Scandalo sanità, la politica pone la “questione morale”

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L’inchiesta sullo scandalo sanità che ha coinvolto il professor Guido Fanelli, medici e imprenditori farmaceutici scuote alle radici la politica parmigiana. In diversi invocano la “questione morale” per liberare Parma dal malaffare che ritorna di continuo.

Il sindaco uscente Federico Pizzarotti, come presidente e a nome della Conferenza territoriale socio sanitaria, sottolinea che “i fatti evidenziati dall’inchiesta rivestono carattere di particolare gravità”. Pizzarotti ha inoltre aggiunto “Sarà la magistratura a chiarire i fatti drammatici portati alla luce in questi giorni. Abbiamo rispetto del lavoro dei magistrati e della giustizia, ci auguriamo che la verità emerga il prima possibile. Condividiamo a pieno le parole dell’Assessore Venturi: “nessun spazio di azione per chi pensa di trarre vantaggio e profitto speculando sulla salute dei cittadini”. Questo è anche l’impegno e la posizione della Conferenza Territoriale Socio Sanitaria in primis delle Aziende Sanitarie, dell’Università dell’Ordine dei Medici. E’ quindi importante far sapere ai parmigiani e all’Italia – continua Pizzarotti – che una minoranza di persone che delinque, e va contro ogni principio etico e morale della sanità e della medicina, non può e non deve mai essere confusa con l’intero sistema sanitario, che è sano e composto da professionisti integerrimi e onesti, che salvano vite e mettono al primo posto dei loro valori gli interessi e la vita dei pazienti. Anche loro, oggi, sono vittime di questo scandalo. Le Aziende Sanitarie della provincia di Parma, l’Università, il mondo della ricerca, l’Ordine dei Medici: stiamo parlando di persone di grande professionalità ed etica.  A loro va il nostro più profondo ringraziamento per l’impegno quotidiano al servizio del prossimo. Non ci stiamo a fare di tutta l’erba un fascio. Perciò ci auguriamo che la verità arrivi il più presto possibile, e che il cielo del sistema sanitario regionale e nazionale torni sereno”.

Anche il senatore Giorgio Pagliari (Pd) fa sentire la sua voce in merito alla “bruttissima vicenda sulla collusione tra professionisti sanitari e case farmaceutiche, comprensiva di sperimentazione non autorizzate, ripropone con nettezza la questione morale, che affligge la nostra realtà, purtroppo non meno di altre. L’illusione che la lezione di cinque anni fa fosse servita non ha mai avvinto chi, per la conoscenza della città, era (ed è) convinto che il problema era (ed è) di costume e di una mentalità diffusi e radicati, che troppo spesso concepiscono i ruoli pubblici come mere occasioni di tornaconti personali e di clientele”.

Quanto tutto questo danneggi Parma e la Provincia è, in questo momento, di un’evidenza particolare basti pensare alla vicenda di Emiliambiente e a questa – tuona Pagliari -. Una contingenza, che penalizza, una volta di più, la maggioranza dei parmigiani e dei parmensi, gente specchiata. E deve particolarmente allarmare perchè, questa volta e per fortuna, il primo a denunziare il malaffare (per la parte conosciuta) è stato lo stesso Direttore Generale, Dott. Fabi, osteggiato nella sua azione più generale di rinnovamento dai titolari di privilegi e da poteri più o meno abituati alla segretezza dell’operare. Tale circostanza, infatti, dimostra che neanche anticorpi così robusti sono in grado di eliminare la corruzione e che solo una azione corale dei singoli, di Istituzioni forti e libere e della società può portare a risultati significativi sotto questo profilo”.

Secondo il senatore del Pd “sottovalutare la questione morale, non assumerla come prioritaria con determinazione e con lungimiranza, non farne un punto qualificante e decisivo in questo momento vorrebbe dire proporre ricette per l’eliminazione degli effetti e non delle cause. E ciò è tanto più vero in una fase nella quale l’infiltrazione della criminalità organizzata è una questione reale e una preoccupazione molto diffusa. Per Parma torna, quindi più che mai, di attualità il tema della necessità di “cambiare libro”, perchè non c’è bisogno di un semplice cambio sulla tolda di comando, ma di un orizzonte del tutto nuovo. Sono certo che i candidati del PD al Consiglio Comunale hanno piena consapevolezza di questo problema e saranno in grado di testimoniarlo”.

