Era stato ricoverato a Vaio il 6 settembre del 2017 per un’ulcera duodenale con cui combatteva da tempo, tanto da aver subito la stenosi del piloro.
Alessandro Petrillo aveva 33 anni, faceva il commesso al Fidenza Village: una giovane moglie e una figlia di pochi mesi lo aspettavano a casa, ma non ci sarebbe più tornato.
Antonio Petrillo si spense il 31 ottobre: dopo quasi due mesi e dieci interventi.
Secondo l’accusa, a portare alla sua morte sarebbero state alcune manovre compiute durante il primo intervento. Da lì una “pancreatite acuta necrotizzante”, una peritonite, fino un’”insufficienza multi-organo” fatale.
Per questa tragedia sono stati indagati inizialmente cinque medici e uno specializzando, poi quattro sono stati assolti, i due chirurghi che effettuarono il primo intervento a Vaio sono accusati di omicidio colposo.
Ieri doveva essere celebrato il rito abbreviato a carico di Stefano Rollo, 60 anni, e Piero Lugani, 66, ma l’astensione degli avvocati ha fatto slittare al 12 marzo l’udienza davanti al gup.