Chi è Dario Costi? L’architetto che corre alle primarie per portare Parma Città Futura

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Dario Costi, 45 anni, architetto e professore di progettazione all’Università di Parma. Tesserato PD e per questo, anche se non lo ammettono, cavallo su cui puntano alcuni vertici dem. Costi corre nella gara per le primarie del centro sinistra di Parma (insieme a Paolo Scarpa e Gentian Alimadhi) da cui uscirà il nome del candidato sindaco il prossimo 5 marzo.

Cosa manca a Parma secondo Dario Costi?

“Manca un progetto di insieme della città, – spiega l’architetto – una visione complessiva. Poi non c’è dialogo tra chi deve fare le cose e l’amministrazione. Prendiamo ad esempio la Pilotta. Il progetto è stato fatto all’ultimo minuto dal Comune, mancano i finanziamenti. E’ un opera riconosciuta nella lista dei monumenti nazionali che ha un valore strategico anche dal punto di vista turistico ma l’amministrazione approva un’idea che vuole intaccare il lavoro di Bocca e Canali senza neanche coinvolgere Simone Verde, il nuovo direttore del complesso. Questo è un esempio di gestione sbagliata del patrimonio culturale e storico. Io vorrei che si arrivasse ad avere una gestione coordinata e autonoma (non più legata al ministero come la Camera di San Paolo) dei complessi artistici della città. Se un turista arriva e cerca “eventi culturali Parma” non trova niente. Credo sia necessario creare una piattaforma multimediale dove non solo ci sia l’elenco delle opere, musei e la possibilità di comprare i biglietti ma anche l’interattività grazie a delle visite virtuali”.

“Diffido da tutto quello che viene approvato in questi giorni dall’amministrazione. Anche il PSC della settimana scorsa è stato portato avanti sapendo benissimo di non avere i tempi tecnici per la via definitiva. Il tutto si riverserà sulla prossima amministrazione. Sono specchietti per le allodole. In questi 5 anni non si è fatto niente e ora spuntano progetti che andavano approvati nei primi due anni per essere efficaci. I progetti vanno discussi e ragionati anche con la partecipazione della città. Le associazioni mi hanno detto spesso durante gli incontri di ascolto che ho fatto per la mia campagna che manca il dialogo”.

I punti di ascolto sono stati il perno su cui si è basata tutta la fase di campagna per le primarie di Dario Costi. L’insieme delle idee e delle proposte sentite sfoceranno nel programma che verrà presentato il 27 febbraio alle 21 all’Hotel Parma e Congressi.

La principale critica al sindaco Pizzarotti?

“Un sindaco che non si prende le responsabilità. In questi 5 anni non è mai stato alla conferenza territoriale sanitaria. Abbiamo visto con la Legionella che la responsabilità l’ha rimessa alla Regione. Con le baby gang è un problema delle famiglie e delle scuole. Per la sicurezza, del Governo. Parma ha bisogno di un sindaco che vada in mezzo alle persone e si prenda le sue responsabilità”.

Che progetto amministrativo vorrebbe portare se diventasse sindaco?

“Credo sia incredibile che non si abbia un ufficio che si occupi solo dei bandi nazionali e internazionali. Credo anche che sia necessario rinnovare le deleghe. Vorrei che si istituissero le deleghe all’agricoltura, famiglia, lavoro e cooperazione sociale: elementi centrali a Parma. Nei miei incontri nei quartieri ho percepito forte delusione. Per fare un esempio manca completamente la gestione, non c’è una agenda dei quartieri che permetta di coordinare tutte le feste, gli eventi, le iniziative dei vari quartieri”.

Come valorizzerebbe quindi i quartieri?

“Bisogna capire quali sono i punti di forza di ogni zona. Io vedrei l’Oltretorrente pieno di brasserie perché luogo pieno di studenti e giovani. La questione della delinquenza poi è perché ci sono i negozi chiusi. Lavorare con i commercianti è importante per indirizzare tutta una zona a un’idea. Ora non vedo un’idea di valorizzazione alle specificità di ogni quartiere”.

Concetti che, per dovere di cronaca, sono stati espressi anche dal sindaco Pizzarotti e dall’assessore Casa nel convegno “Parma al centro” che proponeva sei progetti pilota per diverse parti del centro storico.

Giovane ma con già un passato politico e uno professionale di consulente esterno nell’amministrazione Vignali, Dario Costi è anche presidente dell’associazione culturale Parma Urban Center fondata nel 2008 che ha avuto sede nell’ex chiesa di San Quirino. Poi, lo scorso dicembre, l’amministrazione Pizzarotti gli toglie le chiavi consegnate 7 anni prima da Vignali. Strategia politica? Forse. Certo è però che per quella ex chiesa, consegnata nelle mani dell’architetto per un restauro, non è mai stato pagato l’affitto stabilito da contratto.

