Quota 100, fuga dalle scuole: Parma perderà 84 professori

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Fuga dalla scuola. Quota 100 apre una voragine negli organici. “A settembre, la situazione sarà estremamente critica. Sarà un inizio di anno molto difficoltoso” denunciano all’unisono Susy Bagni, segretaria provinciale dell’Flc Scuola e Arturo Cosentino, segretario provinciale della Cisl Scuola che annunciano per il 12 marzo, dalle 11 alle 13, un presidio sotto le finestre dell’Ufficio scolastico regionale contro la regionalizzazione e a sostegno della stabilizzazione.

Tra i banchi, è allarme rosso. In città, in virtù di quota 100, le domande sono state 240 di cui 193 in quota agli insegnanti, 42 ata (persona tecnico ammnistrativo) e 5 docenti di religione. Nel complesso, lungo la via Emilia, a tentare di appendere il registro al chiodo ci sono 948 prof cui vanno aggiunti 223 ata, 13 insegnanti di religione e tre educatori. In tutto, 1187 pensionandi.

Quanto ai motivi della fuga, li ha indagati la Cisl Scuola attraverso un questionario informale. “Per la stragrande maggioranza dei docenti, il motivo del pensionamento – spiega Cosentino – è nell’aver già dato tutto, più una serie di fattori stressanti come il rapporto conflittuale con i genitori e l’aumento del carico di lavoro”. Nonostante ciò e in virtù del “contatto con i ragazzi”, i prof sarebbero anche rimasti in cattedra a patto di avere “un maggior riconoscimento sociale”.

Bologna, dunque, con 240 richieste, gioca la parte del leone, al secondo posto si piazza Modena con 214 (i cui 172 docenti e 40 ata) seguono Forlì con 137 (102 docenti e 32 ata); Reggio Emilia con 124 (104 prof e 18 ata); Ravenna con 115 (94 prof e 19 ata) e Parma con 105 (84 prof e 19 ata). Chiudono Ferrara con 99 (74 prof e 25 ata); Rimini con 95 (81 prof e 14 ata) e Piacenza con 58 (44 docenti e 14 ata).

Numeri che considerano solo quota 100, “cui – osserva Bagni – vanno sommate le domande inviate entro il 31 dicembre e frutto del normate turn over da legge Fornero”. Una situazione “gravissima anche perché i concorsi in via di svolgimento non si concluderanno in tempo per settembre”. Per cui chi metteremo in cattedra?, chiede la sindacalista dell’Flc Cgil. “Supplenti, precari”. A settembre, incalza Cosentino, “avremo moltissime cattedre vuote. E’ vera emergenza anche perché non riusciremo certo a coprirle con assunzioni a tempo indeterminato. Anzi aumenterà in modo esponenziale il precariato”. Qui, gli fa eco Bagni, “anno dopo anno i problemi si sommano gli uni agli altri. Senza mai trovare una soluzione strutturale. Si corre dietro ad una programmazione che non c’è”.

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