Iren amplia e migliora il suo impianto, i progetti. Terreni adiacenti inceneritore di Ugozzolo: si pensa a impianto a biometano per 200mila tonnellate – LA REPLICA DELL’ENTE

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Si sta progettando di costruire un impianto a biometano vicino al termovalorizzatore, per circa 200mila tonnellate annue. Si tratterebbe di circa 30 camion al giorno di rifiuti organici, quasi tutti provenienti da fuori regione: l’idea è ampliare il Polo dei rifiuti di Parma, costruendo accanto all’inceneritore due grandi complessi di magazzini e impianti per selezionare il materiale della raccolta differenziata, edificando altre aree verdi ad Ugozzolo.

Alla fine, lo spazio occupato da edifici sarà più del doppio rispetto all’attuale.

Al progetto è stato dato il nome “Comparto C1”, ovvero costruzione di “Impianti di pretrattamento e stoccaggio rifiuti da raccolta differenziata e rifiuti speciali non pericolosi”.

Il comparto si comporrà di due parti, un impianto di valorizzazione di carta e plastica e linea ingombranti, è uno di “rifiuti organici”.

Il comparto, una volta realizzato, oltre ad occupare aree ad oggi verdi, porterebbe con sè un via vai inevitabile di tir carichi di rifiuti, con pesanti ripercussioni su viabilità e inquinamento ambientale e acustico non solo nel comprensorio parmigiano ma anche in comuni limitrofi che appoggiano l’iniziativa.

La stazione appaltante sta cercando aziende interessate ad effettuare investimenti per la realizzazione, non appena ottenute le regolari autorizzazioni.

La speranza di alcuni cittadini, tuttavia, soprattutto quelli residenti in zona è che il Comune di Parma, e quelli limitrofi, soggetti responsabili per la fase autorizzativa non consentano l’ulteriore ampliamento di un impianto già oggetto di pesanti opposizioni.

COS’E’ IL BIOMETANO– Il biometano è un gas che contiene prevalentemente metano (CH4) ed è prodotto da una fonte rinnovabile. Deriva infatti dal biogas sottoposto a processo di purificazione (deidratazione, desolforazione, rimozione di ammoniaca gassosa, NH3, mercaptani, polveri) e upgrading (rimozione dell’anidride carbonica, CO2) fino a quando raggiunge la qualità del gas naturale. Per tale motivo il biometano può essere immesso nella rete del gas, dopo un’opportuna compressione e odorizzazione. Al termine del processo di purificazione e upgrading, il biometano ottenuto contiene circa il 98% di metano ed è chimicamente molto simile al gas naturale. Viene ricavato prevalentemente dagli scarti agricoli e in Italia, in particolar modo la Pianura Padana, si vede un territorio caratterizzato da una delle più estese e articolate reti di gasdotti d’Europa.

Il biogas è attualmente utilizzato, nella quasi totalità, per la produzione di elettricità direttamente nel luogo di produzione in impianti di piccola-media taglia (attorno a 1 MW). Non sarebbe infatti ritenuto conveniente trasportarlo, tramite una rete dedicata, per poi convertirlo in elettricità in impianti di grande taglia più economici ed efficienti. La sostituzione di gas naturale con lo stesso quantitativo di biometano eviterebbe tuttavia  l’emissione di 8 Mt/anno di CO2 (circa il 2,5% delle emissioni totali italiane).

 

LA REPLICA DI IREN: Presentato il progetto per la progressiva delocalizzazione degli impianti del sito del Cornocchio, “non è prevista la costruzione di alcun impianto di biometano per 200mila tonnellate vicino all’impianto di Ugozzolo” – 

Gli impianti ed i trattamenti oggi effettuati nell’area verranno progressivamente trasferiti al Polo Ambientale Integrato realizzando un esempio di economia circolare a servizio del territorio.

La storica area del Cornocchio della ex AMNU, che per oltre 70 anni è stata utilizzata a servizio della gestione dei rifiuti della città di Parma, verrà presto liberata. Alcuni lavori, che si possono osservare percorrendo la tangenziale Nord, sono da tempo iniziati e comprendono la bonifica e la messa in sicurezza delle aree attorno alla tangenziale. Un nuovo progetto prevede lo smantellamento delle strutture ivi esistenti e la dismissione dell’area, nonchè il trasferimento degli impianti esistenti ed attrezzature presso il Polo Ambientale Integrato di Parma.

Dopo il decommissionamento del vecchio inceneritore del Cornocchio, avvenuto nel 2002, ed il trasferimento di gran parte degli uffici, l’area è tuttora temporaneamente utilizzata per la selezione ed il trattamento dei materiali derivanti dalla raccolta differenziata in attesa della realizzazione delle nuove strutture a suo tempo previste presso il Polo Ambientale Intergrato di Parma. In questi giorni è stato depositato da IREN, per la necessaria valutazione di impatto ambientale, il progetto di trasferimento di queste attività presso il PAI di Parma dove attualmente risulta in attività il solo termovalorizzatore.

