Parma Calcio, Le grandi opere: Tutti (i ritardi de) gli uomini del presidente

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(Gabriele Majo, direttore responsabile StadioTardini.it) – La scorsa settimana, tramite una video intervista concessa a Vanni Zagnoli – giornalista reggiano specialista in costume (a parte, quando se lo leva quando fa la doccia…) e qualche anno fa premiato dall’USSI, Unione Stampa Sportiva Italiana – in occasione delle premiazioni di Natale in Vetrina Crociata, abbiamo avuto modo di conoscere origini e formazione di Luca Martines, Managing Director Corporate del Parma Calcio 1913.

“Io sono italianissimo, anche se il mio cognome è spagnolo, sono veneziano, sono del ’75, però sono cresciuto a Terni, in Umbria, dove ho trascorso l’infanzia. A Terni ho fatto tutte le scuole elementari, medie e superiori. Mi sono diplomato al Liceo Scientifico con 54/60, alle medie non ricordo. Poi ho fatto l’Università: mi sono laureato in Scienze Politiche alla Sapienza, con 108/110. Ho fatto la tesi sulla Propaganda sovversiva e contropropaganda nazionale fra le due guerre, in storia militare, e poi mi sono specializzato in Tutela dei diritti umanitari fondamentali ed organizzazioni internazionali. Ho fatto due anni in Marina, mi sono occupato di relazioni diplomatiche sulla nave scuola Amerigo Vespucci, avevo 26 anni. Siamo partiti da La Spezia e siamo arrivati ad Auckland (Nuova Zelanda), poi sono andato a Parigi dove ho lavorato nel mondo del digitale per quasi 20 anni, poi ho fatto l’amministratore delegato per una società di outdoor, prodotti di abbigliamento sportivo in Piemonte, poi Castelli Sailing in Veneto. Ora sono quasi due anni che sono al Parma Calcio, non sono, in effetti, uno specialista del calcio, vengo dal mondo del running, mi ispiro al mio primo amministratore delegato, Federico Marchetti, alla Yoox, tra Bologna e Milano e lui è stato il più grande maestro che ho avuto. Adesso vivo qui a Parma, vicino allo stadio. Come sport io corro, faccio l’ultra-trail. Mi ispiro a Thomas Sankara, un uomo politico nel Burkina-Faso degli anni ’80, un illuminato…”.

Propaganda e contropropaganda, però, non riguardano solo le guerre, ma si possono adattare a qualsiasi tipo di divulgazione: non è dunque un caso, se, al Parma Calcio, era stato conferito, nel novembre scorso, il premio per la miglior Comunicazione legata al progetto del nuovo Stadio di Parma, nella splendida cornice del Saint Joseph Resort di Salerno, nell’ambito della 12esima edizione del Festival del Calcio Italiano, nella serata dedicata agli “Sport Marketing Awards”.

A ritirare l’ambito riconoscimento, attribuito dalla giuria presieduta da Donato Alfano, erano presenti l’Head of Press Office and Communication Fabrizio Cometti (che, un mese prima, Ottobre 2023 aveva già ricevuto, presente il Ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi, nel salone d’onore del CONI a Roma, dal Presidente Giovanni Malagò, l’altrettanto rinomato Premio Scopigno che lui aveva generosamente allargato alla squadra invisibile) e l’Operations Director Stefano Perrone che hanno raccontato il percorso che ha accompagnato la realizzazione del progetto del nuovo Stadio di Parma sotto l’aspetto tecnico e comunicativo. E, datosi che l’area comunicazione rientra tra quelle dirette da Luca Martines, tale premio, di diritto, appartiene anche a lui, soprattutto a lui, del resto conoscitore dei segreti della propaganda e contropropaganda.

Ma dalla propalazione con annunci ad effetto – valsi i premi di cui sopra – bisognerebbe passare ai fatti concreti, perché il padrone della vigna (stiamo mischiando un po’ le parabole, ma almeno c’è attinenza con l’altra attività italiana del presidente) preferisce gratificare chi meglio sfrutta i talenti ricevuti. Ed il passaggio tra il dire ed il fare non riguarda il solo Stadio Tardini, ma un po’ tutte le grandi opere per le quali l’imprenditore americano non ha lesinato risorse.

Facciamo una panoramica, iniziando, appunto dallo Stadio Tardini: in una intervista esclusiva concessa a Guglielmo Trupo e pubblicata da Parma Today il 29 dicembre 2023, Luca Martines aveva dichiarato: “La Conferenza dei Servizi e i suoi enti hanno chiesto documenti integrativi: chiarimenti rispetto ad aspetti procedurali. Hanno avanzato, ed è nelle loro facoltà farlo, circa 150 richieste. Si tratta principalmente di fono-rilevazioni, di aspetti prettamente tecnici relativi agli impianti, a tutto quella che è la parte idrica, elettrica, sul funzionamento di determinate procedure. Il Parma Calcio ha risposto fornendo la quasi totalità dei documenti per le richieste avanzate. Tutte le principali ‘rimostranze’ hanno trovato risposta. Ne sono rimaste fuori una decina. Alcune hanno bisogno di un periodo di tempo più lungo per essere dipanate…”. 

