Coronavirus – Bonus spesa solo a chi ha “il bollino antifascista”, bufera sul Comune di Parma

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Che a Parma sia necessario il “bollino antifascista”, ovvero la dichiarazione firmata in cui si afferma di essere antifascisti, è ormai cosa nota.
Le polemiche più forti, sui passi carrabili, sulle candidature ai ccv, e, soprattutto, per l’utilizzo degli spazi pubblici, questio finita anche davanti al Tar per il contendere di Casa Pound e Forza Nuova. 
Ora ci finisce dentro anche…il Bonus Spesa, aiuto alle famiglie per l’emergenza Covid.  Alle 19 la telefonata del sindaco ai parmigiani: è disponibile il bonus spesa. E le indicazioni su come ottenerlo .
Ma sono passate poche ore e il web, con lui i social, sono insorti: per ottenerlo, è richiesta la dichiarazione di essere antifascista. Opportuno o meno, giusto oppure no, fedele o meno alla storia di una città storicamente antifascista e regina delle Barricate, viene contestato al Comune di essere “più fascista dei fascisti, facendo una scelta razziale privando chi non firma la dichiarazione del sostegno del governo in questo momento di pandemia.
Dopo quella social, pronta l’interruzione anche della politica più vicina al quel tipo di destra.
Il primo a parlarne, uno dei leader locali di Casa Pound, Emanuele Bacchieri. 

Ecco Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, su Facebook.

Fa eco Tommaso Foti, deputato ed ex consigliere regionale Emilia di Fdi –  “Il governo chiarisca se nell’erogazione dei pochi fondi che ha destinato ai comuni per aiutare con buoni spesa chi, in questo periodo di grave crisi sanitaria ed economica, non ha soldi nemmeno per mangiare, avesse previsto, così come sta facendo il Comune di Parma, che anche la pastasciutta dovesse risultare antifascista”.
Lo dichiara Tommaso Foti, vicecapogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera annunciando interrogazione al presidente del Consiglio Giuseppe Conte per avere chiarimenti in merito alla decisione del comune di Parma di erogare buoni spesa solo a coloro che sono disposti a firmare un modulo nel quale si dichiara di non criticare la Resistenza e l’antifascismo e contestualmente di ripudiare ogni forma di xenofobia e razzismo.
“Trovo vergognoso – conclude Foti – che in qualunque momento un comune possa decidere a chi concedere buoni pasto e a chi no solo in base alle sue idee politiche. Ma farlo in un momento come questo, con l’Italia in ginocchio per l’epidemia Covid-19 è altresì squallido e indegno. Il governo faccia immediatamente chiarezza e prenda le distanze dal sindaco di Parma”.

Il commento di Riva Destra –  I cittadini di Parma devono dichiararsi antifascisti, devono ripudiare ideologie xenofobe e sessiste e ammettere di non partecipare a nessuna manifestazione di stampo nazifascista. Nulla di sbagliato infondo, se consideriamo di vivere in un paese libero e democratico che porta nel cuore la resistenza. Ma il problema è un altro. In piena emergenza Coronavirus, è questo ciò che si legge nel modulo del Comune di Parma per la richiesta dei buoni spesa da parte di chi si trova in difficoltà economiche. 

