“Salviamo il Piano Periferie” – Versioni a confronto in via Mazzini. Effetto Parma raccoglie oltre 500 firme

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Versioni a confronto sul piano periferie sabato mattina sotto i portici di via Mazzini.

Partita infatti la raccolta firme di Effetto Parma per chiedere l’immediato sblocco dei fondi stanziati dal governo precedente denominato ‘Piano Periferie’ che prevedeva 18 milioni di euro destinati a Parma da investire in sei progetti di riqualificazione delle zone periferiche della città: il complesso dell’Ospedale Vecchio in Oltretorrente, il Centro Sportivo ex Cral Bormioli nel quartiere San Leonardo, il Workout Pasubio, la riqualificazione di piazzale Pablo, la biblioteca Montanara e la Casa nel Parco del Cinghio nel quartiere Montanara in vista anche di Parma Capitale della Cultura 2020.

Con l’emendamento Milleproroghe i finanziamenti dei progetti dei comuni capoluoghi per le riqualificazioni delle periferie vengono slittati dal Governo al 2020. Non tutti i progetti ma quelli dal 25  al 120 dell’elenco dei Comuni beneficiari del Programma straordinario per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie. Decisione che ha fatto partire la protesta dei sindaci e di Anci che hanno promesso ricorso al Tar se non venissero rispetatti i contratti firmati. Una manovra che pare un un colpo di mano della maggioranza di governo per reperire finanziamenti per politiche di investimento diverse dal governo precedente. “Uno scippo ai comuni” denuncia il gruppo Effetto Parma “Parma viene derubata di 18 milioni di euro e di sei progetti di riqualificazione“.

Con cinque banchetti nei vari quartieri di Parma, tra il mattino e il pomeriggio, il gruppo Effetto Parma ha raccolto nella prima giornata oltre 500 firme. “Siamo molto soddisfatti del risultato raggiunto – commenta il capogruppo di Effetto Parma, Cristian Salzano – Si sono avvicinati molti cittadini consapevoli che hanno firmato immediatamente mentre si sono informati altri cittadini rimasti confusi dalle dichiarazioni contrastanti arrivate dalla politica in questi mesi. Vincente però la nostra motivazione per quei progetti e luoghi simbolo dei quartieri che hanno vinto il bando. La raccolta firme continuerà sabato 20 e 27 ottobre, dalle 9:30 alle 13 e dalle 16 alle 19 in Via Mazzini, Piazzale dell’Annunziata, Via Venezia (Conad), Via Montanara, Piazzale Pablo e Workhout Pasubio.

A pochi metri di distanza dal banchetto in via Mazzini di Effetto Parma, c’era anche il punto informativo degli attivisti del Movimento 5 stelle con l’onorevole pentastellato Davide Zanichelli, eletto dai seggi di Reggio Emilia. Deputato che si è messo a disposizione dei cittadini per spiegare le ragioni del governo giallo verde. (Qui sotto il video dell’onorevole Zanichelli che risponde alle nostre domade)

Publiée par M5S Attivisti PARMA sur Samedi 13 octobre 2018

L’opposizione dei sindaci? “Mi da da pensare – commenta Zanichelli – “forse sono mossi da interessi politici”. “I 24 progetti vincenti del bando non sono mai stati messi in discussione”. Si riparlerà invece di quei progetti che non hanno visto esecutività, “forse i sindaci di quelle città non avevano tanto interesse o urgenza”. Il deputato M5s quindi ricorda le parole del premier Conte che ha dichiarato: “La soluzione che intendiamo adottare è quella di inserire nel primo decreto utile (successivo alla conversione del Milleproroghe) una norma che di fatto dia la possibilità di recuperare la realizzabilità dei progetti già in fase avanzata”.

E’ incostituzionale“, riferisce il deputato pentastellato, parlando infine del Bando Periferie ricordando una sentenza della Corte Costituzionale.

Ma a quest’ultimo punto replica l’assessore Michele Alinovi, appunto a poche centinaia di metri di distanza mentre spiega ad alcuni cittadini la situazione di Parma e degli altri 95 comuni italiani: “La sentenza 74 2018 della corte costituzionale che stabiliva la necessità dell’intesa degli enti locali sui decreti attuativi del fondo investimenti comma 140 legge di bilancio 2017, che Lega e M5s invoca come stop al Piano periferie, valeva solo sul 50% delle coperture del Piano periferie ovvero i fondi Cipe. Gli altri 800 milioni sono coperti da Fondi fsc ai sensi dell’articolo 1 comma 141 e non 140 e tra questi anche il comune di Parma. Comprendo anche la buona fede, ma queste sembrano solo scuse.  Inoltre gli 800 milioni, che potevano essere tranquillamente mantenuti compresi quelli del comune di Parma, essendo fondi europei il rischio che la comunità europea li tolga dai bilanci dello Stato e più che mai concreto”.

Dove sta quindi la verità? Nero su bianco sono le parole della Corte Costituzionale che parla di vizio di forma, risolvibile con un tavolo di servizio Stato Regioni Comuni per chiarire la destinazione del 50% dei fondi cosidetti Cipe. Soluzione proceduralmente semplice che tarda tuttavia ad arrivare. Ma per gli altri fondi non “viziati”? Il M5s replica che per i comuni tutti c’è stato finalmente lo sblocco degli avanzi di Bilancio e per i comuni in urgenza ci saranno quei fondi da cui poter accingere. Ma la risposa lascia indispettita l’amministrazione comunale di Parma che ritiene che il Comune abbia altre spese a cui far fronte con quei soldi e questa manovra non può essere soluzione per “stracciare la parola data”. Parma sembra dovrà aspettare il 2020 per vedere quei finanziamenti. Potrebbero esserci inoltre conseguenze penali per quei progetti già in fase avanzata che hanno già visto assegnati bandi e stanziati soldi.

Alla situazione attuale Parma dovrà ritardare tutti i progetti esecutivi per la città, mettendo in difficoltà anche il progetto di Parma Capitale della Cultura 2020.

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