Peccato che sia di pochi giorni fa (a meno di un mese da quella chiacchierata) l’indiscrezione, non smentita dal club, che sia stato proprio la Società a chiedere una proroga per la ritardata presentazione della documentazione, con conseguente slittamento dell’esame da parte della Conferenza dei Servizi (poi, però, non prendiamocela con la burocrazia italiana…) e, di conseguenza, dell’inizio dei lavori, con la scadenza del cantiere estivo clamorosamente bucata.

Non tutti i mali vengono per nuocere, tuttavia, perché grazie a questo contrattempo, la prossima Serie A si potrà giocare allo Stadio Ennio Tardini e non in esilio a Piacenza (dove, peraltro, i locali ultrà han fatto sapere che non saremmo ospiti graditi) o altrove, evitando di disperdere l’entusiasmo che Fabio Pecchia e i suoi calciatori stanno infondendo in una tifoseria che ne aveva proprio bisogno dopo tre anni di delusioni assortite.

Certo, lo affermo col senno di poi, ma, se non fosse stato ritirato, senza degnarlo di uno sguardo, l’iniziale progetto più snello, avanzato dalla proprietà parmigiana, in questi tre anni di purgatorio, il New Tardini sarebbe già stato fatto, pronto per ospitare, al momento giusto, la massima serie, senza le complicanze di pensare a suicide migrazioni di massa o a dispendiosi stadi provvisori, di cui ci si è fatti fuggir dal seno l’idea, senza che ci fosse uno straccio di studio preventivo sul dove-come-quando farlo.

Nella stessa intervista a Guglielmo Trupo, Luca Martines, a proposito dei lavori al Centro Sportivo di Collecchio, aveva anche affermato:Senza nasconderci, devo dire che il progetto Stadio ha preso più tempo. Avevamo questa urgenza. Il team che si dedica allo stadio è lo stesso che si dedica al centro sportivo. Avevamo necessità di sbrigare situazioni relative alla Conferenza dei Servizi, ma con il nuovo anno vi dico che prenderemo in mano anche questa situazione per ripartire più veloce“.

Come osservato nel paragrafo precedente, però, nonostante tutte le forze profuse, sul fronte Stadio si registrano rallentamenti, così come non palesa alcun tipo di avanzamento quel “centro di eccellenza dove si possano forgiare i futuri campioni sportivi e che possa basarsi su dei valori quali la performance sportiva, l’inclusività e la comunità energetica”, di cui, come da notula d’annunzio ufficiale e presentazione del 14 marzo 2023 del Masterplan del Centro Sportivo di Collecchio che “è la nostra casa e dove ci alleniamo. Questo progetto risponde all’idea e a una visione di lungo termine del Presidente Krause e del Club.”

La visione è di lungo termine, certo, peccato, però, che in attesa dell’avveniristica struttura con 24 campi, o 16, o 12 (parafrasando un noto striscione dei Boys: “Con il Centro Sportivo non si capisce cosa volete fare”) tutto sia ancora in alto mare.

E la struttura, da anni, è fatiscente e bisognosa di ritocchi: ci ha messo il carico pure il sindaco di Noceto Fabio Fecci, che, in occasione della inaugurazione dell’Hub (non vaccinale) del Parma Femminile, nel suo territorio, ha affermato, come riporta la Gazzetta di Parma: “Abbiamo tutto il settore femminile del Parma Calcio, l’Under 16 e l’Under 17 maschile. In futuro potremmo accogliere anche la formazione Primavera…”.

La Primavera (maschile), come noto, gioca sul campo centrale in erba naturale del Settore Giovanile al Mutti Training Center di Collecchio: se non per i lavori, potrebbe emigrare a Noceto in caso di promozione in Primavera 1 (temiamo dopo i play off, perché difficilmente la capolista Cremonese, che ha 12 punti in più, perderà terreno): al di là dell’illuminazione posticcia, a Collecchio manca totalmente una copertura ed una tribuna attrezzata per giornalisti e operatori.

Infine, sempre a Trupo, Martines ha svelato, con un giro di parole, che, di fatto, a decidere come ristrutturare il training center tocchi al suo omologo (managing director) lato Sport, Roel Vaejens: “Stiamo facendo delle riflessioni sulle richieste dell’Area Sportiva, quella che sostanzialmente guida questo progetto“. Ma nella tentacolare organizzazione del Parma Calcio targato Krause ci sono anche altre professionalità internazionali arrivate allo scopo di valorizzare le strutture e studiare come procurarne ricavi.

Ad aprile 2023, poi, ci fu grande fanfara per l’acquisizione, da parte del tycoon del “building” noto come Centro Direzionale Parmalat. “E’ una sfida epocale, il crac è una ferita mai rimarginata, che ha lasciato tracce nella comunità. Da quelle macerie ripartiamo: il valore aggiunto saranno la fruibilità degli spazi e l’impatto sulla mobilità sostenibile, ambienti dedicati a giovani e scuole”. Ma anche in questo caso, nove mesi dopo, la gestazione non ha ancora partorito nulla. Forse un topolino… Gabriele Majo (direttore responsabile StadioTardini.it)

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