Ripresa degli allenamenti, Marco Ferrari: “Ri-partenza fatta col piede sbagliato”

azionista ed ex presidente del Parma, si sfoga su Facebook: “Lacerati fra il silenzio di uno stadio vuoto, i suoni delle ambulanze, e l’evidenza di un settore che se non riparte non lo farà più”.

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Si agli allenamenti, no agli assembramenti. Dal quattro maggio, i tesserati del Parma saranno liberi di riprendere a lavorare singolarmente nei parchi cittadini, ma lontani dal centro sportivo di Collecchio messo a punto e sanificato per la ripresa delle attività. Almeno per due settimane.

E Marco Ferrari, azionista ed ex presidente del Parma, si sfoga su Facebook: “Lacerati fra il silenzio di uno stadio vuoto, i suoni delle ambulanze, e l’evidenza di un settore che se non riparte non lo farà più”.

al 4 Maggio, Bruno Alves e compagni potranno andare a correre in Cittadella, magari attirando la curiosità dei presenti, con rischio di assembramenti, contatti e potenziali contagi. Ma non potranno fare la stessa cosa, monitorati, isolati e seguendo un rigido protocollo di sicurezza nei campi del Centro Sportivo di Collecchio. Sembra un paradosso, ma è quanto prevede la lettera del nuovo decreto riguardo la ripresa delle attività sportive, che impedisce l’apertura delle strutture dedicate agli sport di squadra. Almeno per le due settimane successive. Poi ci faranno sapere.

Io non so se e quando ci saranno le condizioni per fare ripartire il campionato di calcio in sicurezza. Non so nemmeno se cercare di farlo – per quanto obbligata – sia una scelta giusta, visto che siamo tutti lacerati e sospesi tra l’evidenza di un settore che se si ferma non avrà più la forza economica per ripartire e la tristezza di uno scenario con stadi vuoti e silenziosi, con l’eco ancora fresco delle sirene di ambulanze nelle nostre città.

So però che il primo passo verso una possibile ripartenza è stato fatto col piede sbagliato e spero che si abbia la lucidità di porvi rimedio, evitando di creare i presupposti per situazioni paradossali e potenzialmente rischiose per la stessa salute degli atleti”.

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