Consulta dei Popoli- Gajda replica ad Eramo: “Addolora non veder riconosciuto il difficile lavoro che facciamo da volontari”. Libertà Eguale: “Opposizione di sinistra? Scredita importante strumento di inclusione”

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Jean Claude Didiba e Marion Gajda

“La presa di posizione della minoranza consigliare sul funzionamento della
consulta dei popoli lascia perplessi e turbati quanti a questo istituto si sono con
passione, e senza trarre beneficio personale alcuno, dedicati”.

Risponde Marion Gajda, consigliere aggiunto in consiglio comunale, alle domande del capogruppo di Parma Protagonista Pier Paolo Eramo, che chiede quale sia la procedura democratica per le nomine dei membri della Consulta dei Popoli, rappresentativi delle comunità straniere in città. “Imposizione e finta partecipazione?” chiedeva il consigliere.

leggi: Consulta dei Popoli, Eramo (Parma Protagonista): “Funziona? O è la favola della partecipazione”. Salzano (EP): “Nessuna imposizione. Eramo si informi”

“Dispiace anzitutto constatare l’approssimazione e la mancanza di conoscenza
dell’organismo in questione da parte dei presentatori, – scrive Gajda – a partire da quanto detto sulla durata in carica del Consigliere aggiunto.

A termini di regolamento, questi scade 30 mesi dopo la sua nomina; il consiglio comunale decaduto volle evitare (su proposta del gruppo PD) la coincidenza del rinnovo dell’assemblea cittadina con quello del consigliere aggiunto, per garantire continuità nella
rappresentanza e sottolinearne il carattere non partitico ma consultivo e rappresentativo.

Sulla attività della Consulta e su quella del Consigliere aggiunto, non intendo
dilungarmi. Mi limito ad assicurare l’opinione pubblica che il lavoro fatto in
questi anni è stato intenso, faticoso e altamente produttivo, ancorché applicato
ad una materia di titanica difficoltà.

La presa di posizione dei rappresentanti dell’opposizione addolora in particolare
perché disconosce il lavoro svolto e ne sottovaluta le immense difficoltà.

Accompagnare all’esercizio della cittadinanza attiva e della democrazia una
base fatta di oltre cinquanta provenienze, culture e religioni diverse, se è
impresa di enorme difficoltà, è anche un obbiettivo dal quale non potersi
prescindere volendo costruire una società che accoglie e accogliendo si muove
per creare le condizioni della sicurezza nella difesa dei propri valori fondanti.

La Consulta dei Popoli, istituto di civiltà che onora Parma, chiede di essere
sostenuta e aiutata nel proprio prezioso e immane lavoro. Tutto quanto, al di là
delle intenzioni, ne produce delegittimazione è da considerarsi un danno inferto
non ai nuovi parmigiani ma all’intera città”.

RISPONDE ANCHE LIBERTA’ EGUALE PARMA: “OPPOSIZIONE SCREDITA CONSULTA DEI POPOLI. GRANDE CONTRIBUTO PER L’INCLUSIONE”

L’associazione Libertà Eguale, è per suo statuto esterna alla competizione politica ma al tempo stesso è parte del centro sinistra e del riformismo italiano ed europeo, alla cui evoluzione cerca di contribuire con la sua attività culturale e di elaborazione programmatica.

Tra i temi che l’associazione pone al centro della propria attenzione stanno quelli legati all’inclusione dei cittadini che, provenendo da Paesi e mondi diversi, cercano e spesso trovano nel nostro Paese risposte ai propri bisogni fondamentali, economici e in generale umani.

L’impegno dell’associazione è quello di contribuire alla costruzione di una comunità locale inclusiva, nel rispetto delle culture di provenienza dei nuovi cittadini e nella salvaguardia dei valori fondanti della comunità di accoglienza, a partire dallo stato diritto, dalla democrazia, dalla costituzione e dalla solidarietà. Ritiene che questo sia il più rilevante problema che le istituzioni democratiche debbano oggi affrontare.

Per questi motivi, Libertà Eguale di Parma associa o interloquisce con numerose personalità e associazioni che raccolgono i cittadini non italiani, ne seguono i problemi, li sostengono nello sforzo di inserimento e di integrazione, premessa ineludibile anche nell’ottica della sicurezza e dell’armonia della convivenza.

L’introduzione nello Statuto e nei regolamenti del Comune di Parma della Consulta dei Popoli e l’istituzione del consigliere aggiunto hanno rappresentato un passo utile e altamente positivo a sostegno delle politiche di inclusione, in vista di un auspicabile allargamento dei diritti di partecipazione politica a tutti quanti, con il pagamento delle imposte, contribuiscono al sostegno dei servizi e delle istituzioni locali.

Questa premessa motiva lo stupore prodotto dalla sconcertante uscita della opposizione “di sinistra” in consiglio comunale in merito alla attività e. addirittura, alla legittimità della Consulta dei Popoli. Se l’intento era quello di attaccare il Sindaco e la maggioranza in consiglio, cosa in sé legittima da parte di un’opposizione, il risultato della sortita, con le sue allusioni, le sue insistite domande retoriche (quando saranno nominati i nuovi organi? i membri attuali hanno i requisiti previsti? come sono stati scelti? in che rapporto sono con le diverse nazionalità presenti sul territorio? Che funzioni svolge esattamente nei confronti del Comune? In che modo contribuisce alle sue scelte politiche?) ottengono l’effetto di screditare e delegittimare un prezioso organismo che invece avrebbe bisogno di sostegno e incoraggiamento.

Per motivi tutt’altro che chiari, l’opposizione di “sinistra” si è prodotta in un attacco che da un lato ha mobilitato gli immancabili odiatori xenofobi da tastiera, dall’altro ha introdotto un inquietante sospetto di tentata intromissione partitica in un organismo che per sua natura deve restare fondamentalmente legato alla rappresentanza dei bisogni comuni ai residenti non italiani, indipendentemente dalla provenienza geografica, religiosa e politica.

Quanto sia difficile e complesso individuare questi comuni bisogni, trovare un denominatore comune a punti di vista diversissimi fra loro, a condurre persone e famiglie per le quali la democrazia occidentale è spesso cosa estranea alla loro diretta esperienza, lo sa chi accanto ai nuovi concittadini ha vissuto e con loro ha collaborato. Uscite come quelle di questa opposizione, così lontane dalla dura e complessa realtà dell’inclusione, rendono tutto più difficile e minano la capacità della città di affrontare con le armi della cultura e con l’attrezzatura delle istituzioni democratiche, il più importante problema che qualsiasi amministrazione italiana ed europea ha oggi nella propria agenda.

LibertàEguale Parma giudica positivamente l’esperienza della Consulta e l’attività della sua rappresentanza in Consiglio Comunale. Auspica che la vita democratica della Consulta si rafforzi libera da interferenze di sorta, nel rispetto delle procedure regolamentari. Ad essa va assicurato il sostegno di tanta parte della città, delle associazioni, del volontariato e, nei limiti della propria capacità anche della associazione che firma questo comunicato.

Auspica infine che i problemi emersi e qui richiamati siano oggetto di valutazione e presa di posizione da parte di sindacati, associazioni e infine da parte del Consiglio comunale.

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