Sanità e Giochi di Potere VIII – L o “sceriffo” si fa giustizia da sé, la Magistratura sta a guardare e Robin Hood che fa?

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Sappiamo che i nostri lettori ieri speravano nel gran finale e sono rimasti in suspense. Abbiamo voluto lasciare spazio ai cittadini, che ci hanno ringraziato per il nostro lavoro, ci hanno confermato che tutto quello scritto finora è vero e noto in Ospedale e si chiedono perché nessuno intervenga (citano anche il Sindaco). Immaginiamo che tra i lettori ci siano anche lo “sceriffo” e i suoi accoliti perché dal giorno dopo il nostro volume sulla “gestione COVID” a Parma non si sono più visti morti di COVID per 5 giorni. Forse tocca mandare nuovamente gli oculisti nei reparti COVID per essere sicuri che chi è lì veda bene. D’altra parte, ai numeri che fornisce lo “sceriffo” noi non crediamo più: da quello che sembrava un errore nel conteggio di 14 letti siamo arrivati a un buco di bilancio di qualche milione di euro e abbiamo già ricordato i 154 morti per COVID non visti all’inizio della pandemia. Comunque andiamo avanti. Nel capitolo VII abbiamo illustrato come l’Esposito, terza ricercatrice italiana secondo le classifiche nazionali, non riesca a fare ricerca presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma perché la Direzione Aziendale non le autorizza gli studi più innovativi e quelli farmacologici anche quando approvati dal Comitato Etico, limitandosi ad approvare (e neanche sempre) ricerche retrospettive sicuramente non innovative. Arriviamo ora alle conclusioni in cui si dimostra che lei nel Presidente Bonaccini ci credeva, sperava mettesse uno stop al malcostume che impera nell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma e, invece, Robin Hood ha accettato che fosse lei ad essere sospesa e lo “sceriffo” addirittura promosso

Consicerazioni da cittadina

Non voglio entrare in valutazioni politiche (non ne sarei capace, su questo rischio di fare casino io!) ma ho una curiosità enorme e mi permetto di farLe una domanda. Mi sembra che il PD, partito che governa da sempre la Regione Emilia-Romagna, non abbia la maggioranza a Parma da 23 anni. Per 13 di questi 23 anni a Parma c’è sempre stato Fabi come Direttore Generale. Desumo che in Regione lo consideriate bravissimo perché altrimenti non si spiegherebbe come abbiate potuto confermare ripetutamente un Direttore Generale che non ha la forza di portare sufficienti voti al Partito. D’altra parte, se un Direttore Generale è ben inserito nel territorio e fornisce risposte, i voti li porta. Le hanno detto i nomi delle persone che Fabi propone per rappresentarlo agli eventi pubblici del PD a Parma? Secondo Lei sono autorevoli e votabili da una città snob come Parma?

Riflessioni conclusive

Se fossi stata un maschio con i capelli grigi (o senza capelli) sarebbe stato diverso? A me sembra di essere sottoposta a prepotenze continue da una Direzione Aziendale e da un Direttore di Dipartimento che non hanno alcun rispetto delle persone, delle competenze e delle strutture pubbliche (a volte anche delle leggi), considerano esperti professionisti che sono esperti solo per loro, creano un ambiente dal clima malato in cui imperano calunnie e credenze basate sul passaparola. Viene mantenuto tutto immobile nel timore che qualsiasi cambiamento possa equivalere alla perdita di qualche privilegio da parte di qualcuno.

