Parma, qual era la formazione che vinse la Coppa Uefa del 1999

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Il calcio ci ha regalato tante belle storie da raccontare. Alcune riguardano giocatori singoli, altre, invece, intere squadre che hanno conquistato trofei prestigiosi contro ogni pronostico. Storie che neanche chi si intende di statistiche quote online per la Champions e per le altre manifestazioni calcistiche si sarebbero mai immaginati.

Del resto, lo sport è bello proprio per questo, per la sua innata capacità di sorprendere anche i più esperti in materia. Negli anni abbiamo assistito a tante vicende che hanno visto club trionfare da veri e propri “underdog” e spesso non ci si spiega neanche come ci siano riusciti.

Ma non è esattamente questo il caso che riguarda il Parma degli anni Novanta. Una squadra composta da campioni già affermati e futuri, guidata con sapiente maestria dal tecnico Alberto Malesani. Ai più forse verranno in mente i suoi sfoghi in diverse interviste e conferenze stampa, ma ogni tanto è bene ricordare che grazie alla sua guida tante società hanno centrato i propri obiettivi e, nel caso del Parma, con lui in panchina queste stesse aspettative sono state persino superate. E non di poco.

La formazione del Parma campione in Coppa Uefa

Il Parma di quegli anni era una formazione semplicemente incredibile. In porta c’era un “certo” Gianluigi Buffon, che anni dopo sarebbe diventato campione del mondo con l’Italia (nel 2006) e bandiera di una Juventus super vincente.

In difesa c’era un altro campione del mondo, ma con la Francia, il grande Lilian Thuram. Oggi ha i suoi due figli (Marcus e Khephren) a portare avanti la sua eredità, ma in passato la sua figura dominava già da sola. Un muro per tutte le squadre per cui ha giocato e che ha contribuito in maniera determinante ai successi di quel Parma.

Con lui, in una difesa a tre, c’erano anche Nestor Sensini, il capitano di quella formazione, e Fabio Cannavaro, altro campione del mondo con la Nazionale azzurra di Lippi nel 2006. Un trio difensivo che farebbe paura anche ai Messi, Ronaldo e Mbappé di oggi.

In mezzo al centrocampo c’era Alain Boghossian e Dino Baggio, due grandi della nostra Serie A di quegli anni. Poi, schierato da trequartista, Juan Sebastian Veron, oggi ricordato per la sua tempra e per il suo talento che peraltro gli valsero la chiamata anche dal Manchester United. Una carriera gloriosa, la sua, che lo ha portato ad essere benvoluto dai suoi tifosi ancora oggi. Un po’ meno da quelli delle squadre avversarie.

A completare il reparto di centrocampo come esterni del 3-5-2 di Malesani, c’erano Paolo Vanoli e Diego Fuser, due che macinavano chilometri e chilometri ad ogni partita risultando spesso e volentieri decisivi sia in difesa che in attacco con i loro cross a servizio dei centravanti.

E qui si arriva per l’appunto all’attacco, dove c’erano due “discreti” giocatori: Enrico Chiesa e Hernan Crespo. Il primo, attaccante della Nazionale, con la sua classe e i suoi lampi di genio disegnava calcio. L’altro uno dei migliori goleador di sempre, sia del nostro campionato che di tutta la storia del calcio. Entrambi risultarono spesso decisivi con i loro gol, e così fu anche in occasione della finale di Coppa Uefa del ’99, vinta dai gialloblu per tre a zero sui francesi dell’Olympique Marsiglia.

Come andò la finale

Anche il Marsiglia, dal canto suo, poteva contare su una formazione di tutto rispetto. Infatti, aveva tra le proprie fila Laurent Blanc, un emblema del calcio francese di quegli anni che peraltro anni prima passò anche da Napoli, con gli azzurri che avevano appena salutato Diego Armando Maradona.

Oltre a Blanc, i francesi potevano contare altresì sulle prestazioni di Cyril Domoraud, altro simbolo del calcio di quegli anni, e, soprattutto, di Robert Pires, che di lì a poco sarebbe diventato uno degli elementi di spicco dell’Arsenal di Arsene Wenger.

In finale sono proprio i francesi a presentarsi da favoriti, essendo arrivati all’ultimo atto della competizione da imbattuti. Dall’altra parte, però, c’era un Parma che appena quattro anni prima aveva vinto il suo primo trofeo internazionale sotto la guida di Nevio Scala.

Alcuni membri della rosa già facevano parte di quella squadra, come Sensini, Fiore e Asprilla, e così, grazie ai gol di Crespo, un delizioso pallonetto su errore di Blanc, di Vanoli e Chiesa, i parmensi tornarono sul tetto d’Europa per la seconda volta nella loro storia. Un successo indimenticabile, quello dello stadio Luzniki di Mosca, e che ancora oggi viene ricordato dagli appassionati come una delle pagine più belle del nostro calcio. Anche perché l’ultima vittoria in Coppa Uefa, oggi Europa League, risale proprio al 1999, anno che da quelle parti dell’Emilia difficilmente si scorderanno.

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