Il segretario provinciale del Pd, Gianpaolo Serpagli parla invece di “un fatto grave che non va sottovalutato: siamo certi che la magistratura farà il suo dovere e accerterà con velocità e correttezza eventuali responsabilità. Questo ennesimo caso, però, sottolinea che a Parma c’è una questione morale da affrontare tutti insieme: istituzioni, forze economiche e sociali della città. Su questi temi il Partito democratico sarà in prima fila e a disposizione per una discussione con la città”.

Gianpaolo Serpagli blinda anche il direttore generale dell’Azienda ospedaliera, Massimo Fabi, ricordando che è stato proprio lui, un anno fa, a chiedere la sospensione del professor Guido Fanelli. “Le responsabilità, quindi, vanno cercate altrove”, sottolinea Serpagli.

Secondo il segretario provinciale, quanto emerge dall’inchiesta, è comunque molto preoccupante. “Dalle notizie che abbiamo – spiega Serpagli –  è stato scoperto un sistema dedito alla corruzione in un settore molto delicato come la sanità, questo cancro deve essere sradicato con forza. Se pensiamo agli ultimi anni, la nostra città è stata spesso in prima pagina per casi di malaffare e questo deve spingerci a riflettere in maniera approfondita su quanto sta accadendo, un invito a ragionare insieme sul futuro di Parma che allargo a tutte le istituzioni”.

Per l’esponente Pd, però, si deve essere attenti a non generalizzare: “Siamo certi che la stragrande maggioranza dei dipendenti del Maggiore operi nel migliore dei modi e onestamente al servizio dei pazienti, a loro e ai dirigenti che per primi hanno denunciato il malaffare, va tutto il nostro sostegno e la nostra solidarietà. L’ospedale cittadino è il secondo hub in Emilia-Romagna: poche mele marce non possono certamente mettere in dubbio le capacità di centinaia di professionisti che hanno dedicato la loro vita alla cura degli altri e che, ogni giorno, fanno il proprio difficile lavoro con attenzione e dedizione”.

Sulla vicenda è intervenuto anche il candidato sindaco del centrosinistra Paolo Scarpa secondo cui siamo di fronte a uno “uno scandalo enorme“, sul quale anche il sindaco Pizzarotti è chiamato pesantemente in causa per responsabilità politiche (leggi).

Il consigliere regionale della Lega Nord, Fabio Rainieri, nell’interrogazione depoositata stamane chiede alla Giunta regionale “se e quali iniziative intende intraprendere al più presto per contrastare il discredito che questa vicenda giudiziaria porta all’Ospedale Maggiore di Parma rilanciandone il più possibile le potenzialità sia scientifiche che terapeutiche”.  A questa percezione negativa – sostiene Rainieri – non risulta mai si sia opposto con decisione nemmeno il PD locale che, come dimostra anche quest’ultima particolare situazione di grave scandalo giudiziario, documento che l’Azienda Ospedaliero Universitaria di Parma quale ente che gestisce l’Ospedale Maggiore di Parma, è il secondo presidio ospedaliero dell’Emilia-Romagna ed è una realtà di eccellenza sia scientifica che terapeutica di livello nazionale che, pur vivendo ora una fase in cui forse non vi sono tutte le potenzialità appartenutegli nel passato, non merita di subire un ridimensionamento nel rispetto del grande valore di chi vi opera onestamente, ovvero la grandissima parte del suo personale, e della sua importanza sociale ed economica per la città e la provincia di Parma oltre che nell’interesse complessivo del Servizio Sanitario regionale. Il suo rilancio andrebbe pertanto considerato assolutamente prioritario nell’ambito della politica sanitaria regionale. Rainieri osserva inoltre che i fatti contestati dagli inquirenti, oltre a richiedere accurate verifiche a tutti i livelli sull’efficacia del sistema di controlli interni nell’Azienda Ospedaliero Universitaria, sembrano per buona parte riguardare atti da riferire all’attività dell’Università degli Studi di Parma tanto che una contestazione riguarda anche il Magnifico Rettore della stessa, già peraltro indagato in un altro procedimento. In conseguenza di quest’ultima considerazione chiede quindi anche alla Giunta regionale se ritiene che il sistema dei controlli interni dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Parma non abbia perfettamente funzionato quali sarebbero i motivi del non perfetto funzionamento e se conviene che vi debba essere un monitoraggio aziendale più attento soprattutto riguardo agli atti da riferire all’attività dell’Università degli Studi di Parma.

