Parma Repubblica.it, il 31 marzo si spegnerà la voce?

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“Per ogni voce che si spegne la democrazia perde un po”, recitava un vecchio andiamo. E quando a spegnersi è una voce storica, oltre che prestigiosa della città, fa ancora più male e più rabbia a chi ancora cerca di credere nel mestiere più bello del mondo nel paese peggiore del mondo per esercitarlo.

Senza infilasi in trattati sociologici su come l’Italia non dia più alcun valore ne rispetto alla stampa (e per questo perderà, probabilmente, la propria stessa libertà e democrazia) perchè universalmente è riconosciuto come il “quarto potere” sia strumento di non censura, e ogni paese civile rispetta e idolatra chi lo esercita, ci limitiamo alla cronaca schietta.

Dal primo aprile Parma Repubblica sarà offline, a conferma delle voci che si rincorrevano da alcuni mesi, parzialmente confermate dall’addio in questi giorni dello storico direttore Antonio Mascolo.

L’ufficialità, arriva direttamente dal quotidiano on line stesso, con una nota del comitato di Redazione: “Il Cdr, dopo la presa di posizione sulla chiusura della redazione di Parma e fatto proprio il documento dei fiduciari, ha chiesto un incontro urgente da tenere nella giornata di domani, giovedì, per chiedere all’azienda un incontro urgente, ribadendo la contrarietà a una decisione univoca, mai comunicata al Cdr prima di martedì e mai sollevata in due mesi di trattative per la stesura del piano di risparmi. Indipendentemente dall’esito della trattativa, viene convocata una assemblea della redazione per domani alle ore 15”.

Pesantissimo il commento di Aser – Associazione Stampa Emilia Romagna (dal sito della Federazione Nazionale della Stampa): “Sarà un primo aprile tutt’altro che allegro per i giornalisti della sede di Parma de La Repubblica. L’azienda ha infatti comunicato al Comitato di redazione che in quella data chiuderanno la redazione e la relativa edizione online del quotidiano. Una decisione che lascia perplessi sia il Cdr che i giornalisti, che dopo il piano di risparmi votato dalla redazione chiedono conseguenti strategie di investimento.

E se il Cdr esprime «perplessità per una scelta che lancia un segnale negativo sia verso l’interno del gruppo, ma soprattutto verso l’esterno», la presidente dell’Associazione Stampa dell’Emilia Romagna, Serena Bersani commenta: «Grave è la volontà espressa dall’azienda di abbandonare l’informazione sulla piazza di Parma, tra l’altro proprio alla vigilia di elezioni amministrative che potranno rivelarsi strategiche nell’assetto politico nazionale. Ma ancora più grave del depauperamento informativo è quello professionale e umano: il sito di Repubblica Parma è gestito da oltre otto anni da giornalisti in condizione di assoluta precarietà, che ora rischiano di essere gli unici a pagare al termine di una stagione che ha visto solo tagli, nessun investimento e nessuna strategia».

Il Comitato di redazione lamenta poi che il progetto, pur avendo dimostrato negli anni di funzionare bene, non è stato adeguatamente supportato a livello commerciale. E incalza: «Nel momento in cui il giornalismo locale dimostra di saper reagire positivamente alla crisi che altrove colpisce il mondo dell’editoria decidere una ritirata in un’area economicamente avanzata del paese appare come un errore poco comprensibile».

Ai colleghi, la sincera solidarietà e il più grande augurio che la crisi possa rientrare dal direttore e dalla redazione di Parmapress24.

 

 

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