Fallimento Alin: Corrado Alfieri dovrà versare oltre 4,34 milioni di euro al Ministero dello sviluppo economico

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Fallimento Alin Spa: Corrado Alfieri dovrà versare oltre 4,34 milioni di euro al Ministero dello sviluppo economico a titolo di danno patrimoniale. Lo ha stabilito la Corte dei Conti dell’Emilia Romagna nei confronte del legale rappresentante 47enne della Alin Spa, azienda che a Parma si occupa della fabbricazione di imballaggi in materie plastiche, della Alin Spa di via Manzini e della Alin Spa in fallimento con sede in viale Mentana, affidata al curatore Vincenzo Piazza.

Secondo la Corte dei Conti l’imprenditore Corrado Alfieri “ha falsamente dimostrato l’esistenza di requisiti per ottenere il finanziamento pubblico, distraendo le somme così ricevute dall’allora Ministero delle attività produttive e non consentendo che queste fossero destinate conformemente alle finalità di sviluppo industriale previste dalla legge“. Un comportamento del quale avrebbe beneficiato la Alin Spa, sia in fallimento che nuova. E pertanto dovranno risarcire in solido l’erario con la somma di 4.340.682, oltre alla rivalutazione monetaria. La prima tranche di finanziamento risale al 2005: inoltre Alfieri dovrà rispondere dei reati contestatigli in sede penale.

La vicenda – I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Parma hanno condotto una complessa ed articolata indagine, coordinata da Roberta Licci della locale Procura della Repubblica, che ha permesso di smascherare una ingente frode ai danni dello Stato e della Comunità Europea, nell’ambito di fondi strutturali erogati ai sensi della Legge n. 488/1992.

Le investigazioni, condotte dal Nucleo di Polizia Tributaria di Parma, hanno consentito di accertare una truffa del valore di circa 4,8 milioni di euro, perpetrata dalla società ALIN S.p.a., attiva nel settore della produzione di forme prefabbricate in plastica da utilizzare per il confezionamento di bevande e cosmesi. La società, con sede in Parma, è materialmente operante in Termini Imerese (PA).

In particolare, è stato acclarato che la cennata società:
pur avendo solo 35 dipendenti,  attestava falsamente alla banca concessionaria ed al Ministero per lo Sviluppo Economico, di averne assunti 109, al fine di raggiungere un indice occupazionale compatibile con i parametri fissati per ottenere il beneficio economico;
– utilizzava le medesime false dichiarazioni per ottenere altre indebite agevolazioni di natura fiscale;
sovrafatturava l’acquisto dei materiali oggetto del finanziamento, il cui profitto veniva in parte accantonato illecitamente in società off-shore con sede all’estero, collegate alla ALIN S.p.a. ed al suo management ed in parte reimpiegato nella stessa società agevolata.

La locale Procura della Repubblica,  vagliate le risultanze investigative acquisite e rapportate dal Nucleo di Polizia Tributaria, ha richiesto ed ottenuto dal Giudice competente una misura cautelare della libertà personale in carcere per l’amministratore della suddetta S.p.a. (A.C., nativo di Parma, classe 1970), nonché un contestuale provvedimento di sequestro preventivo per “equivalente” – di quote societarie, azionarie, beni e valori – sino alla concorrenza del maltolto, pari a circa 4,8 milioni di euro, in pregiudizio dell’arrestato e della società agevolata, nei cui confronti sono state ravvisate anche delle violazioni  in materia di responsabilità degli Enti, ai sensi del D.Lgs. n. 231/2001.

L’arrestato è stato recluso presso la locale Casa Circondariale a disposizione dell’A.G. procedente. Sono stati sottoposti a sequestro numerose disponibilità bancarie, 1 società, 4 fondi agricoli, 5 fabbricati – tra i quali anche lo stabilimento ubicato in Termini Imerese (PA) – ,  quote ed azioni societarie.

 

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