Corruzione e truffa in concorsi e congressi: arrestato Franco Aversa, luminare delle staminali

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Due persone ristrette ai domiciliari, altre nove interdette dalla professione: tre gli episodi contestati di indebita induzione più una tentata, cinque episodi di corruzione, numerosi abusi d’ufficio tra il 2015-2016. Questo quello che emerge dalle indagini dei Carabinieri del Nas coordinati dalla Procura di Parma.

La denuncia, partita da un medico che aveva notato alcune stranezze.

Le indagini, durate due anni, sono partite dopo al denuncia di un medico dell’Azienda Ospedaliera di Parma. Accertamenti hanno permesso di scoprire molto di più. Le accuse sono mosse contro Franco Aversa, direttore della Struttura complessa di ematologia, professore dell’Università e luminare delle staminali – e contro una imprenditrice di Perugia, Paola Gagliardini,  suo collegamento con le aziende farmaceutiche, responsabile di un provider di Perugia che organizzava i congressi.

I dettagli sono stati forniti in conferenza stampa dal nuovo procuratore capo di Parma, Alfonso D’Avino, il comandante provinciale dei Carabinieri, Salvatore Altavilla, il comandante dei Nas di Parma, Giuseppe Di Sario.

Corruzione e minacce per l’organizzazione di congressi di alto valore scientifico e per l’inserimento o meno, di farmaci già testati e approvati, nel prontuario farmaceutico del sistema sanitario regionale. Questo quello che il professore e luminare delle staminali, secondo le accuse, sarebbe riuscito a inscenare coinvolgendo aziende farmaceutiche anche dal prestigio internazionaleQualche impresa farmaceutica non aderiva alle sponsorizzazioni? Veniva minacciata ed escluso il suo farmaco dal prontuario regionale. Un registro necessario per la buona vendita del prodotto dell’azienda, grazie al rimborso regionale per l’acquisto dei farmaci oncologici iscritti. Durante i congressi inoltre riusciva a pubblicizzare i prodotti delle ditte che avevano sponsorizzato l’evento.

Poco importa il contenuto tecnico del farmaco, conta il ‘Conquibus’ cioè quello che può essere intascato” è la frase pronunciata dal professore a un suo collaboratore, responsabile di una azienda farmaceutica, che i Carabinieri hanno intercettato.

L’altro ramo delle indagini? Concorsi truccati, con bandi ad hoc, tagliati sul destinatario dell’assunzione.

Oltre 200 carabinieri del Comando per la Tutela della Salute e dei Comandi Provinciali di 7 regioni hanno eseguito un’ordinanza d’applicazione di misure cautelari richiesta dalla Procura della Repubblica di Parma ed emessa dal G.I.P. per l’arresto del dirigente medico e dell’imprenditrice. L’applicazione di misure cautelari interdittive è stata attuata anche a carico di altri 9 indagati tra medici universitari e rappresentanti del settore farmaceutico. Contestualmente, si è proceduto al sequestro di 335.000 euro per i reati di corruzione e truffa.

Complessivamente, nell’operazione «Conquibus» condotta dai Nas di Parma, sono stata emesse 11 misure cautelari a carico di dirigenti medici, universitari e rappresentanti del settore farmaceutico; 36 sono le persone indagate e le 7 aziende coinvolte nelle attività illecite.

Eseguite questa mattina oltre 40 perquisizioni presso le abitazioni di altrettanti professionisti e presso le sedi di società e di note aziende farmaceutiche estere o con sede non a Parma.

I reati contestati agli indagati: corruzione, induzione indebita a dare o promettere utilità, comparaggio farmaceutico, abuso d’ufficio, falso ideologico e truffa aggravata. Le regioni interessate dall’operazione sono: Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Umbria e Lazio.

Al centro del sistema il professore universitario di fama internazionale, e la referente di un ditta organizzatrice di eventi scientifici formativi, con la complicità di altri professori e amministrativi universitari, medici, rappresentanti di aziende farmaceutiche, favoriva l’organizzazione di congressi scientifici. Un altro filone riguarda concorsi truccati per il conferimento di assegni di ricerca; le gare erano solo di forma dato che erano già individuati i vincitori e i criteri di ammissione venivano creati ad hoc. Nomine pilotate anche per la commissione. Le accuse parlano inoltre di redazione di falsi verbali in cui si dava atto di attività concorsuali che non si erano effettuate.

Per Franco Aversa si configura anche il reato di truffa aggravata: il medico infatti svolgeva attività professionale fuori provincia nonostante il rapporto di lavoro in teoria esclusivo che avrebbe dovuto tenere con l’ospedale di Parma. Poche settimane fa il professore Aversa aveva presentato in conferenza stampa presso il Comune la giornata dello screening ematologico di Ail.

