Infanzia violata: anche quattro parmigiani nell’inchiesta horror – I NOMI

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Allontanati ingiustamente dai genitori con storie inventate, finti abusi, disegni manipolati a fini sessuali, e ore di sedute di psicoterapia, che servivano solo a fare ai piccoli «il lavaggio del cervello»: è l’inchiesta “Angeli e Demoni” sulla rete dei servizi sociali e il sistema degli affidi della Val D’Enza, nel Reggiano, che ha portato a misure cautelari per diciotto persone, tra cui il sindaco Pd di Bibbiano, Andrea Carletti, medici, assistenti sociali, liberi professionisti, psicologi e psicoterapeuti di una Onlus di Moncalieri, in provincia di Torino. In tutto sono 27 gli indagati nell’inchiesta coordinata dal pm di Reggio Emilia, tra questi quattro parmigiani che lavorano per la Val D’Enza.

Ventisette persone, tra cui il sindaco Pd di Bibbiano (Reggio Emilia) Andrea Carletti, appunto, e Federica Aghinolfi, responsabile del servizio sociale integrato dell’Unione di Comuni della Val d’Enza, politici, medici, assistenti sociali, liberi professionisti, psicologi e psicoterapeuti di una Onlus di Torino sono stati stati raggiunti da misure cautelari dai carabinieri di Reggio Emilia. I Carabinieri di Reggio Emilia, sotto il coordinamento della locale Procura – Pubblico Ministero  Valentina Salvi – hanno concluso l’operazione “Angeli e Demoni”, che ha svelato un illecito sistema di “gestione minori in affido”.

Tra le persone coinvolte ci sono anche quattro parmigiani: la psicologa 43enne, Federica Alfieri, l’educatrice 32enne Maria Vittoria Masdea, il 32enne Matteo Mossini, psicologo dell’Asl distaccato ai servizi sociali della Val d’Enza e la neuropsichiatra 62enne, in servizio all’Asl di Montecchio, Flaviana Murru. Tutti risultano indagati, per Mossini e la Masdea è stato stabilito anche il divieto per sei mesi di esercitare la professione.

Innocenti disegni dei bambini falsificati attraverso la mirata “aggiunta” di dettagli a carattere sessuale, abitazioni descritte falsamente come fatiscenti, stati emotivi dei piccoli artatamente relazionati, travestimenti dei terapeuti da personaggi “cattivi” delle fiabe messi in scena ai minori in rappresentazione dei genitori intenti a fargli del male, denigrazione della figura paterna e materna. Decine e decine i regali e le lettere di affetto, consegnati negli anni da parte dei genitori naturali, che i Carabinieri hanno rinvenuto e sequestrato in un magazzino dove erano nascosti, che gli appartenenti ai Servizi Sociali indagati omettevano di consegnare ai piccoli. Questi erano solo alcuni dei metodi adottati nei confronti dei bambini al fine di allontanarli dai genitori, per poi mantenerli in affido e sottoporli a un circuito di cure private a pagamento di una Onlus piemontese. Un business illecito di diverse centinaia di migliaia di euro di cui beneficiavano alcuni degli indagati, mentre altri si avvantaggiavano a vario titolo dell’indotto derivante dalla gestione dei minori attraverso i finanziamenti regionali, grazie ai quali venivano, inoltre, organizzati anche numerosi corsi di formazione e convegni ad appannaggio della predetta Onlus, in elusione del codice degli appalti e delle disposizioni dell’Autorità Nazionale Anticorruzione.

“Ricordi che hai paura di papà?”, cosi’ plagiavano una bimba
Una bambina che ribadisce di non capire il motivo per cui non poteva più vedere i genitori naturali, dicendo di volerli riabbracciare. E le psicologhe, le assistenti sociali, insieme alla coppia di affidatari – tutti indagati – che le rispondono, martellandola, con un’incalzare di frasi e domande per instillarle il dubbio. E’ uno dei dialoghi choc, citati nell’ordinanza del Gip Luca Ramponi, che spiega come i bambini al centro dell’inchiesta ‘Angeli e Demonì sugli affidamenti illeciti venissero di fatto plagiati, in modo da formare false relazioni, nel sistema smantellato dai carabinieri in provincia di Reggio Emilia.

Il sindaco accusato di coprire i crimini

La possibilità di intrattenere contatti all’esterno per ottenere collaborazione nel proprio interesse al fine di dare «copertura» alle attività illecite. E capacità di influenza e contatti a diversi livelli politico-amministrativi nei settori di competenza, ad esempio l’Asl, ma anche l’autorità giudiziaria minorile. Sarebbe stato questo il ruolo del sindaco di Bibbiano Andrea Carletti, Pd, da poco rieletto con il 79% dei voti, finito agli arresti domiciliari nell’ambito dell’indagine ‘Angeli e demonì dei carabinieri di Reggio Emilia, che ha portato in tutto a 18 misure cautelari.
Carletti, indagato per abuso d’ufficio in concorso con altri, secondo la Procura reggiana avrebbe omesso di effettuare una procedura ad evidenza pubblica per l’affidamento del servizio di psicoterapia, avente un importo superiore a 40mila euro. Così facendo lui e altri sei indagati «intenzionalmente procuravano un ingiusto vantaggio patrimoniale al centro studi Hansel e Gretel».

Unione Val d’Enza: “Piena fiducia nella magistratura, pronti a collaborare”

In una nota, l’unione Val d’Enza, a firma del presidente Carlo Perucchetti, interviene sull’inchiesta:

Come giunta dell’Unione, esprimiamo la nostra piena fiducia nella magistratura e la nostra disponibilità a collaborare, così come è avvenuto anche in passato. A seguito di gravi casi accertati negli scorsi anni, riguardanti l’ambito dei maltrattamenti e degli abusi sui minori, l’Unione Val d’Enza si è impegnata fortemente per costruire risposte ai bisogni dei bambini e delle famiglie. Pertanto, nell’interesse delle nostre comunità, se delle responsabilità da parte degli indagati ci sono state, è giusto che vengano accertate per il bene dei servizi e soprattutto dei minori. Riteniamo il Servizio Sociale Minori della Val d’Enza fondamentale per le nostre comunità e che debba, pertanto, proseguire il suo operato. In conclusione, evidenziamo il nostro riconoscimento per la dedizione e l’impegno che il sindaco di Bibbiano, Andrea Carletti, ha sempre profuso in questi anni all’interno dell’Unione. Siamo certi che le indagini non faranno altro che confermare la correttezza del suo operato. 

Di Maio scrive a Fontana per la verifica degli affidi

l ministro Di Maio, a quanto si apprende, ha dato indicazione ai suoi uffici di scrivere immediatamente una lettera al ministro Fontana per chiedere una verifica immediata di tutto il sistema di affidi nazionale, perchè  “orrori simili non sono accettabili. E non lo saranno mai!”.

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