Sindaco Lucchi vince in Tribunale contro Montagna 2000. A Berceto risarcimento di 600 mila euro

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Dopo quattro anni arriva la sentenza ed è vittoria per Berceto contro Montagna 2000. Il giudice del Tribunale di Parma ha espresso ieri il verdetto, Montagna 2000 che gestisce la rete idrica nella Val Ceno e Val Taro, deve quasi 600mila euro al Comune di Berceto.

Il giudice ha condannato Montagna 2000 a pagare per la precisione 562.125,78 euro, con interessi, più le spese processuali e compensi di 32 mila euro oltre spese generali del 15%. L’importo, che poteva essere più elevato ma è subentrata la prescrizione, corrisponde all’ammontare delle rate dei mutui stipulati e pagati dal Comune di Bercetonel 2004, data della prima convenzione con Montagna 2000, e nel 2007. La convenzione prevede che il gestore trasferisca al Comune le rate dei mutui in essere presenti in tariffa per la quota del 20 per cento.

L’avvocato difensore del Comune, Marcello  Cecchietti, sostiene che questa vicenda getta dubbi su anni di gestione idrica a livello regionale. Con questa sentenza Berceto protrebbe essere il primo Comune a voler cercare di cambiare questo sistema che impone le spese di gestione del sistema idrico a carico dell’amministrazione pubblica, dalla manutenzione alla costruzione degli acquedotti, ma ai gestori vadano poi tutti i ricavi, incassando le bollette. Il sistema vorrebbe che in questo modo il prezzo rimanesse basso per il consumatore perchè il gestore non ha affrontato le spese più importanti. Il problema resta tuttavia per le amministrazioni che, in Comuni piccoli o in territori complessi come quelli montani, ma non solo, si vedono tagliate sempre di più le entrate, restando sempre più onerose le spese per i servizi.

Montagna 2000 ora potrebbe ricorrere in Appello ma intanto ci sono altri Comuni della zona, ma anche a livello regioale, che potrebbero essere ora interessati a muoversi come il sindaco di Berceto, Luigi Lucchi. Una vittoria anche personale per il sidaco Lucchi, da anni rimasto isolato politicamente sulla questione. Il sindaco vede con amarezza il fatto di essere stato costretto a ricorrere a un giudice ma ora i suoi concittadini “hanno riportato a casa parte dei soldi che gli sono stati rubati dal 1997 al 2015 facendogli pagare sia le bollette dell’acqua che le rate dei mutui”. Cifra che si somma ai 500 mila euro recuperati l’anno scorso dopo un’altra sentenza che ha concesso il risarcimento per il prelievo alle casse dell’ente sulle tasse Imu sulla casa. Dal 2018 inoltre Berceto versa 77 mila euro in meno allo Stato. L’errore, tuttavia, secondo il sindaco era più grande e costituzionale: “E’ lo Stato che deve dare i soldi ai Comuni e sostenerli, non viceversa”.

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