Casino dei Boschi di Carrega: lo Stato che fa?

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(di Chiara Corradi, da Il Parmense) – Che la vendita del Casino dei Boschi di Carrega, terza residenza ducale di Parma, non fosse destinata a passare inosservata nella calura estiva lo si era capito fin da subito. Nella nostra recente intervista all’architetto Umberto Rovaldi avevamo accennato dell’importanza di questo complesso monumentale, dei rischi a cui si va incontro con la sua vendita e anche dei provvedimenti che dovrebbero essere urgentemente messi in campo per la sua tutela e valorizzazione. Da “Gli Amici del Parco e del Casino dei Boschi di Carrega” arriva oggi un importante appello rivolto a tutti coloro che hanno veramente a cuore questo luogo straordinario e in primis allo Stato, che stando all’art. 60 d.lgs. 42/2004 (prelazione a favore dello Stato nel caso di alienazione a titolo oneroso di beni di interesse storico, artistico e archeologico, anche detta “prelazione artistica”) avrebbe il diritto di prelazione sull’acquisto.

Il Casino dei Boschi, terza residenza ducale di Parma, oltre al Palazzo Ducale di Parma e alla Reggia di Colorno, ha la particolarità di far parte del Parco Regionale dei Boschi di Carrega, istituito peraltro nel 1982 “con la finalità di perseguire la tutela dei valori ambientali-naturalistici, paesistici, storico-culturali del territorio cui inserisce”. Dal 2012 è passato sotto la gestione dei Parchi del Ducato o Ente di gestione per i parchi e la biodiversità – Emilia Occidentale insieme ad altri 4 Parchi (Parco Fluviale Regionale del Taro, Parco Regionale Valli del Cedra e del Parma ovvero dei Cento Laghi, Parco Regionale dello Stirone e del Piacenziano, Parco Fluviale Regionale del Trebbia) e 4 Riserve Regionali. “Rispetto ai parchi sopracitati è evidente che quello dei Boschi di Carrega rappresenti un caso a sé non paragonabile ad alcuno degli altri parchi.  La stessa denominazione di parco regionale naturale non gli rende giustizia: c’è sì questo aspetto ambientale-naturalistico ma c’è pure molto altro di cui tenere conto, ossia la valenza storica, architettonica, paesaggistica. Lo stato di salute del Casino dei Boschi oggi è sotto gli occhi di tutti: la parte monumentale non è persa, è recuperabile ma la domanda è inevitabile: bisognava proprio arrivare fino a questo punto? Non sappiamo nemmeno se ci sia stata la volontà, perché di quella si tratta, di attivarsi per ottenere fondi dal PNRR…”, è l’amaro commento de “Gli Amici del Parco e del Casino dei Boschi”.

La vendita all’asta del Casino dei Boschi 

La notizia della vendita del Casino dei Boschi di Carrega risale allo scorso giugno, anche se la delibera della vendita della parte pubblica risale al marzo 2023. “Al 31 luglio – proseguono Gli Amici del Parco – non è stata presentata nessuna offerta e si paventa la possibilità di indire l’asta entro fine mese. Ci chiediamo come una proprietà pubblica meriti di essere venduta all’asta al miglior offerente”.
Ecco perché l’appello de Gli Amici dei Boschi e del Casino dei Boschi ricopre un ruolo importante, rivolgendosi a “tutti coloro che hanno la possibilità di intervenire”. “Lo Stato – concludono – avvalendosi del diritto di prelazione sull’acquisto, potrebbe consentire al Casino dei Boschi di rimanere proprietà pubblica, garantendone un’adeguata valorizzazione e fruizione da parte di tutti”. Chiara Corradi, da Il Parmense

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