Dalla Tana: “Ostello della Cittadella, costosi e inutili rappezzi coi soldi pubblici”

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“Gentile Assessore al Lavori Pubblici,

probabilmente sono io che le soluzioni avanzate non le capisco. Anche se quello che

Le descriverò mi sembra più un orrendo rappezzo piuttosto che una idea da tramandare sui libri di architettura.
Si, parlo ancora della Cittadella. Ne farei volentieri a meno. Ma vedere soluzioni strampalate e costose, un giorno dopo l’altro, mi impedisce di tacere”.

Inizia così una lunga lettera di Arturo Dalla Tana, notaio, volto noto della città e primo firmatario di petizioni a difesa della cittadella, affidata a Facebook.

“Qualcosa su quello che sta succedendo nell’ex ostello l’ho già scritto. Non la faccio lunga.

Dopo anni di incuria (5 sono Vostri) verso una struttura che era nuova, i muri faccia a vista hanno già subito i danni di vistose macchie di umidità.

Il rimedio scelto, coprire i muri e le relative macchie con una mano di vernice, nemmeno il più sprovveduto dei muratori l’avrebbe adottato: le macchie, tempo poche settimane, hanno ovviamente vinto sulla vernice.

Ma anche l’intervento successivo, rivestire il tutto con pannelli di compensato, sembrava abbastanza improprio: l’umidità avrebbe nuovamente vinto, come è successo.
L’ultimo tentativo è di questi giorni, e sicuramente non di poca spesa: sono arrivate laste di plexiglass che rivestiranno tutta la struttura, che concentreranno la forza dell’umidità sulle povere murature, in più creando un effetto estetico tipo “guerre stellari” che fatico a comprendere quanto sia compatibile con il contesto (qualcosa si vede già nella foto).

Ma con il crescere esponenziale dei costi per quest’idea di ristrutturazione c’è un altro aspetto che non comprendo.

Fino a tre mesi prima delle elezioni il Comune era in dissesto e andava risanato con tasse al massimo (che comunque sono rimaste). Poi avvicinandosi le elezioni il Comune era guarito e poteva permettersi di spendere e spandere a piene mani e l’ex ostello è la dimostrazione più evidente anche se non l’unica.

Adesso siamo tornati in ristrettezze, visto che addirittura mancano i soldi per i disabili. I soldi ci sono però per soddisfare questa smania creativa e senza controllo del Grande Architetto.

Avevamo proposto che lì si facesse una palestra, sarebbe costata meno della metà, sarebbe stata utilissima e avrebbe anche consentito al Comune qualche introito.
Una palestra la è sì diventata, ma per esercitazioni estetiche, e non a costo zero, dei giovani adepti del Nostro.
Voglio sperare (paghiamo noi, non dimentichiamolo) che la faccenda di queste lastre sia l’ultima follia di una storia da dimenticare.

Magari da sospendere al più presto”.

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