La stessa preoccupazione per il futuro del nosocomio della città ducale è quindi espressa anche dalla candidata sindaco del centrodestra per Parma, Laura Cavandoli: “Al di là dei casi specifici riguardanti le accuse su cui lasciamo lavorare la magistratura con il nostro pieno sostegno, occorre che la città tutta faccia sentire la propria voce perché il suo Ospedale Maggiore non perda potenzialità in conseguenza di questo scandalo ma anzi possa essere rilanciato. Di certo il sostegno al rilancio non può essere dato da chi come Pizzarotti si è totalmente disinteressato della sanità locale come se fosse cosa avulsa dall’amministrazione cittadina. La sensazione diffusa è che il nostro Ospedale, da sempre un punto di forza per Parma e tutto il suo territorio, stia perdendo in attrattività sia per le è da sempre più avvezzo a non contrastare ma anzi a giustificare l’azione dell’amministrazione regionale e delle sue articolazioni burocratiche anche quando a Parma hanno risultati scadenti, piuttosto che difendere seriamente il nostro territorio”.

Luigi Alfieri, candidato sindaco di Alfieri per Parma, ritiene che “il magnifico rettore dell’Università di Parma, Loris Borghi, si deve dimettere per il bene della città. Lo scandalo che sta travolgendo, ingiustamente, l’immagine della sanità locale, che non merita questa umiliazione, deve essere chiuso. Noi siamo sicuramente garantisti, la giustizia farà il suo corso, ma nel frattempo non si può continuare a permettere un così grande danno d’immagine“.

Bisogna tutelare la stragrande maggioranza di chi lavora in ospedale con capacità, impegno e onestà – continua Alfieri -. L’Università di Parma è parte determinante nella vita del nosocomio cittadino e in questa vicenda ha svolto un ruolo negativo ben sottolineato dai titoli dei giornali”. La vicenda è quella della mancata sospensione di Guido Fanelli nel 2016, sulla quale però l’Ateneo ha chiarito di non aver avuto competenza in materia.

Se la sospensione fosse stata fatta per tempo – sottolinea però Luigi Alfieri – forse, la vicenda delle sperimentazioni di farmaci illegali avrebbe avuto un andamento mediatico ben diverso. L’università e l’ospedale sono due delle più importanti aziende cittadine. Tengono alto il prestigio di Parma e sono un forte volano dell’economia locale. Le migliaia di studenti che frequentano l’ateneo rendono vivo il mercato immobiliare e sono un forte sostegno per il commercio. Una larga fetta delle presenze alberghiere cittadine sono garantite dai parenti dei degenti del Maggiore. Sono urgenti decisioni per salvaguardare l’immagine dell’una e dell’altro.  All’ospedale lavorano 500 medici ospedalieri, 130 universitari e 3500 operatori sanitari. Vanno tutelati. In capo al magnifico rettore non c’è solo un avviso di garanzia, che in sé non implica nulla in quanto è un atto a tutela dell’indagato, ma una responsabilità che gli viene dal suo ruolo prestigioso, il quale comporta onori, ma anche gravi oneri. Su tutto questo attendiamo il parere del sindaco che, secondo la legge è autorità sanitaria locale ed è anche presidente della conferenza sociale e sanitaria territoriale”.

Laura Bergamini, candidata sindaco del Partito Comunista, punta l’indice contro il capitalismo e contro chi ha aperto al privato le porte del pubblico. “L’oltraggio alla tutela della salute delle persone, il danno economico ad un’azienda pubblica, l’ipotizzata corruzione di pubblici dipendenti per favorire i profitti di aziende e multinazionali private, raccolgono oggi la denuncia e la riprovazione di tutte le forze politiche e sociali – sottolinea Bergamini -. Il Partito Comunista denuncia, oggi come ieri, che questo stato di corruzione è frutto e componente permanente del sistema economico nel quale viviamo: il capitalismo”.

Secondo la candidata comunista, “sono i grandi monopoli economico finanziari, tra i quali le grandi multinazionali farmaceutiche, che hanno indirizzato i governi nazionali e sovranazionali come l’Unione Europea a promuovere leggi che tagliano, privatizzano ed aziendalizzano anche il sistema sanitario, un sistema che dovrebbe essere totalmente pubblico. Gli slogans a sostegno di queste politiche erano: conteniamo la spesa, privato è bello ed efficiente, la sussidiarietà è la sfida del futuro. Il futuro è già oggi. Quando un bene pubblico si assoggetta alle leggi del mercato e del profitto, ogni azione conseguente è consentita: è la concorrenza signori!”.

