Dovrebbe essere oggi il giorno dell’addio dei 5Stelle parmigiani, maggioranza in consiglio comunale.
Non all’amministrazione, ma al simbolo che ha reso Pizzarotti sindaco e il branco di seguaci, pseudo invasati ambientali del “no-inceneritore” (con rispetto parlando per le loro battaglie, un po meno per i risultati raggiunti), politicanti.
Dopo la conferenza stampa in cui il sindaco ha sventolato la bandiera della libertà “me ne vado da uomo libero” e la divisa della vittima “mai avuto una risposta da Grillo e dal direttorio dopo la sospensione” (per non aver comunicato di aver ricevuto un avviso di garanzia per presunto abuso d’ufficio nelle nomine del Teatro Regio), annunciando l’abbandono del Movimento 5Stelle, il consiglio comunale di oggi (martedì 11 ndr) dovrebbe sancire l’abbandono anche dei suoi fedelissimi.
Tutti, tranne, si dice, Andrea D’Alessandro, legatissimo al Movimento, ma pronto a garantire comunque il proprio appoggio alla maggioranza consiliare. Che, a questo punto, comporrà una lista civica, probabilmente.
Da scoprire, nome e simbolo. E soprattutto, futuro. Si ricandideranno in blocco alle prossime amministrative? Sarebbe la prova del nove per il “Pizza”, che stravinse, è vero, nel 2012, ma sotto una, anzi, 5 Stelle, fortissime e luminosissime, e grazie a un voto di protesta più che di scelta.
Se si ricandiderà come civico, senza un movimento forte alle spalle, sarà il vero termometro del suo gradimento. Che al momento pare veramente in fumo, come i rifiuti ingoiati da un termovalorizzatore che lui voleva smontare e portare in Cina invece brucia che è una meraviglia.
Ma Parma è strana, odia ma ama, proclama ma ha paura. Molto dipenderà anche da chi gli sarà opposto, da quali saranno le alleanze, quali le proposte, quali le promesse. Finché legionella non ci separi.