“Abbiamo messo a posto la chiesa di San Quirino. – spiega Dario Costi – Dal tetto c’erano delle infiltrazioni d’acqua che hanno fatto proliferare addirittura le alghe. Abbiamo pulito e tenuto in ordine permettendoci di organizzare più di 150 iniziative e 21 mostre aperte alla città ma anche di permettere al Comune e privati di organizzare altri eventi”. Perché quindi non pagare l’affitto stabilito a 10 mila e 250 euro l’anno, poco più di 800 euro al mese? “Nella struttura non è presente il riscaldamento, non ci sono i bagni per disabili. La struttura non era utilizzabile come un locale normale infatti i dirigenti comunali hanno accettato di ridurre il debito calcolando solo i giorni di effettivo utilizzo”. Ecco così che dai 66 mila euro iniziali il conto è stato stralciato a 6,8 mila euro per gli appena 193 giorni di utilizzo in 7 anni.

Ho sempre detto di non essere amico di Pietro Vignali infatti ricordo spesso quando il sindaco decise di non presenziare all’inaugurazione nella chiesa. L’Urban Center però era stato riconosciuto come uno strumento valido per la città. Strumento riconosciuto anche dall’assessore Alinovi quando si insediò. Non ci hanno mai finanziato come associazione. E noi non abbiamo neanche mai chiesto”. Se infatti per i tre anni dal 2008 al 2010 Costi, in qualità di presidente dell’Urban Center, riceve un compenso monetario, caduta l’amministrazione per lo scandalo Green Money non riceverà più contributi. L’associazione partecipa però al bando per il Bicentenario Verdiano ricevendo circa 78,5 mila euro per l’allestimento di una mostra in onore di Giuseppe Verdi e il suo Tetro.

Ma facciamo i conti di quanto è costata all’amministrazione il sostegno all’associazione PUC: durante l’amministrazione Vignali riceve 20 mila euro per un’attività di ricerca; 10 mila euro per la creazione di una collana editoriale PUC; 12 mila per una ricerca sugli alloggi popolari; 30 mila per una mostra sul nuovo PSC di Vignali; 33 mila e 300 euro in 3 anni per attrezzature video e arredamenti per San Quirino. Durante l’amministrazione Pizzarotti riceve appunto solo il contributo non indifferente di 78,5 mila euro per una mostra in occasione del Bicentenario Verdiano. PUC ha ricevuto quindi 183.800 euro di soldi pubblici negli ultimi 8 anni.

“Ho riconsegnato le chiavi del San Quirino senza nessuna opposizione. – continua l’architetto -Non abbiamo mai preteso niente dall’amministrazione e abbiamo sempre fatto da soli. Abbiamo mantenuto in buone condizioni lo stabile e portato materiali che resteranno all’amministrazione per un valore anche superiore a quello chiesto”.

Grazie al suo lavoro di professore ha avuto anche modo di mettere insieme il lavoro dei suoi studenti e creare Parma Città Futura: un progetto diventato 3 tesi di laurea, esposto in mostra la scorsa estate, che rivede viabilità, vivibilità degli spazi verdi della città e non solo; un progetto che vorrebbe riportare alla luce parte delle antiche mura farnesiane che circondano il centro. Il costo? Ancora indefinito. Ma ha fatto innamorare il direttore della prestigiosa rivista di settore DOMUS, Nicola Di Battista, che il prossimo sabato, 25 febbraio, verrà a Parma per presenziare alla mostra fotografica “La Parma di Dario Costi” alla Galleria Steccata.

In Parma Città Futura, uno dei cavalli di battaglia nel programma di Costi, gli spazi verdi vogliono essere comunicanti e le mura tornare a essere parte della città nell’esempio di Lucca e Vienna; il recupero del greto del fiume Parma che con la creazione della cassa di espansione del Baganza permetterebbe, secondo l’architetto, la realizzazione di un parco praticabile. Inoltre i viali di circonvallazione occasione di messa a sistema delle dotazioni di verde pubblico. Come si legge nel dossier del progetto “Lo spostamento verso l’esterno dei viali restituisce alla città storica un anello pubblico; sarà possibile riscoprire e valorizzare il basamento delle mura e costruire una corona verde di spazi ciclo pedonali di connessione degli ambiti di verde esistente. Il parco delle mura potrà svilupparsi lungo tutto il sistema dei viali dando continuità e organicità al sistema del verde pubblico”.

Un progetto dispendioso ma che potrebbe vantare l’appoggio dei fondi europei e andrebbe a rivedere l’impianto viabilistico spostando letteralmente verso l’esterno le due strade, viale dei Mille – viale Vittoria e viale Mentana viale Fratti, per realizzare all’interno corridoi verdi utilizzabili dalla cittadinanza. Due strisce di verde in mezzo al via vai frenetico delle auto che forse non sono proprio il concetto di piccolo paradiso verde vivibile per distrarsi in città ma che hanno un concetto urbanistico sicuramente “diverso”.

(Arianna Belloli)

 

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