“Salviamo il Piano Periferie”- Incontro Anci per ricorsi coordinati tra 96 comuni. Alinovi: “Fregati due volte. Parma bloccata per altro bando”

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“Agiremo sia a livello politico che giurisdizionale contro l’ingiusto blocco del bando periferie”. Ancora rabbia arriva dai sindaci riuniti a Roma con Anci dopo il blocco del piano periferie che vede coinvolti 96 comuni italiani. Nonostante le promesse del premier Conte, di risolvere la questione con il primo decreto utile, i soldi non sono stati stanziati e ora i sindaci promettono battaglia legale e politica. La settimana scorsa il sindaco Pizzarotti aveva già dichiarato la sospensione dei rapporti col Governo.
Invieremo ordini del giorno, ratificati dai Consigli comunali, sia alla Presidenza del Consiglio sia al Presidente della Repubblica che ai Consigli regionali, organi dai quali possono partire i ricorsi alla Corte costituzionale. Parallelamente formeremo in Anci una cabina di regia a supporto dei Comuni, per chi vorrà ricorrere in sede amministrativa presso il Tar di competenza”. Così il sindaco di Cosenza e delegato Anci all’Urbanistica, Mario Occhiuto, al termine della commissione Politiche abitative, lavori pubblici e urbanistica, riunitasi ieri a Roma. “Il governo è venuto meno ad una promessa fatta ai sindaci che ci ha portato ad interrompere le relazioni istituzionali – aggiunge Occhiuto – la strada che dobbiamo intraprendere è quindi quella di opporci con tutti i mezzi a disposizione per una ingiusta interruzione di un contratto tra parti dello Stato”. “Una mossa palesemente anti economica. – commenta il presidente della Commissione Anci, Stefano Lorusso – Vengono bloccati 2,7 miliardi di investimenti che significano posti di lavoro e cantieri, per altro, in molti casi, già appaltati”.
Anci, come preannunciato nei giorni scorsi dal Presidente Antonio Decaro, ha avviato quindi una procedura interna per costituire al più presto una cabina di regia giuridico-amministrativa che metta le 96 amministrazioni comunali nelle condizioni di avviare un’azione legale coordinata, finalizzata all’ottenimento della sentenza di incostituzionalità del Decreto Milleproroghe. Ora da discutere attentamente è anche la questione delle risorse già spese dalle amministrazione per far partire bandi e gare e in alcuni casi anche i lavori. A Parma sarebbero quasi 1 milione di euro le risorse già spese che, a questo punto, gravano sulle casse comunali e sulle tasche dei cittadini.
Fregati due volte” commenta invece l’assessore all’urbanistica del Comune di Parma, Michele Alinovi, presente all’incontro, che solleva un’altra questione: “Abbiamo osservato che 800 milioni di euro, del miliardo e 600 milioni di euro complessivi che sono stati congelati dal Decreto Milleproroghe, derivano da finanziamenti europei per lo Sviluppo e la Coesione, che a questo punto rischiano di essere irrimediabilmente persi per mancato rispetto dei tempi di utilizzo negoziati a suo tempo con Bruxelles, che potrebbe decidere di dirottare questi fondi verso altri lidi e non sarebbe la prima volta; i 18 milioni di euro del Comune di Parma fanno parte proprio di questi finanziamenti europei, Fondi per lo Sviluppo e la Coesione”.
“Oltre il danno vi e’ pure la beffa, – continua Alinovi – perche’ i Comuni che rientravano nei finanziamenti del Piano Periferie, ormai un lontano miraggio, non hanno potuto partecipare ad un altro bando, che scadeva proprio in questi giorni, finalizzato alla messa in sicurezza degli edifici e alla realizzazione di opere mirate alla prevenzione del dissesto idrogeologico, per 850 milioni di euro su tutta la nazione. Quindi fregati due volte”.
Nei 96 comuni coinvolti, tra cui Parma, come promette l’assessore ai lavori pubblici, si cercherà di fare pressione al Governo, per un cambio di rotta, a partire dai Consigli Comunali, mediante la votazione di identici Ordini del Giorno “Salviamo il Piano Periferie”, che verranno discussi e votati in tutti i comuni per essere poi inviati alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.
“Mi auguro che i consiglieri comunali, indipendentemente dall’appartenenza politica, abbiano a cuore il destino dei propri territori e la loro possibilità di migliorare in termini di sicurezza, coesione sociale e qualità della vita. – conclude l’assessore Alinovi – Non è interesse di nessuno, nemmeno delle Amministrazioni comunali che in questa vicenda sono parte lesa insieme ai quasi 20 milioni di cittadini che amministrano, fare muro contro muro, ma pur auspicando che vi sia un ripensamento con la buona volontà di tutti a prescindere dagli schieramenti, oggi siamo purtroppo costretti a mettere in campo uno scontro legale ed istituzionale tra Enti locali e Governo centrale senza precedenti”.
(aribe)

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