavia, è che abbiamo visto venire a mancare una solidarietà che credevamo dovuta, da parte delle altre palestre della città, in un momento difficile per tutti noi. Abbiamo scoperto infatti che i controlli sono stati avviati dopo la segnalazione di un’altra palestra. Ma se questa società concorrente è così attenta ai nostri movimenti, allora sapeva benissimo che non stavamo facendo allenare nessuno contro le regole. Un colpo basso che, da corretti sportivi, non ci saremmo mai aspettati”.

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