La Sanità a Parma cambia volto- Piccole Figlie e Dalla Rosa Prati in trattativa vendita?

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A Parma la sanità cambia volto. Vediamo gli ospedali in crisi di organico e fondi. Dottori e infermieri senza riposo, assegnati a turni massacranti. Si vede la situazione del personale allo stremo delle forze e soprattutto il fatto che viene messa a rischio la sicurezza negli ambienti di lavoro, poiché si trovano letti collocati addirittura davanti alle uscite di sicurezza, come nel padiglione Barbieri, a causa della mancanza di altri spazi. L’ha ribadito anche la sigla sindacale Cisl. La situazione al Pronto Soccorso non è diversa, pazienti senza privacy, in attesa da ore o costretti a dormire in lettini in corridoio. L’ha denunciato Parmapress24 in questa inchiesta video: Inchiesta- Il Soccorso non è Pronto? Viaggio tra i pazienti accatastati e in attesa da giorni (VIDEO)

Ma oltre ai tagli nelle aziende ospedaliere pubbliche, il volto della sanità di Parma cambia anche nel privato. La sanità privata ha già avuto un trascorso con la casa di cura Città di Parma ma ora altri due realtà sanitarie importanti sarebbero in trattativa di vendita.

La Casa di Cura Città di Parma, nella gestione della famiglia Salvi, aveva conferito nel 2015 il mandato a Cbre Italia – società di consulenza immobiliare – per la dismissione dell’immobile ad uso clinica sito in Parma, piazzale Athos Maestri 5. L’operazione strutturata secondo la formula del Sale & Leaseback ha visto la Città di Parma, in forma di società per azioni, una volta ceduto il cespite, riprenderlo in locazione secondo un contratto di lunga durata.

Oggi vede invece coinvolti altri due policlinici privati importanti. Le Piccole Figlie, in via Po, sarebbe in trattativa per la cessione al gruppo policlinico di Monza nella figura di Michelangelo de Salvo. L’Hospital Piccole Figlie figura con capitale sottoscritto da Teorema Holding s.r.l., Istituto Piccole Figlie dei SS. Cuori di Gesù e Maria, Diocesi di Parma. E’ una struttura ospedaliera accreditata, non senza fatica e attese, con la Regione Emilia-Romagna per 100 posti letto. L’organico di HPF è di 223 unità complessive, di cui 110 lavoratori dipendenti, 95 medici in libera professione e 18 liberi professionisti di altre discipline sanitarie.
Anche il policlinico Dalla Rosa Prati, stando a voci vicine, sarebbe in trattativa da circa 2 anni con il gruppo Affidea. Il gruppo Affidea che ha una clinica a Monselice era già salito alle cronache nel 2009, quando era sorta una diatriba con la sanità dell”Emilia Romagna e in particolare di Bologna dove era nata una fuga di pazienti per le risonanze magnetiche. Nella clinica privata Affidea infatti si andava verso liste d’attesa molto più brevi a portata di ticket, cioè senza costi aggiuntivi rispetto a quelli che si pagano a Bologna, la struttura risultava infatti convenzionata secondo un decreto che voleva favorire la collaborazione tra strutture private vicino ai confini regionali ma che è stata poi sfruttato, usato a escamotage, anche da altre cliniche. Un’ora e mezzo di treno che faceva risparmiare un mese d’attesa.
Voci parlano di vendita ormai ultimata del policlinico Dalla Rosa Prati ad Affidea, appunto, ma dalla proprietà non arriva la conferma. La società – che dichiara invece un solo avvicinamento ad Affidea – ha visto in questi anni importanti investimenti, come l’installazione nel 2015 all’ultimo tomografo PET/CT, tra le prime installazioni al mondo della nuova piattaforma di General Electric Healthcare, utilizzata dagli specialisti della struttura di Medicina Nucleare dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma. Recentissimo è invece l’aprovazione in Consiglio Comunale dell’ampliamento del settore Radioterapia sotto al parcheggio in via Emilia Ovest attraverso la deroga del vincolo urbanistico.

1 commento


  1. MARCO ALFREDO ARCIDIACONO

    Vedo cosa sta succedendo nel settore sanità privata, con alcuni colossi che acquistano un poliambulatorio e un ospedale. Non era mai accaduto prima.
    Come si può vincere il privato che entra in un settore che dovrebbe essere totalmente pubblico?
    Io credo con la qualità, mantenendo le risorse e le capacità vere ed efficaci che sono presenti nel pubblico. Spesso non vengono alla luce perché mal sfruttate dalla classe dirigente.
    Dobbiamo fare in modo che si rivaluti il capitale umano, non è possibile aspettare. Deve essere abbattuto il precariato, mai più assegni di ricerca, borse di studio, contrattisti e interinali. Aumentare l’attrattività del pubblico. Il pubblico deve tornare a essere pubblico.

    Mi spaventa poi la deroga urbanistica approvata con il solo voto di Effetto Parma, senza istruttoria a quanto pare, che è stata fatta per implementare servizi di medicina nucleare del poliambulatorio. Verrà quasi sicuramente deviata la strada e deviata la ferrovia per permettere il servizio. Servizio che deve funzionare ed esistere, a mio parere, solo nel settore pubblico.
    Nello stesso tempo il pubblico ha in cantiere la costruzione del polo oncologico, ingresso via Volturno, in cui saranno spero compresi esattamente gli stessi servizi. Mi sembra un chiaro depotenziamento di un servizio pubblico ancora prima che nasca.

    L’ospedale deve interagire con il territorio, lo vediamo nel nuovo servizio del Dipartimento Emergenza-Urgenza appena attivato. Bisogna andare avanti in parallelo ma senza accavallamenti e sovrapposizioni che rischiano di penalizzare il pubblico e favorire il privato fin da subito. Gli elementi della sanità privata devono soddisfare alcuni bisogni di priorità e di immediata necessità mentre il servizio vero e proprio deve essere garantito a tutti, dallo Stato, dal settore pubblico. Se così non sarà, si rischia che solo chi può permettersi le cure potrà ottenerle mentre devono essere garantiti a tutti.

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