Critiche al Maggiore, i sindacati dei dirigenti medici: “Un discredito infondato”

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“Caso Esposito” capitolo ennesimo.

Dopo la lettera di un gruppo di dirigenti medici, sono i sindacati della dirigenza medica dell’Azienda ospedaliero universitaria di Parma, rappresentati dalle sigle Aaroi, Anaao, Cgil Medici, Cisl Medici, a “dissociarsi e a prendere decisamente le distanze dalle recenti esternazioni relative al ‘nostro ospedale come una struttura priva di guida, in mano a persone e a professionisti incapaci'”

“Seppur  in un rapporto dialettico con i sindacati, ma sempre costruttivo, l’Azienda ospedaliero-universitaria di Parma ha sempre operato – si legge in una nota – nell’interesse della collettività ed insieme al nostro agire quotidiano, ha avuto  questa priorità e dimostrazione evidente è stata la gestione di  questi due anni di pandemia, con l’impegno, non a caso da alcuni definito eroico, di tutte le maestranze del nostro Ospedale, dirigenti, medici, infermieri, tecnici, operatori sanitari ausiliari, amministrativi”.

“Prendersi cura dell’intera collettività territoriale parmense, e spesso anche oltre, richiede saper progettare, saper comunicare, scegliere le persone con le giuste attitudini, e questo necessita di una complessa organizzazione, di periodiche verifiche che ne modifichino l’assetto sempre in funzione degli interessi di tutti i cittadini”.

“Queste sono state sempre le linee guida del confronto tra Azienda ospedaliera e sindacati medici, pertanto – conclude il comunicato –  rigettiamo decisamente il discredito infondato espresso sul nostro ospedale, esprimiamo la massima solidarietà all’intera direzione aziendale, e confermiamo il nostro quotidiano impegno affinché i cittadini di Parma e non solo abbiano sempre più fiducia, si sentano sicuri ed orgogliosi dell’ospedale Maggiore di Parma”.

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