Nell’area del PAI verrà realizzato un impianto di riciclaggio con avanzato grado di automazione per la separazione spinta dei materiali, in grado di trattare in un unico sito le diverse frazioni “secche” derivanti dalla raccolta differenziata, quali plastica, carta e cartone, integrato altresì con una linea dedicata al flusso di rifiuti ingombranti ed altri rifiuti a matrice secca. La potenzialità dell’impianto è analoga a quella attualmente autorizzata presso le aree del Cornocchio ed ammonta a 25.000 t/anno di rifiuti ingombranti, 35.000 t/anno di plastica e 100.000 t/anno di carta/cartone.

In una seconda fase è prevista la realizzazione di strutture ed impianti per lo stoccaggio delle frazioni vegetali (33.000 ton/anno) e FORSU da Raccolta Differenziata (35.000 ton/anno) in attesa di essere trasferiti verso impianti esterni (non è previsto il trattamento o la conversione in biogas in loco), terre da spazzamento (8000 ton/anno) e altre tipologie di rifiuti provenienti dalle stazioni ecologiche o realtà produttive locali. Le frazioni biodegradabili (organico e potature) verranno confinate in un capannone chiuso e, nell’area, verranno convogliati rifiuti provenienti dalla raccolta differenziata delle stazioni ecologiche (3.000 t/anno di rifiuti mono-materiali, quali legno, cassette in plastica, pneumatici) o dal tessuto produttivo locale (11.000 t/anno di imballaggi in materiali misti, vetro, pneumatici, legno…) per essere avviati al riutilizzo. Verrà quindi realizzato un impianto di economia circolare a servizio del territorio.

Le strutture previste sono finalizzate a trasferire completamente le attività di trasferimento/trattamento rifiuti residue rimaste attive presso il sito del Cornocchio. In questo senso il progetto nella sua seconda fase comporterà la dismissione dell’area impiantistica di trattamento rifiuti ad oggi presente nel’area di Via Baganzola, non più idonea allo scopo in quanto troppo vicina alla città ed alla confluenza del canale Abbeveratoia e del Canale Galasso.

I lavori di realizzazione delle nuove strutture avranno una durata di circa 24 mesi per la prima fase. Nella progettazione sono stati adottati criteri di sostenibilità e di basso impatto ambientale. Particolare attenzione è stata riservata al trattamento dell’aria esausta di lavorazione che prevede l’utilizzo di filtri a maniche e scrubber a doppio stadio per l’eliminazione delle polveri ed il trattamento delle arie provenienti dai capannoni della FORSU e del rifiuto verde.

È prevista poi l’installazione di un impianto fotovoltaico sulla copertura degli edifici sulla falda con esposizione migliore. La potenza totale dell’impianto sarà di 421,30 kWp in grado di garantire una produzione stimata pari a 357.000 kWh/anno, con una produzione specifica media di circa 850 kWh/kWp in grado di soddisfare una buona parte del fabbisogno energetico degli impianti: il bilancio di emissione di CO2 prevede infatti un quantitativo pari a 15.444.870 tonnellate di CO2 evitate ogni anno.

Per quanto concerne gli impianti le strutture saranno fondate su basamenti e pavimentazioni impermeabili in grado di evitare possibili spandimenti di sostanze e le piazzole adibite allo stoccaggio dei rifiuti saranno realizzate in cemento armato con interposti teli in hdpe sarà tale da evitare infiltrazioni nel suolo.

Il progetto, inoltre, tiene conto dei vincoli architettonici imposti dalla esistenza del termovalorizzatore cogenerativo: tutti i fabbricati all’interno dell’area del PAI sono stati concepiti come edifici minori da armonizzare con l’edificio principale in continuità con le finiture già adottate nel Termovalorizzatore. Allo scopo sono previsti rivestimenti di facciata in lamiere microforate con andamento a spezzata irregolare, con volumi minori rivestiti in facciate ventilate in cotto, che richiameranno il linguaggio architettonico del fabbricato principale, riverberandolo con un ritmo più disteso.

L’investimento complessivo per la realizzazione delle nuove strutture a servizio dell’economia circolare del territorio ammonterà a circa 23 milioni di Euro.

1 commento

  1. PRESENTATO IL PROGETTO PER LA PROGRESSIVA DELOCALIZZAZIONE DEGLI IMPIANTI DEL SITO DEL CORNOCCHIO
    Gli impianti ed i trattamenti oggi effettuati nell’area verranno progressivamente trasferiti al Polo Ambientale Integrato realizzando un esempio di economia circolare a servizio del territorio.

    La storica area del Cornocchio della ex AMNU, che per oltre 70 anni è stata utilizzata a servizio della gestione dei rifiuti della città di Parma, verrà presto liberata. Alcuni lavori, che si possono osservare percorrendo la tangenziale Nord, sono da tempo iniziati e comprendono la bonifica e la messa in sicurezza delle aree attorno alla tangenziale. Un nuovo progetto prevede lo smantellamento delle strutture ivi esistenti e la dismissione dell’area, nonchè il trasferimento degli impianti esistenti ed attrezzature presso il Polo Ambientale Integrato di Parma.

