Per il Comitato il progetto rivisto non rende il Tardini il migliore possibile

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(di Gabriele Majo direttore responsabile di StadioTardini.it) – Pur essendomi ripromesso una pausa sugli approfondimenti dedicati alla non banale vicenda sul rifacendo Tardini, nessi e connessi, nella settimana che prevede anche il turno infrasettimanale di stasera col Cosenza, per non creare turbative e distrazioni (come se in campo ci andassero i nostri lettori…), debbo per forza cambiare idea, un po’ perché altri media continuano a parlarne (ieri sera, ad esempio, video collegato con Bar Sport c’era un interlocutorio Marco Bosi), un po’ perché l’altro giorno, chiosando l’intervista esclusiva di Luca Martines alla Gazzetta di Parma, ci chiedevamo se davvero, come auspicato dal Managing Director Corporate, quello rivisto in occasione della spedizione delle tavole mancanti alla Conferenza dei Servizi (il cui esito non andrebbe mai dato per scontato, almeno per rispetto…), fosse davvero il progetto migliore per accontentare tutti.

La risposta non si è fatta attendere, in quanto ieri, lunedì 26 febbraio 2024, il Comitato Tardini Sostenibile, in una nota stampa riportata come di consueto da Parma Repubblica, si è così rivolto al manager: “Egregio signor Martines, non ci prenda in giro, per favore!”, specificando: “Diciamolo con onestà, quindi: le modifiche fatte al progetto sono state imposte dal vincolo e non per grazia ricevuta, e ancora non bastano per rispettare quel vincolo compiutamente” e spiegando: “Nel giugno scorso, il Parma Calcio, che tanto tiene alla cultura della città, ha immediatamente fatto ricorso al Ministero dei Beni Culturali, chiedendo l’eliminazione totale del vincolo di ingresso. Il Comitato Tardini Sostenibile si è costituito in difesa del vincolo e il Ministero ci ha dato ragione. Quell’area ben definita da particelle catastali deve essere mantenuta libera da costruzioni, sopra e sotto terra, e nelle condizioni originarie in cui si trova”, bollando, come da titolo: “Quando la pezza è peggio del buco”, con le proprie ragioni opportunamente sviscerate nella nota.

Un caro amico, cui lo stadio sta davvero a cuore, nel timore che KK possa rompersi gli zebedei (Maletti potrebbe tradurgli il bali, con la dieresi sulla a, visto l’interesse del presidente Crociato per il nostro vernacolo) della burocrazia italica e rinunziare ad irrorare la sua pioggia dorata per il rifacimento dell’Ennio, suole ripetermi il motto: “l’ottimo è nemico del bene”, ma Martines ha parlato di migliore e meglio, nella gradualità degli aggettivi, è intermedio tra l’ordinario buono e il superlativo ottimo. L’arduo problema è trovare una mediazione che davvero contemperi il pensiero di tutti: e non è solo una questione di estremismi, in quanto anche un moderato come me, talora, trova giustificate alcune argomentazioni espresse dal Comitato, quando non esagera nell’ideologia e censura preventiva degli avversari.

Il tema, ad esempio, della storica tribuna centrale, tutt’ora presente nel ventre del Tardini, sia pure imbragata dal prefabbricato regalato da Calisto, non è banale, sebbene non ritenuta dalla Soprintendenza meritevole di vincolo di tutela quale bene culturale, scelta che il Comitato ritiene sbagliata. Ora, si potrà discettare su quanto possa essere utile mantenerla tenendola nascosta (evidentemente nel ’90 si era cercato un compromesso che salvasse capra e cavoli) e quanto raderla al suolo per poter meglio procedere con l’edificazione del nuovo stadio.

