Parma, Legambiente e Wwf dicono “si” all’alta velocità

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Legambiente e Wwf hanno presentato le osservazioni al Piano trasporti regionale, che definiscono “non adatto alla sfida ambientale, strutturalmente ancorato a logiche novecentesche e impostato per favorire strade e autostrade” e quindi, a parer loro, da “riformare”.

Nelle osservazioni sono elencate una serie di opere che andrebbero stralciate dal piano e altre che invece dovrebbero essere portate avanti con forza. In generale “va ridotto l’investimento – oggi preponderante – sulle strade” a favore della mobilità ferroviaria e sostenibile.

Per quanto riguarda Parma, si tratta di togliere l’opzione autostradale della Cispadana tra i caselli autostradali di Reggiolo sulla A 22 e Ferrara sud sulla A 13 e l’autostrada Tibre, secondo lotto, che “andrebbe eliminata anche dalla priorità 2, evitando un ulteriore consumo di territorio e impatti sull’asta del Po“; da cancellare anche l’aumento di corsie autostradali sulla A1 tra Modena e Piacenza (quarta corsia, A 22 e A 13 terza corsia) migliorando e rafforzando la viabilità esistente.

All’opposto, tra gli interventi utili rientra il potenziamento dell’asse ferroviario La Spezia – Parma – Verona. 

Le associazioni hanno presentato anche una serie di interventi e modifiche auspicabili come uno studio di fattibilità per l’accesso dei treni di alta velocità sulla città di Parma, utilizzando il collegamento oggi inutilizzato tra la stazione e la linea Alta Velocità, oppure valutando la fattibilità di una stazione in linea in zona fiera.

Infine, sono segnalate le 38 aree naturali interessate dal passaggio di molte nuove infrastrutture, di cui sette non sono state considerate nelle valutazioni e sei ospitano specie specie di interesse comunitario e tutela prioritaria.

L’attuale piano, così come attualmente approvato, non manifesta alcun elemento di discontinuità con il passato e anzi rimane ancorato a logiche non coerenti con un’efficiente sviluppo della mobilità sostenibile, ma fortemente proiettato alla realizzazione di nuove infrastrutture. E’ necessario rivedere l’attuale versione promuovendo un’ulteriore estensione del dibattito per ottenere un piano al passo con i tempi e a prova di futuro, in linea con la necessità di affrontare l’attuale emergenza climatica dichiarata dalla Regione stessa” concludono Legambiente e Wwf.

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