La prima Coppa Bella

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Luca Savarese(Luca Savarese da www.stadiotardini.it) – Quel giorno a Parma, no, non era come tutti gli altri. L’acqua del suo omonimo torrente mulinava più forte del solito, le forcelle delle biciclette dei suoi cittadini, giravano più spedite che altre volte. Per forza: alla sera, arrivava la Juve, per la finale di ritorno della Coppa Italia. Era la prima finale, era una festa. All’andata, però, le cose, erano andate maluccio. Roberto Baggio, su rigore, aveva trafitto i ragazzi di Scala. Come quel primo storico giorno di serie A, il 9 settembre 1990, due anni prima, ancora un rigore per la Vecchia Signora, ancora contro il Parma. Stava diventando una cosa scomoda, ci può stare perdere contro di loro, ma farlo con un rigore, all’esordio in campionato accompagnato poi da un gol bianconero e qui invece decisivo, no, non andava proprio giù. All’epoca, quella che divenne poi, a furia di sfide, la famosa saga di Parma vs Juve, con gli emiliani a svolgere il ruolo della scomoda Cartagine per i bianconeri, Roma di turno, non esisteva ancora. Anzi, all’inizio il ducato sembrava, per la Juve, una facile meta. Gli scontri tra le due formazioni infatti, nei primi due anni di A del Parma, recitavano questo ruolino, che sorrideva a madama e mandava nello sconforto i parmigiani: oltre il sopracitato 1-2 nella prima gara del campionato 1990-91, d’andata, ci fu quella di ritorno ad aumentare la distanza: Juve-Parma 5-0. La stagione seguente ecco la vittoria di misura dei piemontesi con il solito Divin Codino. Un girone dopo 0 a 0, la prima occasione dove il Parma non uscì sconfitto. Poi venne l’atto primo della finale, perso per uno a zero. Insomma, Parma e il Parma non ne potevano davvero più di incontrare la Juventus ed uscire con le pive nel sacco. Era arrivato il momento di cambiare rotta, di gettare il cuore oltre l’ostacolo zebrato, di provare ad osare. In fondo, la squadra aveva mezzi tecnici, qualità umane, spirito di gruppo, caratteristiche che era difficile trovare in una sola squadra, in quegli anni dove il futebol italiano era molto elitario. E quel pizzico di sana incoscienza. Semifinale di ritorno, città Genova, stadio Marassi, avversario la Samp. E’ una gara sul filo di lana, tesa più di una corda di violino. Pari ha portato avanti il doria, bisogna andare all’extra time in virtù dell’uno a zero dell’andata (gol di Brolin). Sandro Melli, prima pareggia i conti poi, non contento, quando il Parma ha un rigore, batte Pagliuca, non proprio l’ultimo degli sconosciuti, con uno dei primi cucchiai in salsa italiana. Si, quel Parma era sicuro dei propri, debordanti, mezzi. Era dunque arrivato il momento per farlo presente anche parma la prima coppa non si scorda maialla storia del calcio. Il Tardini quella sera è il teatro dello stupore: si vedono mamme con bambini, nonni con nipoti, ragazze con ragazzi. Per aiutare il Parma a ribaltare il risultato contro il gigante bianconero, servono proprio tutti. Ci siamo, davanti a 24.471 spettatori, il signor Fabio Baldas della sezione di Trieste, può mettere il fischietto alla bocca e dar via ai giochi. Parma in campo con BALLOTTA, BENARRIVO, DI CHIARA, MINOTTI, APOLLONI, GRUN, MELLI, ZORATTO, OSIO, CUOGHI, BROLIN. Questi, in maglia bianca, calzoncini bianchi e calzettoni bianchi, con le immancabili righine gialloblù ai lati e sui bordi, gli scudieri scelti da mister Scala. Poi entreranno a fine gara Agostini per Melli e Pulga per Osio. Juve di Trapattoni, con la difesa da trasferta, maglia gialla, calzoncini blu e calzettoni gialli, che risponde con Peruzzi, Luppi, Marocchi, De Agostini, Kohler, Carrera, Galia, Reuter, Schillaci, Baggio, Casiraghi. Juve che cambierà nel corso della gara Carrera per Di Canio e De Agostini per Conte. Servono due gol allo spavaldo Parma per riuscire a far sua la Coppa. Arriveranno, grazie a Sandro Melli al 45’ ed al sindaco Marco Osio al minuto numero 61. Il Parma ce l’ha fatta. Ha fatto due gol, ora può davvero far festa. Finalmente è la Juve e non il Parma ad uscire scornata dalla sfida. Quando capitan Minotti andò a ricevere il trofeo, alzò al cielo una comunità intera, che aveva vinto con la sua squadra. Il film di Parma-Juve mandò in onda la sua prima puntata. Ecco il Parma formato Cartagine, che scompaginò i piani dell’impero bianconero. Fu l’inizio, di una lunga serie di imprese. L a prima cosa, anzi Coppa, bella. Luca Savarese da www.stadiotardini.it

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