Bergamini e Comunisti accusano inoltre il centrosinistra e il Pd, oltre al centrodestra, di aver fatto “entrare il modello e le aziende private nei servizi pubblici, togliendo diritti alle fasce più deboli della popolazione”.

Il Partito Comunista – conclude Laura Bergamini – si batte per la difesa dei diritti primari come il diritto alla tutela totalmente pubblica della salute e richiama la necessità di organizzare un’ampia alleanza sociale popolare che si mobiliti per la riconquista dei nostri diritti e la vigilanza su fatti come quelli accaduti a Parma in questi giorni“.

Il MeetUp Parma Ducato 5 Stelle – con una nota del co-organizer Paolo Sassi – “ritiene che, a conclusione delle indagini, i colpevoli debbano essere punti severamente sia sul piano penale che sul piano amministrativo da parte dei vertici della sanità locale e regionale e che, ove venissero accertate, siano individuate e perseguite eventuali responsabilità sul piano istituzionale e politico. Ciò a tutela innanzitutto della salute di tutti i cittadini, ma anche delle migliaia di operatori (Medici, ma anche personale sanitario, direttivo ed operativo) che a Parma operano con onestà e professionalità”.

Nel mirino del Ducato 5 Stelle, ovviamente, il candidato sindaco ufficiale del M5S, Daniele Ghirarduzzi, che durante il volantinaggio di protesta davanti all’Ospedale, non avrebbe rivolto i suoi attacchi alla “Regione, che gestisce la Sanità, o al PD, che la Regione presiede ed amministra, ma al Sindaco Pizzarotti, che con la gestione della Sanità, e in particolare dell’Azienda Ospedaliero Universitaria, non ha nulla a che fare.  Spiace, nella circostanza, dover registrare un’altra conferma del fatto che la campagna elettorale di Daniele Ghirarduzzi sembra improntata a combattere un unico nemico, Federico Pizzarotti, in questo unendosi nei fatti al coro dei vecchi partiti nel tentativo di riconquistare il potere dal quale, nel 2012, i cittadini di Parma, assegnando al vittoria al M5S,  li hanno estromessi“.

Una faida interna al M5S la cui soluzione è tutt’altro che vicina. Ma per dovere di cronaca, va sottolineato che proprio Ghirarduzzi ha scritto una lettera ai vertici della Regione in merito allo scandalo sanità a Parma (vedi).

Ancora una volta – si legge nella nota del MeetUp – non una parola, sul piano politico, contro il PD, la Regione, il Governo (visto che il principale indagato era anche consulente del Ministero della Sanità). Per giunta, nel caso specifico,  viene chiesto il Commissariamento dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria, dimenticando (o non sapendo) che l’indagine è partita proprio su segnalazione del Direttore Generale Massimo Fabi al quale pertanto, anziché chiederne la rimozione, andrebbe attribuito un plauso riconoscente, anche da parte del M5S. Auspichiamo che nell’incontro programmato per sabato 13, alla presenza del portavoce Sen. Nicola Morra, cui diamo il più sincero e cordiale benvenuto a Parma, Ghirarduzzi abbia modo di correggere il tiro puntando il dito contro il veri responsabili, sostenendo e supportando  il Sindaco ed il Comune, che in questi frangenti hanno il compito ed il dovere di tutelare i cittadini, i professionisti  e i lavoratori onesti della sanità”.

Nicolas Brigati, coordinatore provinciale dei Giovani di Forza Italia, attacca in particolare il senatore Giorgio Pagliari e il rettore Loris Borghi del quale chiede il passo indietro. “La difesa d’ufficio da parte del senatore Pagliari dei vertici dell’Azienda ospedaliero universitaria – sottolinea Nicolas Brigati – è comprensibile dal momento che le nomine avvengono lungo una filiera politica che in Regione Emilia Romagna è tutta targata Partito democratico. Rimane il fatto che, con le indagini che hanno portato agli arresti di questi giorni, si è delineato un sistema di malaffare con ricadute negative sulla salute dei cittadini rispetto al quale è mancata la vigilanza da parte di chi ne ha la responsabilità, in primis la direzione aziendale. Quello che sta emergendo e che si arricchisce ogni giorno di notizie sconcertanti dovrebbe far meditare anche i vertici regionali della sanità. Parimenti, vista la posizione del rettore Borghi, chi ha potestà di controllo sulle università, in primis il ministero competente, dovrebbe prendere iniziative a tutela del buon nome dell’Accademia visto che il rettore non ha avuto la sensibilità di fare un passo indietro di sua volontà”.

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