Nel restyling della stazione ferroviaria di Parma, ad esempio, gli edifici preesistenti sono stati mantenuti, sia pure sovrastati da una struttura (sul cui valore estetico è lecito interrogarsi) per renderla più funzionale alle esigenze dei viaggiatori del terzo millennio. Non mi pare, obiettivamente, che sia palese la volontà di mantenere e rispettare il contesto pre-esistente progettato un secolo fa da Leoni, al di là della Porta Monumentale che resterebbe lì, fine a sé stessa, magari con le palazzine a tenerle compagnia nella grande area vuota.

Sulla vexata quaestio della scuola Puccini, debbo riferire che io, che avevo frequentato la Michele Vitali, ci rimasi male quando venne abbattuta e fui felice, anni dopo, di ritrovare almeno il busto del valoroso bersagliere medaglia d’oro al valore militare, che avevamo in cortile, nel vecchio Municipio di Via Zarotto, e poi (essendo un bene culturale catalogato) trasferito al Parco della Cittadella. Come si è potuto abbattere quella scuola, del resto come tante altre in giro per la città e la provincia, penso si possa fare tranquillamente altrettanto per il fatiscente edificio, trovando una soluzione più funzionale, perché, in effetti, è corretto guardare avanti, almeno con il senso temporale del domani o del dopodomani, anche se altri hanno cannocchiali speciali che li proiettano già tra oltre un secolo…

Nella nota diffusa ieri dal CTS, si accenna, infine, a un tema che a noi di StadioTardini.it, come noto, sta molto a cuore, ossia lo stadio provvisorio: e riteniamo una grande vittoria che la Società, contraddicendo sé stessa (ma attenti a cantar vittoria troppo presto, perché a proclami e dietrofront abbiamo già assistito…), per bocca di Martines, sempre nell’intervista esclusiva a Rinaldi, abbia ora dichiarato che la prossima stagione si giocherà al Tardini (attuale), con inizio lavori procrastinato di un anno (giugno 2025) e che trovare un temporary in provincia sia una priorità assoluta per il club. Scrive il comitato: “Per quanto riguarda poi il nuovo stadio provvisorio, porti attenzione l’amministrazione comunale che vorrà avere sul suo territorio una infrastruttura che altera il disegno e le scelte urbanistiche conquistate con anni di fatica e di incontri tra le realtà locali. Una costruzione di enorme impatto che poi sarà abbandonata, lasciando costi di manutenzione impossibili e degrado annunciato”.

Non sappiamo se quello del Comitato sia un voler mettere le mani avanti, dal momento che, fino ad ora, non si è mai ventilato che il “temporary” possa essere ubicato in città. Infatti, come ammesso da Martines alla Gazzetta, la partita la stanno giocando le amministrazioni di Fidenza (più zona padel a Vaio che ristrutturazione del Ballotta), Montechiarugolo (per Monticelli Terme) e Noceto (un’area che ci risulterebbe privata più vicina agli svincoli che non un allargamento del Noce), ma ne sapremo di più se e quando i rispettivi primi cittadini ci vorranno ricevere come da nostra richiesta, alle quali sarebbe corretto aggiungere anche Sorbolo-Mezzani, nonostante il Sindaco Nicola Cesari abbia preferito proporre il proprio comune in modo mediatico, anziché conferire direttamente, come gli altri colleghi, rivolgendosi alla Società, come detto da Martines.

Effettivamente una soluzione cittadina potrebbe avere ancora più senso, ma l’ipotesi non sarebbe mai stata presa in esame proprio per evitare ulteriori contrasti con i pasionari del Comitato, i quali, potrebbero poi iniziare ad attaccare per rendere definitivo il provvisorio, liberando così l’area del Tardini… Anche se non è trapelato (ancora) da nessuna parte, tra le opzioni allo studio ci sarebbe un’area vicino al The Space Campus, mentre un’altra ipotesi affascinante potrebbe essere a Fognano, ben servita da ogni snodo (e persino l’aeroporto vicino…), nei campi in uso allo Juventus Club, che potrebbe in seguito avere in eredità le strutture portanti del provvisorio, evitando di lasciare in giro catafalchi che non piacciono al Comitato… Gabriele Majo (direttore responsabile di StadioTardini.it)

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