E’ un nuovo scandalo sanitario a Parma, a un anno dalla bufera “Pasimafi” che aveva portato all’arresto del professore Guido Fanelli.

Chi e’ Franco Aversa, il medico arrestato

Direttore della struttura complessa Ematologia e Centro trapianti midollo osseo (Dipartimento di Area medica generale e Specialistica) di Parma. Nato a Frosinone nel 1949 proviene dall’Università di Perugia. Ha conseguito la laurea in Medicina e chirurgia nel 1974 e le specializzazioni in Medicina interna (1979) ed Ematologia clinica e di laboratorio (1982).

Nel 1983 ha lavorato a New York presso il dipartimento di Pediatria del Memorial Sloan Kettering Cancer Centre e gli anni successivi, ha collaborato con il dipartimento di Biofisica del Weizmann Institute of Science di Tel Aviv (Israele) e insegnato Ematologia e oncologia presso la Balamand University in Libano.

Dal 1986 ha ricoperto incarichi assistenziali e universitari presso la Clinica medica I° dell’Università di Perugia e poi nella neonata sezione di Ematologia.

E’ stato pioniere di innovative tecniche di trapianto di cellule staminali fino ad ottenere, negli anni 1990, riconoscimenti internazionali per aver consentito, per la prima volta al mondo, il successo del trapianto anche tra soggetti non compatibili.

La sua posizione lavorativa a Perugia era di Professore associato di Ematologia, Direttore della struttura complessa di Oncologia ed ematologia pediatrica e del Centro Trapianti midollo osseo dell’Università di Perugia.

Dal 2015 è professore ordinario di Malattie del sangue presso la Facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università degli Studi di Parma.

Il Prof. Aversa è autore di oltre 200 pubblicazioni con un Impact Factor superiore a 650 e 63 monografie; collabora con numerose istituzioni scientifiche ed è revisore per alcune prestigiose riviste internazionali; è membro di numerose società scientifiche nazionali ed internazionali.

2 Commenti

  1. Paolo Andrei, Rettore Unipr –
    «In relazione alla “Operazione Conquibus”, condotta dai Carabinieri-NAS di Parma, sono profondamente colpito e attonito per quanto messo in luce – come cittadino ancor prima che come Rettore – pur nella consapevolezza che i fatti dovranno essere accertati nelle sedi competenti.
    Desidero ribadire profonda fiducia negli inquirenti e assicurare la piena disponibilità mia e dell’Ateneo a collaborare con la Magistratura per l’accertamento dei fatti.
    Resto comunque fiducioso nella professionalità e integrità di tutti coloro che operano nella Comunità universitaria di Parma, e ribadisco il fortissimo impegno dell’Ateneo verso la cultura della legalità e il rispetto dell’integrità. Questo episodio non fa che aumentare la nostra attenzione verso questi principi, per noi imprescindibili».

  2. On. Laura Cavandoli
    Sen. Maurizio Campari
    Gruppo Lega Salvini Premier

    “Ringraziamo e ci congratuliamo con il Comando dei Carabinieri e il Nucleo Tutela della Salute – N.A.S. di Parma per aver contribuito, insieme ai colleghi di altre 6 regioni, alla operazione Conquibus che ha portato alla luce un sistema di attività illecite in ambito sanitario”, lo dicono i parlamentari parmigiani della Lega Laura Cavandoli e Maurizio Campari.
    “Da mesi Carabinieri e Forze dell’Ordine – proseguono gli esponenti del Carroccio – dimostrano ai cittadini che lo Stato è presente, conducendo operazioni, anche straordinarie, di controllo e presidio del territorio che hanno portato all’arresto di numerosi spacciatori e delinquenti che rendono invivibili i nostri quartieri. L’operazione di oggi dimostra ancora una volta che l’azione investigativa non si limita al controllo del territorio dalla piccola criminalità e che l’attenzione è alta in tutti i settori importanti per la vita dei cittadini”.
    “L’attenzione e il presidio della legalità in ambito sanitario e di tutela della salute non deve mai abbassarsi.
    Spiace però constatare che l’ospedale di Parma sia stato coinvolto dall’indagine come teatro di alcune attività illecite.
    Ferma restando la presunzione d’innocenza nei confronti degli imputati, rinnoviamo la nostra fiducia nei medici, nella dirigenza e negli operatori sanitari che diligentemente svolgono con passione e dedizione il loro lavoro rendendo l’ospedale di Parma e l’Ateneo locale un’eccellenza a livello nazionale.
    Ancora una volta – concludono i parlamentari leghisti – non vogliamo che chi lavora rettamente si senta scalfito dagli errori di altri”.

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