Dopo che il sindaco Pizzarotti aveva sentenziato che per ottenere il permesso del passo carraio dovevi dichiararti antifascista, ora è la volta dei buoni spesa. In un momento di profonda crisi e preoccupazione, è sconcertante apprendere una notizia di questo tipo. Uno choc per tutte le persone in difficoltà, ma ormai la città di Parma non si fa mancare proprio nulla. Una prima segnalazione è giunta sulla pagina Facebook di Priamo Bocchi, esponente di spicco della destra locale, dove un cittadino ha esposto il suo sdegno nei confronti di questa iniziativa, che tradotta in parole povere equivale a dire che se non sei antifascista non mangi. Bocchi, da sempre impegnato e schierato dalla parte dei cittadini, si è subito attivato segnalando l’accaduto ai parlamentari Foti, Bignami e al leader Giorgia Meloni.
Grande anche la rabbia di Domenico Muollo, Responsabile regionale
Riva destra- FDI, che in una nota dichiara:
<<Nemmeno nelle peggiori dittature succedevano cose simili. Tutto questo è molto grave. Un’azione del genere è imperdonabile. Non era il caso. Viviamo in una finta democrazia e la prova é proprio questa. Siamo tutti uguali? Abbiamo tutti gli stessi diritti oppure no? Mi auguro che il sindaco Pizzarotti sia pronto a scusarsi con i cittadini. Ma anche con tutti i volontari che ogni giorno sono in prima linea senza fare distinzioni di nessun genere. Perché il Coronavirus non guarda in faccia a nessuno. Non è il momento di fare inutile propaganda politica. Parma… Si, città d’arte e musica, ma a quanto pare anche di ingiustizie.>>
Il commento di Forza Nuova – “Nonostante la querela presenta a dicembre da Stefano Cirella e Roberto Fiore “Forza Nuova”, il sindaco e la sua compagnia continua con la dittatura partigiana. Se non ti dichiari antifascista ti lascerò morire di fame. È così che la pensa in un periodo molto delicato della nostra Patria, non bastano i morti da covid-19 voluti anche da questa sinistra, Pizzarotti ha pensato bene di continuare il genocidio degli ITALIANI, sia con la procedura per accedere alla richiesta, cosa improponibile per gli anziani, sia per questa fantomatica mozione completamente anticostituzionale. Come segr. Prov. Forza Nuova Parma chiedo al comune prima di tutto di semplificare l’accesso alla richiesta dei Bonus Spesa e anche di eliminare quella mozione in quanto si tratta di sopravvivenza del cittadino e non di una semplice richiesta di SALA CIVICA. Inoltre chiedo a chi di dovere (Min. Interni, Questore e Prefetto) di prendere seri provvedimenti verso tutta l’amministrazione comunale di Parma. Stefano Cirella Forza Nuova Parma”.

Anche da sinistra piovono dissensi. Il capogruppo in consiglio comunale del PD, Lavagetto:  “Non credo ai miei occhi. Lo dico da convinto antifascista. Sono soldi nazionali destinati nell’emergenza ai bisognosi. La dichiarazione antifascista, qui, proprio non c’entra niente di niente di niente (e vorrei sperare che sia un errore). Primo perché gli indigenti hanno diritto e la solidarietà è un valore, tanto quanto l’antifascismo, secondo perché l’aiuto in condizioni di difficoltà è un dovere della comunità libera, civile e democratica. E questo è uno dei più grandi lasciti proprio dell’antifascismo. Terzo perchè sono soldi nazionali ed è certamente un limite illegittimo. Basta non vivere a Parma per non avere questo problema, si tratta quindi di una discriminazione, ossia l’esatto opposto del principio di uguaglianza di cui all’art 3 della costituzione antifascista, discriminazione che peraltro ha avuto l’immediato effetto di far alzare la testa a Casa Pound. ComplimentiIl bollino è nato perchè si dava la sala civica a Roberto Fiore (che la può avere lo stesso, basta che sottoscriva). Una sala civica è una cosa diversa dall’emergenza indigenza, e qui non c’entra proprio niente, lo si tolga immediatamente, si chieda scusa all’antifascismo e si eviti di mettere in imbarazzo ulteriore la città.Faccio infine i complimenti anche al Pd nazionale che con il solito tempismo si è dimenticato proprio oggi che a Parma siamo all’opposizione, e come si vede da questo e molti altri casi, ce ne è evidentemente, purtroppo, bisogno”.

Roberta Roberti: “Sono fra coloro che hanno sostenuto a suo tempo questa iniziativa.
Ora non ho da aggiungere altro che questo: eliminate subito questa assurdità! Dopo la vicenda ridicola dei passi carrai, insistiamo su questa linea? Continuiamo a legittimare le proteste di chi ben volentieri cavalcherà questa situazione per attaccare in generale un principio sacrosanto? La solidarietà non ha colore. I soldi dello Stato per gli aiuti alimentari non possono dipendere da iniziative di questo genere da parte delle istituzioni locali. Per favore, non mettiamoci allo stesso livello di chi discrimina. Nel bisogno siamo tutti uguali”.

2 Commenti

  1. Sono contrario a una simile richiesta. Ma leggere i commenti di esponente di fdi e compagnia che “in nessuna dittatura è mai successo una cosa del genere” fa rabbrividire. Mio papà. Ceca nove figli e doveva vestire la camicia nera per potere lavorare. Non avevano forse diritto di lavorare e mangiare gli ebrei che con le leggi razziali sono stati privati del lavoro e mandati nei campi di concentramento?
    I fdi e compagnia dicano che quelle legge è quelle scelte sono state una aberrazione sociale politica economica da condannare e da non ripetere come in questo caso.

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