Smog, dieci giorni di valori alle stelle: Parma maglia nera per la cappa

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Schizzano gli indicatori di smog nel cuore della Pianura padana: in Emilia sono stati registrati livelli di particolato pm10 (che comprende anche polveri pm2.5) oltre il doppio della soglia giornaliera indicata per legge che è di 50 microgrammi per metro cubo.

Per dieci giorni su 14 questo limite è stato di gran lunga superato nel Piacentino, con un picco di 119 (ieri), e nel Modenese, con un massimo di 111 (sabato). I 119 microgrammi di Piacenza sono il valore più alto registrato da inizio anno in regione. Modena invece è già a 29 sforamenti giornalieri del limite, molto vicina alla soglia dei 35 sforamenti annui indicati dall’Ue.

A Reggio Emilia gli sforamenti ci sono stati in 9 giorni degli ultimi 14 con un picco di 108 microgrammi per metro cubo rilevato ieri, mentre a Bologna e provincia gli sforamenti sono stati 6 in due settimane, con un valore massimo di 93 toccato domenica.

Per tre giorni di fila – sabato, domenica e lunedì – in tutta la regione si è sforato il valore limite dei 50 microgrammi per metro cubo di pm10: maglia nera, come la cappa di smog, a Piacenza, Reggio Emilia e Parma.

Pm2.5, valori altissimi

Picchi di polveri sottili – pm2.5 – sono stati registrati negli ultimi giorni in Emilia-Romagna, valori «fra i più alti rilevati da inizio anno». Lo dice all’ANSA Vanes Poluzzi, responsabile del Centro tematico regionale di Qualità dell’aria di Arpae, l’Agenzia regionale per l’ambiente.

Dalla mappa dei dati dalle stazioni fisse per il monitoraggio della qualità dell’aria di Arpae emerge un peggioramento negli ultimi cinque giorni. Ieri ad esempio giornata da bollino rosso, fra le diverse stazioni, a Piacenza (Parco Montecucco) e Bologna (Giardini Margherita) con 77 microgrammi di pm2.5 per metro cubo. Ma c’è di peggio: il bollino «viola». A Modena ieri al parco Ferrari si registravano 94 microgrammi di pm2.5 per metro cubo, sabato ben 100. A Parma ieri 87 microgrammi e il giorno prima 84. A Reggio Emilia ieri 82.

«Per il pm2.5 non abbiamo una soglia di sforamento giornaliera – spiega Poluzzi – ma la normativa imposta da direttiva Ue indica come soglia cui attenersi una concentrazione media annua entro i 25 microgrammi per metro cubo». Valori così alti di questi giorni vanno dunque poi inquadrati in modo più ampio, nella media annua che la regione da tempo non sfora.

«Preoccupa» però il rapporto tra pm2.5 e pm10 di questi ultimi giorni: «è un valore che tende e si avvicina all’1. Questo – spiega Poluzzi – significa che quella quantità di pm10 è quasi tutta composta da pm2.5. Particelle ancora più sottili frutto non di emissioni dirette ma del cosiddetto inquinamento secondario». Quello cioè che si forma dalle reazioni fisico-chimiche fra gli inquinanti primari emessi dalle auto, dagli allevamenti, dal riscaldamento e dalle industrie.

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