Bonetti contro la Casa delle Donne: “Gravi accuse, siamo aperti al dialogo per la loro sede”

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L’assessore con delega alle Pari Opportunità del Comune di Parma Caterina Bonetti replica alla Casa delle Donne, che l’aveva accusata di mentire.

“Rispetto al dibattito che si è aperto in merito alla situazione di Casa delle donne ritengo doveroso fare alcune precisazioni. La prima, preliminare, riguarda l’impegno sulle politiche di genere e pari opportunità, che sono portate avanti quotidianamente dall’assessorato con iniziative, interventi nelle scuole, percorsi culturali e sociali nel corso di tutto l’anno, con un costante sostegno alle realtà che per le politiche di genere operano, che si riflette anche in un contributo economico pluriennale a bilancio dedicato a Casa delle donne per le sue attività, così come nel supporto per la realizzazione di iniziative da loro realizzate nel corso dell’ultimo anno e mezzo, fra le quali quelle più volte citate come il festival Re Sister e le iniziative di incontro, dibattito, promozione culturale.

Un impegno quindi non a parole, ma molto concreto, che si esprime attraverso i tavoli di lavoro con enti e associazioni che si dedicano al tema di genere. In occasione della giornata del 25 novembre è stato realizzato un calendario di 25 iniziative dedicate al contrasto alla violenza di genere, in collaborazione stretta con le realtà associative territoriali, così come in occasione dell’8 marzo un programma di 20 eventi dedicati alla Giornata internazionale della donna. Non sono numeri, ma una precisa volontà politica di fare rete, senza calare dall’altro programmi, ma affiancando e sostenendo le realtà già attive e presenti nel territorio, portando poi contenuti dedicati a cura del Comune.

Venendo al tema della sede di Casa delle donne è importante fare alcune precisazioni: fin dal nostro insediamento il lavoro di mediazione svolto per trovare una soluzione su largo 8 marzo che consentisse a Casa delle donne di trovare una sede e, parallelamente, non portasse per questo all’allontanamento del circolo anziani lì collocato è stato costante. Questo perché mettere in conflitto le politiche di genere e dei diritti delle donne con le politiche sociali di un soggetto storico del quartiere non ci è mai sembrata la strada giusta per avviare un percorso positivo per la città. Idea, per altro, condivisa anche con il coordinamento di Casa delle donne, che non si è mai mostrato insensibile alla questione.

Purtroppo l’idea di una co-abitazione è tramontata nel corso dei mesi, per le differenti esigenze delle due associazioni, cosa che, di fatto, ha portato la stessa Casa delle donne a passare dall’ipotesi di patto di collaborazione, che prevede un utilizzo non esclusivo dei locali assegnati e una collaborazione con altre associazioni per le attività da svolgersi negli spazi, alla richiesta di una sede in concessione. Non un’interruzione da parte del settore della stesura del patto di collaborazione quindi, ma un’impossibilità oggettiva a procedere, stante la richiesta di una sede ad uso esclusivo.

È grave quindi l’accusa secondo la quale per l’Amministrazione le politiche di genere andrebbero bene per pulirsi la coscienza il 25 novembre, restando sempre e solo belle parole alle quali non seguono fatti e scelte politiche concrete”. I fatti dimostrano qualcosa di profondamente diverso e, crediamo, lo possano testimoniare le tante realtà coinvolte in attività concrete e non di facciata. Manteniamo, come abbiamo sempre fatto, aperto lo spazio di discussione sulla sede, con tutte le valutazioni di merito sugli spazi e le modalità di collaborazione, ma ci teniamo a sottolineare che l’impegno nella lotta alla violenza di genere, nell’empowerment femminile e nel cammino culturale della parità non passa solo dall’assegnazione di una sede associativa. Il nostro lavoro quotidiano continua, anche per trovare una collocazione a Casa delle donne”

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