“Andiamo in ritiro, per guardarci in faccia, per fare gruppo, per stare insieme”. Con, più o meno, queste parole, Luca Carra e Daniele Faggiano domenica, dopo il pareggio interno contro il Perugia, avevano annunciato che la squadra sarebbe andata in ritiro.
RILEGGI: Crisi Parma Calcio, Faggiano e Carra: “Nessuno è in discussione, tanto meno l’allenatore, squadra in ritiro”
Si era parlato anche dell’ipotesi Coverciano, poi, era stato scelto il centro sportivo di Collecchio, la casa del Parma.
Tre giorni dopo, mercoledì, il ritiro terminerà. Dopo l’allenamento, lo “sciogliete le righe” e il ritorno in famigilia fino a venerdì, giorno della partenza per la Toscana.
I tifosi sbottano, accusano la società di non capirci più nulla, i giocatori di essere dei lavativi lamentoni più interessati a social e tatuaggi che al campo, il tecnico di essere indeciso (olrte che poco capace).
I supporter si sentono presi in giro, in qualche modo “offesi” da un ritiro speso come ricerca di una soluzione poi, in fretta e furia, revocato.
Dubitando dell’utilità del ritiro, la notizia della sua fine di per se non pare, a chi scrive, una gran tragedia, anche perchè mai ne era stata annunciata la durata: saranno Empoli, il campo e il risultato gli unici giudici della riuscita a o meno del “raccoglimento”.
Prima, ogni commento, sarebbe destinato ad essere portato via dal vento.