A Lei conviene tenere tutto fermo? In fondo se, una volta mangiato il panettone (essendo di Milano, come può immaginare, di panettoni me ne intendo!), con il nuovo anno brindasse con la nomina di una nuova Direzione Aziendale secondo me avrebbe il vantaggio di identificare qualcuno che sia realmente di fiducia dell’Assessorato e dei Servizi che da questo dipendono, che faciliti davvero il lavoro di unificazione con l’AUSL, che porti quella innovazione che a Parma non si vede da anni (che comunque richiederà un sacco di tempo vista la situazione), che magari in un periodo elettorale eviti di essere addirittura controproducente con gli stessi nomi e le stesse proposte che in passato hanno sempre fallito. Per 6 mesi una nuova Direzione dovrebbe capire la situazione e il personale dovrebbe impegnarsi a illustrare al meglio il proprio lavoro, sapendo e in alcuni casi sperando che gli equilibri possono cambiare ed evitando che qualcuno strumentalizzi certe situazioni in campagna elettorale. Chi è funzionale alla Regione può lavorare da Parma sui progetti che la Regione intende portare avanti e nel contempo inserirsi nelle progettualità del PNRR. Che vantaggio ha a lasciare un Direttore Generale e un Direttore Sanitario che si vantano di non essere allineati alle posizioni Regionali, che sarebbero comunque prossimi alla pensione e prima di andarci cercherebbero con astio e in modo sprezzante solo di piazzare i loro uomini indipendentemente dal valore e dalle competenze?

A me cosa interessa? Non certo stravolgere un sistema ma sviluppare progetti assistenziali innovativi, dare un contributo alla scienza con ricerca clinica di qualità e portare avanti attività didattica di alta formazione. Se sarà Parma o sarà un’altra sede quella dove svilupperò davvero certi progetti, non è importante adesso. Ora io sono a Parma e lavoro per fare bene a Parma, fare eccessivi cambi di sede non è funzionale alle mie attività lavorative e sarei interessata a un cambio solo per andare a lavorare in un IRCCS in un grande Ateneo di prestigio o in un Ente pubblico di rilievo nazionale. Le nostre non mi sembrano due posizioni in contrapposizione. Per una persona auto-trasformativa come me, sempre desiderosa di aggiornare competenze e conoscenze per realizzare risultati innovativi, non è semplice capire (e forse anche farmi capire) nell’immobilismo dell’Ospedale di Parma né trovare un equilibrio tra un sano scetticismo e un concreto possibilismo. Non mi sembra, però, che un tale voluto immobilismo sia vantaggioso per il territorio.

Termino con una frase presa dal Suo libro: “In un mondo che cambia in fretta, chi resta ferma sta già tornando indietro!”

Con i più cari saluti,

Noi parmigiani non ci offendiamo che l’Esposito abbia definito Parma una città “snob”, anzi ne andiamo orgogliosi. E poi la stessa Esposito, con quell’aria così angelica, è vero che è empatica con chiunque ma come tutti i milanesi è un po’ snob pure lei. Invece, pare che nella foresta di Nottingham siano entrati i 7 nani del PD locale a caricare contro l’Esposito il Presidente Bonaccini e l’Assessore Donini perché il tono della lettera non era secondo loro sufficientemente deferente. Ci domandiamo come dovrebbe scrivere una stimata professionista che arriva nell’”accogliente” Emilia-Romagna a seguito della vincita del concorso e viene mobbizzata ancora prima di prendere servizio dal Direttore Generale. L’Esposito con il suo Robin Hood si è posta in modo educato, segnalando gravissime criticità che richiedono un confronto e un duro lavoro che deve essere concordato con i decisori politici, come è ovvio che debba fare un tecnico che è professore ordinario da 6 anni e dirige Unità ospedaliere da 12. Il rispetto nei confronti dell’Esposito, come anche nei confronti di altri universitari, non si è visto dalla Direzione dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, che ha preferito mobbizzare lei piuttosto che seguire i suoi suggerimenti per fare funzionare l’Ospedale Pietro Barilla di Parma (splendida cattedrale vuota in primis di bambini). Ci rivolgiamo ora al Presidente Bonaccini-Robin Hood. Cosa si aspetta da un professionista esperto che vede una gestione della sanità pubblica come quella che abbiamo illustrato finora? Che vada direttamente in Procura senza interagire con i vertici regionali? O che sia complice di situazioni di gravità inaudita perché il “sistema” è così?

