Totò Riina, Stato chiede 2 milioni alla famiglia per spese carcere di Parma

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Lo Stato presenta il conto agli eredi di Totò Riina. Maxi rimborso per le spese in carcere pari a 2 milioni di euro per la detenzione del capomafia arrestato a Palermo il 15 gennaio 1993, dopo 23 anni di latitanza e detenuto presso il carcere di Parma.

A notificare la cartella esattoriale da pagare a Ninetta Bagarella, la moglie del boss corleonese, è stata Riscossione Sicilia, la società che riscuote i tributi nell’isola.

Ad attivare la procedura di recupero del credito – attraverso il ministero della Giustizia – è stato il carcere di Parma, l’ultimo istituto penitenziario in cui Riina è stato detenuto ed è morto, nel novembre del 2017.

Così l’avvocato Luca Cianferoni, che per anni ha difeso Totò Riina, commenta con l’Adnkronos la notizia: “Una boutade, ci avevano già provato quando Riina era vivo. E adesso si rifanno vivi anche con i suoi  eredi…”. Due milioni di euro: è quanto dunque sarebbero costati i 24 anni di carcere duro scontati dal capo dei capi.

“E’ una boutade – dice ancora Cianferoni – ripeto – Agli altri,  come ai Provenzano o ai Morabito, è stata recapitata la cartella esattoriale?. E’ una partita di giro contabile…”. Sembra che la  famiglia abbia rinunciato formalmente alla eredità del capomafia.

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