“No” alla concessione delle Sale Civiche ai neo fascisti, il consiglio comunale si scalda. “Antifascismo un dovere”, ma la Lega vota contro

Tassi Carboni, Eramo, Roberti, Scarpa, Bosi: tutti fermi nella difesa della democrazia. Pizzarotti:

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“Balbo t’è pasè l’Atlantic mo miga la Perma” – recita una scritta sulle mura dell’Oltretorrente, cuore delle Barricate e della Parma Antifascista. E come non sono passati i fascisti, nemmeno i neo-fascisti hanno strada in città.

Lo ribadisce la firma del Comune di Parma sull’ impegno a subordinare la concessione di spazi pubblici, patrocini, contributi, ecc. all’esplicito riconoscimento da parte dei richiedenti dei principi costituzionali e al ripudio da parte degli stessi di principi e pratiche fasciste e razziste.

Una mossa necessaria, dopo le polemiche nate per la richiesta della concessione di una sala civica da parte di Roberto Fiore, leader di Forza Nuova e attivista dichiaratamente neo fascista.

Unica forza contraria in consiglio comunale, la Lega Nord. Pesante l’intervento del consigliere Paolo Azzali che ha accusato PD e Giunta di essere “nostalgici del fascismo, temendo fantasmi di settanta anni fa” e aggiungendo “Pensavo i nostalgici fossero Forza Nuova e Casa Pound”. In chiusura, l’attacco: “I problemi della città sono altri”.

Secca la replica di Alessandro Tassi Carboni, presidente del Consiglio Comunale: “E’ la Costituzione che rinnega il fascismo, non noi”. Dello stesso parere Lorenzo Lavagetto (PD): “E’ un provvedimento necessario, che trova le sue radici nella costituzione stessa, che afferma come la Repubblica Italiana sia fondata sull’antifascismo. Non si tratta di nostalgia, ma di paura che il fascismo torni” – ha spiegato.

Stessa fermezza da parte di Roberta Roberti e Pierpaolo Eramo: “I giovani devono sapere che esistono delle regole, basate sulla costituzione e sul rispetto dei diritti umani. Si inneggia al Duce, alla violenza, anche davanti alla Polizia, questo rende necessaria la delibera” – ha detto Roberti. Eramo ha poi precisato: “Fascismo e antifascismo non sono concetti superati, tanto che esistono i movimenti neo fascisti. Cui è nostro dovere dire no”.

Netta anche la posizione di Paolo Scarpa: “E’ quasi pleonastico parlare di anti fascismo, lo dice la Costituzione che l’apologia del fascismo è reato. Il problema è che le democrazie sono in crisi, si cercano riferimenti politici forti, ma non si deve crollare nello scivolamento culturale verso nebbie già vissuto. Dobbiamo rinnegare ogni forma di violenza e di connotazioni che la invocano”.

Altrettanto netto Marco Bosi, vicesindaco: “Rinneghiamo ogni forma di fascismo, non solo quello di destra, o quello di 20 anni fa. Abbiamo una Costituzione all’interno della quale è tutto legittimo, abbiamo tutti i doveri di attenerci ad essa e di rimanere al suo interno”.

Poi, ecco la sciabolata del sindaco Pizzarotti alla Lega: “Se il 25 aprile è una festa che considerate divisiva, il 25 aprile ci sarete? Cosa c’è di divisivo in una norma come questa? No alle discriminazioni religiose ed etniche, è un tema che va affrontato in modo democratico”.

La posizione della Lega – Unici contrari alla delibera, i quattro esponenti della Lega, la deputata Laura Cavandoli, Luca Ciobani, Emiliano Occhi e Paolo Azzali. Ma la delibera passa, con zero astenuti quattro solo contrari e la vergogna della maggioranza, espressa da  Nabila Mhaidra: “Da italiana di origini straniere mi vergogno che qualcuno voti contro”.