    Dopo il decommissionamento del vecchio inceneritore del Cornocchio, avvenuto nel 2002, ed il trasferimento di gran parte degli uffici, l’area è tuttora temporaneamente utilizzata per la selezione ed il trattamento dei materiali derivanti dalla raccolta differenziata in attesa della realizzazione delle nuove strutture a suo tempo previste presso il Polo Ambientale Intergrato di Parma. In questi giorni è stato depositato da IREN, per la necessaria valutazione di impatto ambientale, il progetto di trasferimento di queste attività presso il PAI di Parma dove attualmente risulta in attività il solo termovalorizzatore.

    Nell’area del PAI verrà realizzato un impianto di riciclaggio con avanzato grado di automazione per la separazione spinta dei materiali, in grado di trattare in un unico sito le diverse frazioni “secche” derivanti dalla raccolta differenziata, quali plastica, carta e cartone, integrato altresì con una linea dedicata al flusso di rifiuti ingombranti ed altri rifiuti a matrice secca. La potenzialità dell’impianto è analoga a quella attualmente autorizzata presso le aree del Cornocchio ed ammonta a 25.000 t/anno di rifiuti ingombranti, 35.000 t/anno di plastica e 100.000 t/anno di carta/cartone.

    In una seconda fase è prevista la realizzazione di strutture ed impianti per lo stoccaggio delle frazioni vegetali (33.000 ton/anno) e FORSU da Raccolta Differenziata (35.000 ton/anno) in attesa di essere trasferiti verso impianti esterni (non è previsto il trattamento o la conversione in biogas in loco), terre da spazzamento (8000 ton/anno) e altre tipologie di rifiuti provenienti dalle stazioni ecologiche o realtà produttive locali. Le frazioni biodegradabili (organico e potature) verranno confinate in un capannone chiuso e, nell’area, verranno convogliati rifiuti provenienti dalla raccolta differenziata delle stazioni ecologiche (3.000 t/anno di rifiuti mono-materiali, quali legno, cassette in plastica, pneumatici) o dal tessuto produttivo locale (11.000 t/anno di imballaggi in materiali misti, vetro, pneumatici, legno…) per essere avviati al riutilizzo. Verrà quindi realizzato un impianto di economia circolare a servizio del territorio.

    Le strutture previste sono finalizzate a trasferire completamente le attività di trasferimento/trattamento rifiuti residue rimaste attive presso il sito del Cornocchio. In questo senso il progetto nella sua seconda fase comporterà la dismissione dell’area impiantistica di trattamento rifiuti ad oggi presente nel’area di Via Baganzola, non più idonea allo scopo in quanto troppo vicina alla città ed alla confluenza del canale Abbeveratoia e del Canale Galasso.

    I lavori di realizzazione delle nuove strutture avranno una durata di circa 24 mesi per la prima fase. Nella progettazione sono stati adottati criteri di sostenibilità e di basso impatto ambientale. Particolare attenzione è stata riservata al trattamento dell’aria esausta di lavorazione che prevede l’utilizzo di filtri a maniche e scrubber a doppio stadio per l’eliminazione delle polveri ed il trattamento delle arie provenienti dai capannoni della FORSU e del rifiuto verde.

    È prevista poi l’installazione di un impianto fotovoltaico sulla copertura degli edifici sulla falda con esposizione migliore. La potenza totale dell’impianto sarà di 421,30 kWp in grado di garantire una produzione stimata pari a 357.000 kWh/anno, con una produzione specifica media di circa 850 kWh/kWp in grado di soddisfare una buona parte del fabbisogno energetico degli impianti: il bilancio di emissione di CO2 prevede infatti un quantitativo pari a 15.444.870 tonnellate di CO2 evitate ogni anno.

    Per quanto concerne gli impianti le strutture saranno fondate su basamenti e pavimentazioni impermeabili in grado di evitare possibili spandimenti di sostanze e le piazzole adibite allo stoccaggio dei rifiuti saranno realizzate in cemento armato con interposti teli in hdpe sarà tale da evitare infiltrazioni nel suolo.

    Il progetto, inoltre, tiene conto dei vincoli architettonici imposti dalla esistenza del termovalorizzatore cogenerativo: tutti i fabbricati all’interno dell’area del PAI sono stati concepiti come edifici minori da armonizzare con l’edificio principale in continuità con le finiture già adottate nel Termovalorizzatore. Allo scopo sono previsti rivestimenti di facciata in lamiere microforate con andamento a spezzata irregolare, con volumi minori rivestiti in facciate ventilate in cotto, che richiameranno il linguaggio architettonico del fabbricato principale, riverberandolo con un ritmo più disteso.

    L’investimento complessivo per la realizzazione delle nuove strutture a servizio dell’economia circolare del territorio ammonterà a circa 23 milioni di Euro.

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