D’altra parte, che lo “sceriffo” non sia onesto lo dimostra anche la messa in scena fatta addirittura davanti alla Giudice al Tribunale del Lavoro nella prima udienza con i suoi avvocati: ha imbastito la prima sospensione dell’Esposito per i posti letto degli ucraini (argomento su cui peraltro lei ha ragione nel merito) quando in realtà è ormai evidente che da novembre 2021 dopo la lettera che dalla Regione gli hanno subito inviato (come dichiarano dalla Regione stessa) il suo odio per l’Esposito – che già esisteva prima – lo ha accecato. Lui, però, si sente sicuro, sa di avere il partito dalla sua parte e pensa di riuscire a influenzare anche questa volta la Magistratura. A questo punto alcune considerazioni ci vengono naturali.

Il Sindaco, di cui i nostri lettori hanno chiesto l’intervento, immaginiamo che non intervenga perché è in evidente difficoltà. Chi lo ha sostenuto sono le stesse persone che hanno sostenuto la conferma dello “sceriffo” come “uomo solo al comando” della sanità di Parma e provincia per altri 2 anni, così da totalizzare 16 anni consecutivi nella sua città al di là di ogni legge (anche di quelle targate PD) che prevede la rotazione di chi ricopre posizioni apicali nella pubblica amministrazione. Inoltre, il Sindaco ha nominato come assessore al Welfare della città, scegliendolo personalmente tra i tecnici non eletti, l’ex Direttore Sanitario. Anche questo crea un intreccio tra Ospedale, AUSL e possibili reti cittadine politiche e consociative di interessi diffusi difficile da sbrogliare. In più, uno dei suoi consiglieri comunali è coinvolto in prima persona in quanto proprio per lui è previsto il finanziamento di una cattedra di professore associato di medicina interna con il profilo dell’anziano poli-patologico e fragile. A questo punto la rete di reciproci interessi sembra molto complessa.

Le chiacchiere in città sono tante. Qualcuno dice che la Magistratura interverrà dopo il 25 settembre, cioè dopo le elezioni. Ci auguriamo che questa sia solo una chiacchiera perché altrimenti si conferma che l’acredine dello “sceriffo” nei confronti dell’Esposito sia un problema politico e che la Magistratura è politicamente influenzata. Se lo “sceriffo” ha commesso reati gravi, per la tutela della nostra salute ci aspettiamo un intervento repentino e non l’attesa delle elezioni in cui come al solito tutti i partiti diranno che hanno vinto loro. Altri dicono che il Presidente Bonaccini-Robin Hood interverrà personalmente dopo il 25 settembre. Dopo le elezioni ci immaginiamo che Robin Hood voglia diventare il segretario nazionale del PD. Come può assumere un simile ruolo se non prende immediatamente le distanze da un simile Direttore Generale, che con tracotanza ha fatto circolare una lettera riservata che illustra gravissime criticità nella sanità parmigiana? In fondo, Nicola Zingaretti, da segretario del partito, aveva subito scaricato la parte marcia del PD dell’Umbria. E lo stesso Bonaccini a suo tempo aveva preso le distanze immediatamente dalla “sanitopoli” umbra. Ora, invece, fa finta di non vedere la “sanitopoli” parmigiana, illustrata nel dettaglio in una lettera che gli è stata inviata 9 mesi fa? Il problema della possibile strumentalizzazione politica l’Esposito lo aveva immediatamente segnalato a Bonaccini non certo per cavalcarlo, bensì per fare in modo che fosse lui il primo a risolvere la situazione prima che esplodesse. E, invece, nell’esplosione è emerso che l’Esposito sarebbe una sorta di prigioniera politica del PD. Stiamo scherzando?