Il commento della Cgil – Giornata importante oggi per CGIL, CISL, UIL, ANPI, ANPPIA e AICVAS provinciali, che esprimono soddisfazione per un percorso che giunge oggi a compimento: con la firma in Consiglio Comunale sarà infatti pienamente attuativo l’impegno sottoscritto lo scorso 10 maggio con il “Protocollo per la promozione e difesa della Democrazia”, nel quale ha creduto e crede gran parte dell’associazionismo democratico di Parma.

Con la firma odierna il Comune di Parma si impegna a subordinare la concessione di spazi pubblici, patrocini, contributi, ecc. all’esplicito riconoscimento da parte dei richiedenti dei principi costituzionali e al ripudio da parte degli stessi di principi e pratiche fasciste e razziste.

 CASAPOUND PARMA- “Un regolamento liberticida, che tenta di impedire a chi da anni fa attività sul territorio di potersi esprimere”: così Emanuele Bacchieri, esponente di CasaPound, in merito al nuovo regolamento sulla concessione di spazi pubblici approvato oggi dal Comune di Parma.

“Con questo assurdo regolamento – spiega – si cerca fondamentalmente di vietare a forze che partecipano regolarmente alle competizioni elettorali di svolgere attività politica”. Forse, osserva Bacchieri, “il Consiglio Comunale dovrebbe occuparsi di questioni più serie: dal sequestro del cantiere nell’area ex Salvarani al fatto che siamo la terza città in Italia per quantitativi di droga sequestrata, le urgenze della città sono altre. Non certo quella di andare a inseguire – sottolinea – il consenso della peggiore sinistra antifascista, questa sì protagonista nel corso degli  ultimi anni di una serie di violenze e di gravi reati”.

“Se è questa la legittimazione democratica che il sindaco cerca, allora noi ripudiamo il regolamento e siamo pronti ad impugnarlo nelle sedi competenti. Dopo oltre dieci anni di attività – conclude Bacchieri – non sarà certo qualche carta bollata ad impedire la nostra presenza sul territorio”.

POTERE AL POPOLO- “La coda di paglia della Lega”. Mesi fa, i sindacati e le associazioni antifasciste di Parma avevano stipulato un protocollo d’intesa con il Comune per la “promozione e difesa della democrazia”.  Il documento chiede alle organizzazioni che vogliono usufruire delle strutture di proprietà municipale o che fanno richiesta del patrocinio del Comune, di dichiarare il rifiuto di ogni atteggiamento fascista, razzista, xenofobo, integralista o sessista. Una dichiarazione piuttosto generica che, rifacendosi alla Costituzione, intendeva scoraggiare gruppuscoli apertamente neofascisti come Forza Nuova o Casa Pound. Già ratificato dalla giunta nel maggio scorso, due giorni fa il protocollo è stato discusso e approvato a larghissima maggioranza nell’assemblea del consiglio comunale.

A larghissima maggioranza e non all’unanimità, perché i consiglieri della Lega si sono opposti con più interventi, secondo il principio delirante per cui se viene tirato in ballo il fascismo allora si deve fare lo stesso con il comunismo. Eppure, il loro partito non è apertamente fascista: perché incaponirsi su questa battaglia ridicola? I motivi sono due.

In primo luogo, vuole dimostrare agli attivisti neofascisti e ai nostalgici di poter ereditare la loro fiducia: la Lega non sogna più il “libero Nord”, ma si candida ad essere un organismo a tutti gli effetti nazionale, potremmo dire nazionalista, con tanto di riverito tricolore e declamate virtù maschie della italica razza.

In secondo luogo, poi, parliamo di una forza politica che, coerentemente con il primo punto, scarica sul capro espiatorio dei migranti la rabbia sociale. È facile capire, quindi, il disagio dei quattro consiglieri leghisti. Di quel protocollo, probabilmente la cosa più fastidiosa per loro non sta nei riferimenti al fascismo, quanto piuttosto in quelli al razzismo e alla xenofobia. Come nella favola di Esopo, la coda di paglia deve bruciare non poco.

 

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