Pasimafi e dintorni, “senza intercettazioni non possiamo procedere”. Si va verso l’assoluzione del Prof. Fanelli

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Udienza lampo mercoledì mattina per la branca del processo Pasimafi legata ai presunti concorsi “truccati”: era prevista l’audizione dei testimoni e una giornata intensa.

Ma la PM Paola Dalmonte ha affermato di non poter procedere senza l’utilizzo delle intercettazioni chiedendo così un accordo tra le parti che porterà, salvo colpi di scena, all’assoluzione del Prof. Fanelli da questa parte di accuse.

Ennesima assoluzione, dopo altre già incassate.

Quindi? Quindi, se delle intercettazioni avevamo già trattato (rileggi qui) resta la tragedia del grottesco delle conseguenze: il suicidio di Loris Borghi che non resse a fango scatenato dalle accuse, la destituzione di Fanelli con conseguente danno economico e d’immagine, il danno erariale che l’Università dovrà rifondere.

E la solita domanda: in nome di cosa?

Riepilogando i capitoli precedenti –  Il Pubblico Ministero, durante il processo sugli Abusi concernenti i concorsi condotti dall’Azienda Ospedaliera Universitaria per l’assunzione di dirigenti medici della IIa Anestesia Rianimazione e Terapia Antalgica diretta dal Prof. Fanelli, ha richiesto le trascrizione delle intercettazioni telefoniche ed ambientali captate e autorizzate nell’ambito del procedimento denominato PASIMAFI ovvero i fatti corruttivi contestati al padre della Terapia del Dolore, come amano definire i NAS, Il Prof. Guido Fanelli.

Ma il 30 Marzo scorso in aula il Collegio Giudicante presieduto dalla Dott.ssa Paola Artusi ha negato la trascrizione di tutte le intercettazioni richieste sulla scorta dei principi espressi dalla sentenza delle Sezioni Unite della Cassazione (sentenza Cavallo n. 51 dd. 28.11.2019).

Quindi, sulla base di tale pronuncia, il Tribunale di Parma ha ritenuto che il passaggio dei risultati delle captazioni dall’uno all’altro procedimento non fosse consentito.

Tradotto? Le intercettazioni non sono utilizzabili nelle accuse di corruzione e abuso d’ufficio, processo “costola” del più ampio Pasimafi. 

Facendo un passo indietro al 24 Maggio 2019, quando il GUP di Parma che doveva decidere sul rinvio a giudizio di Fanelli  e altri in relazione agli abusi nei concorsi pubblici, ha sospeso la decisione in attesa dell’imminente pronunciamento delle Sezioni Unite, in quanto tale decisione avrebbe rivestito «concreta incidenza nell’odierno procedimento, il cui compendio probatorio è prevalentemente costituito dagli esiti di intercettazioni autorizzate per reati diversi da quelli per i quali si procede».

L’udienza avanti alle sezioni unite della suprema corte è stata poi rinviata inducendo il GUP di Parma ad emettere il decreto che disponeva il giudizio senza attendere la decisione della Corte di Cassazione.

A questo punto si deve ritenere che il processo riguardante i concorsi pubblici si trovi in una situazione di azzeramento delle prove.

Per la gran parte delle accuse contestate come abusi d’ufficio, vengono meno i presupposti probatori che rappresentano la base per ricostruire i fatti di cui gli imputati sono accusati.

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