L’altro elemento che non va sottovalutato è il rapporto tra Licia Petropulacos e Susanna Esposito. L’Esposito ha sempre stimato moltissimo Licia Petropulacos, una delle destinatarie della lettera in qualità di direttrice generale Cura della Persona, Salute e Welfare. La Petropulacos, direttrice regionale per 7 anni dopo una lunga carriera alla Direzione aziendale di vari Ospedali dell’Emilia-Romagna, è stata sospesa il 16 febbraio 2022 apparentemente per una circolare in cui chiedeva di abolire i tamponi quindicinali di controllo agli operatori sanitari (che poi effettivamente sono stati aboliti) ma in realtà perché aveva segnalato il rischio di commissariamento dell’Emilia-Romagna per spese sanitarie inappropriate (chissà, magari anche per i bilanci dell’Ospedale di Parma…). La Petropulacos e l’Esposito sembrano così uguali e così diverse da integrarsi vicendevolmente in modo perfetto. Certamente hanno tre cose in comune: un curriculum impeccabile, la passione per il loro lavoro e l’onestà. Ora poi che sono state unite dallo stesso destino della sospensione si deve essere creata un’alchimia che è inaccettabile per la coppia Donini (Assessore)/Baldino (il dirigente regionale che ha preso il posto della Petropulacos). Anzi, il dubbio che viene è che l’attuale Assessore alle Politiche per la Salute Raffaele Donini, forse perché non si è mai occupato di salute pubblica in vita sua, abbia notevoli difficoltà a gestire il dissenso e le donne tutte d’un pezzo. Appena qualcuna gli segnala cosa non va la fa eliminare, invece di tutelare i cittadini. E forse lo stile dittatoriale usato da Donini con la Petropulacos è piaciuto a Fabi, che lo ha immediatamente emulato e grazie a questi metodi è stato addirittura promosso.  In questo momento in cui si parla tanto di dittatura sanitaria, c’è da domandarsi se il dittatore è chi governa rispettando regole e meriti o chi fa sparire professioniste oneste e competenti che non scendono a compromessi se questi danneggiano la salute pubblica. D’altra parte, un ulteriore punto in comune delle due donne è che non sono disponibili a essere trattate come schiave e che sono dotate di testa pensante. Questo tema delle donne che non chinano la testa a uomini al comando che, invece che confrontarsi con loro, le umiliano è un altro argomento su cui ci aspettiamo che il Presidente Bonaccini ci risponda.

Finora la storia l’abbiamo raccontata noi. I nostri lettori, però, sanno che è tutto tragicamente vero e ognuno di loro si è trovato almeno in una delle condizioni finora descritte. Ci sembra di capire che Fabi, quando l’Esposito ha vinto il concorso, abbia da subito manifestato un comportamento ostile nei suoi confronti (in parte per farle scontare una vendetta politica e in parte per favorire i suoi amici), l’abbia umiliata come persona e dal punto di vista professionale, cercando di darle il minore spazio assistenziale possibile in modo arrogante con punizioni ogni volta diverse, non le ha fatto curare i malati COVID quando per lei era un mettersi a disposizione della città preferendo specialisti che mai si erano occupati di malattie infettive in precedenza, le ha vietato di portare avanti l’attività di ricerca per cui è nota in tutto il mondo, l’ha sospesa due volte per distruggere la sua immagine e l’ha umiliata con facilità essendo donna. E abbiamo capito che questo fa parte del modo di gestire l’Ospedale da parte di Fabi, con professionisti messi a caso nei vari reparti indipendentemente dalla loro specializzazione se questo è un desiderata di chi fa parte del “sistema Parma”, con un buco di bilancio da paura e ora con l’interferenza pure sulle cattedre universitarie. Adesso per la conclusione chiediamo un’esclusiva all’Esposito. Le domandiamo cos’è che di tutto quello che le è accaduto dal suo arrivo a Parma le ha fatto più male. Risposta: “Il fatto che Fabi non si sia neanche degnato di farmi le condoglianze quando, lo scorso settembre (prima della lettera incriminata, ndr), è morto improvvisamente mio padre. E’ un segno che indica la dimensione della persona”. A noi basta così. Paghiamo le tasse per avere una sanità che funziona e vorremmo che i medici fossero scelti sulla base delle loro competenze, dei loro curricula e della loro umanità, non per altri meccanismi politici o clientelari. La Sanità pubblica di Parma e, più in generale del nostro Paese, ha bisogno di professionisti capaci e onesti. C’è da domandarsi se ora Bonaccini, che tanto si è prodigato per dare la cittadinanza italiana a Patrick Zaki, darà la cittadinanza onoraria dell’Emilia-Romagna alla sua prigioniera politica o se, in un momento in cui si piange l’assenza di pediatri e continua a circolare il COVID, la manterrà prigioniera per sempre senza farla lavorare.

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