Caro Arciere Ti scrivo…

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Luca Savarese(Luca Savarese, da www.stadiotardini.it) – Caro Arciere Ti scrivo, così mi distraggo un po’, e visto che starai molto lontano dai campi e dalle aree di rigore, la tua seconda casa, più forte ti scriverò. Inizio con una parola: grazie. In pochi, tre anni fa, col Parma appena promosso in C, avrebbero accettato di mettersi così in gioco. Eppure Tu avevi giocato e tanto, segnando e sognando ai piani superiori del pallone. Sei sceso in C, come già avevi fatto anche col Napoli, perché sei uno che ama così tanto le sfide che non solo sente di poterle vincere, ma le vince. Barricadiero per natura, sorprendente per vocazione. Il tuo sinistro, te lo confesso, mi ha dato sicurezza. Quando lo aprivi per sventagliare un pallone, andartene in dribbling o imbastire un numero in un fazzoletto di prato, provavo la stessa sensazione di quando salgo in macchina e vedo che posso fare ancora 70 di km. E che viaggi dentro quel sinistro istrionico e glaciale, come il primo rigore alla Cremonese alla prima giornata della scorsa B, come quel tiro al fulmicotone al Del Duca di Ascoli quando ormai, quest’anno, la primavera era alle porte. A proposito di porta, tu l’hai sempre vista, l’eleganza e la puntualità, le 100 calaiòtue compagne di sempre, da quelle parti. Gol belli, utili, a volte più di concezione brasiliana che di fattura italiana. Ricordo ancora quando ti incontrai, nella pancia di un Martelli di Mantova ormai vuoto, dopo che Mantova e Parma avevano chiuso in parità in Lega Pro e tu eri ai box. Scambiammo due chiacchiere, eri dispiaciuto per il pareggio e perché il Venezia stava scappando. Mi bastarono quei 2 minuti per vedere una persona seria, attaccata alla causa che vive. Piccola postilla: a parte che mi piacevi già un sacco anche quando eri lontano dal “mio” Parma. Il tuo sinistro, l’ho sempre immaginato come un’entità a parte dal tuo corpo: una specie di picar con la cicca in bocca, che va in giro per i cortili di tutto il mondo ad insegnare l’arte, rara, del futebol. Una piccola scintilla di convinzione in mezzo a tante lampadine che non prendono. Il tuo famigerato messaggio su whats, in scavone calaiò pescara parmafondo, è stato come se il tuo sinistro, forse in quella circostanza non calibrato come al solito, invece che la palla incocciasse un boomerang fatto di aule pruriginose di giustizia sportiva, di condanne pesanti. Ma tu, stai tranquillo, due anni sono anche una possibilità per vedere tutte quelle albe e quei tramonti che tra un ritiro e l’altro, non avevi potuto magari apprezzare. Appena la squalifica sarà finita, ne sono certo i tuoi gol e i tuoi graffi torneranno ad essere più pesanti di tutte le condanne. Perché il tuo sinistro è più forte anche della carta d’identità. E se magari avrò un’altra occasione per vederti, te ne prego, insegnami a far cantare la palla col mancino. Io nella mia modesta carriera amatoriale sono ambidestro, ma sai cosa significherebbe per il mio sinistro stare un giorno a lezione dal tuo? Come se uno che ama le stelle fosse portato, all’improvviso, sul grande carro. Tieni duro Emanuele, coraggio Arciere: le tue frecce scoccheranno ancora e non moriranno mai. Luca Savarese (da www.stadiotardini.it)

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