Consulta dei Popoli- Roberti: “Sterile polemica. Eramo porti proposte concrete. Partecipazione deve essere stimolata”

0

Anche Roberta Roberti, uscita dal gruppo consiliare di Parma Protagonista e ora seduta nel gruppo misto, interviene sulla partecipazione cittadina e lo strumento Consulta dei Popoli. Il suo ex compagno di partito, Pier Paolo Eramo, aveva criticato la scarsa partecipazione dello strumento rappresentante le comunità straniere in città oltre a interrogarsi sulla procedura democratica delle nomine e sulla più o meno pressione del sindaco in tutto ciò. L’intervento ha scatenato la reazione del gruppo di maggioranza Effetto Parma e del consigliere aggiunto Marion Gajda.

Leggi: Consulta dei Popoli, Eramo (Parma Protagonista): “Funziona? O è la favola della partecipazione? Salzano (EP): “Nessuna imposizione. Eramo si informi”

Leggi: Consulta dei Popoli- Gajda replica ad Eramo: “Addolora non veder riconosciuto il difficile lavoro che facciamo da volontari”

“Le polemiche di questi giorni sulla Consulta dei popoli, sui CCV e sulla partecipazione mi inducono alcune considerazioni. – scrive Roberta Roberti – Durante la discussione sulle Linee di mandato in Consiglio comunale un paio di mesi fa, ho chiesto ad Effetto Parma, al sindaco e alla giunta una seria riflessione sui CCV, che al di là di tutte le migliori intenzioni, non hanno coinvolto in modo significativo i cittadini e hanno funzionato solo per l’impegno e la dedizione di alcune persone, che ci hanno creduto e ci hanno messo impegno ed energia.

E’ altrettanto vero che la Consulta dei popoli, che potrebbe essere uno strumento straordinario per favorire il dialogo interculturale, non è partecipata. E’ dunque necessario cercare di coinvolgere in modo più ampio le diverse comunità, ridefinire i meccanismi di rappresentanza al suo interno, ripensarne compiti e funzioni.

Ma in entrambi i casi sarebbe assurdo non partire da un’analisi di ciò che ha funzionato, per rafforzarlo, e da ciò che invece si è rivelato inefficace o inadeguato, per modificarlo.

Se qualcuno di noi ha una soluzione in tasca, la metta a disposizione della città. Credo valga la pena, invece di fare sterile polemica, fare delle proposte concrete per migliorare le cose.

Quanto all’istituto della partecipazione, vorrei ricordare che essendo fra i principi della Convenzione Europea di Aarhus, è legge dello Stato a partire dal 2001. La Convenzione, attraverso l’istituto della partecipazione, riduce la discrezionalità delle scelte politico-amministrative, obbligando le istituzioni a prendere in considerazione le istanze partecipative e ad argomentare in maniera più circostanziata le proprie decisioni.
Ci sono alcuni principi da rispettare inderogabilmente.

Innanzitutto, l’informazione, che costituisce il presupposto per una reale partecipazione; il processo partecipativo, inoltre, deve essere normato e calendarizzato, con un forte senso di continuità temporale durante l’anno, non limitata a una singola occasione. Vanno previsti un gran numero di luoghi e livelli di partecipazione; la sua violazione può determinare l’annullamento degli atti amministrativi. Solo questo rigore rende certo il processo e lo distingue da altre forme fasulle di partecipazione, rendendolo un esempio del necessario connubio tra rappresentanza e partecipazione.

La partecipazione diviene così un processo, non un momento, e contribuisce alla formazione di un prezioso capitale per qualsiasi democrazia – gruppi crescenti di cittadini informati, attivi e con idee chiare su che cosa costituisce una cultura democratica.

La partecipazione bisogna stimolarla e organizzarla, darle valore e considerazione, altrimenti non coinvolge, illude e delude.

Per questo, invece di polemizzare come chi parla tanto di partecipazione, per poi smentirsi nelle pratiche quotidiane, ho ritenuto utile elaborare alcune proposte in merito alle pratiche della democrazia partecipativa, a partire banalmente dalla messa a disposizione a titolo gratuito di spazi per riunioni e incontri per giovani e adulti. Mi auguro verranno prese in considerazione ed utilizzate per migliorare ciò che già c’è e per introdurre nuovi strumenti e modalità di coinvolgimento dei cittadini nei processi decisionali che riguardano il loro presente e il loro futuro”.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here