Ale Lucarelli, Lettera d’Addio di un tifoso Crociato (Video Papirus)

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(Giuseppe Monda da www.stadiotardini.it) – Ed eccomi qui, è arrivato quel momento. Faccio fatica capitano, tanta. Non voglio immaginare per te cosa possa essere, le emozioni che stai avendo. Quanto tempo è passato da quel giorno in cui, zitto zitto, perché eri il fratello del grande Acquisto in Attacco, sei arrivato da noi in sordina, senza pretendere nulla.

10 anni, 333 partite e un numero che, giorno dopo giorno, partita dopo partita, si è stampato su quella maglietta crociata e nel cuore di tutti noi. Ne abbiamo passate tante insieme, tu, noi, e quella maglia. Anni bui dalla promozione in quell’assurdo anno di serie B, alle salvezze all’ultima giornata. A quella notte magica del 18 maggio 2014 in cui tutto è cambiato. Quanto eravamo felici quella sera, eh capitano? E’ stato come tornare a vedere il PARMA delle sette sorelle, quello che vinceva in Europa. Sembravamo tornati quelli di un tempo, ma poi, ci siamo svegliati con un pugno nello stomaco che fa ancora male. Esclusione dall’europa e…fallimento l’anno dopo. Che anno assurdo. Cosa non è successo in quell’anno. Un film Horror in piena regola. E tu, avresti potuto andare ovunque. Saresti potuto andare a farti altri due tre anni all’estero, in cina, il tuo portafoglio ne avrebbe sicuramente sorriso. Ma no. Tu non sei cosi. Non sei un semplice giocatore. Ti sei preso in mano una squadra fallita già da dicembre, hai portato avanti una missione da vero leader, da vero capitano. Aiutateci, gridavi…Aiutate la gente che lavora nel Parma e lo sta facendo gratis. Sei andato ogni giorno agli allenamenti, sapendo che quello non era più un lavoro, ma solo un dovere. Dovere verso la maglia, verso una città che ti amava e ti ama alla follia.
ìMa non perché te l’avesse chiesto qualcuno, ma perché sei tu cosi, un UOMO vero, un uomo con la U maiuscola. Un esempio per tutti, dai tuoi compagni a tutti i calciatori del mondo. Un uomo solo al comando. Non posso dimenticare il giorno in cui venne dichiarato il fallimento. Chi di noi può? Tu, da solo, in mezzo ai giornalisti, senza società, senza compagni, solo tu, fuori il tribunale, che piangevi per un cuore che aveva appena smesso di battere. Il Parma FC, era morto. E lì, fuori dal quel tribunale, hai fatto una promessa a tutti noi. Che qualsiasi cosa fosse successa, da li in avanti, avresti avuto un unico obiettivo: riportare il PARMA in serie A, fosse stata l’ultima cosa nella tua carriera, ma ci saresti riuscito.
Unico giocatore, di quel parma, a restare in serie D (eppure di gente a fine carriera ce n’era). E con quella banda di scapestrati, in campi di patate improponibili, hai ottenuto non una, non due, ma 3 promozioni di fila. C’era stato un momento però, alla fine di questa stagione, che stavo per iniziare a piangere. Ad un mese dal termine della serie B, ti sei fatto male. Ho pensato: non puo finire cosi, non può farsi male e smettere adesso. E tu, con un ultimo sforzo, come se mi avessi letto nel pensiero, hai recuperato in due settimane. Due settimane!! A quarant’anni hai recuperato da un infortunio al menisco in due settimane. Come se, in quel momento, non ti stesse spingendo la semplice voglia di giocare (che ha qualsiasi calciatore), ma qualcos’altro. Era l’amore. Amore per questa maglia, amore per noi tifosi, amore per questa città. Non poteva finire cosi, le favole hanno sempre un lieto fine e…il 18 maggio, ancora quella data, ha chiuso un cerchio. Promessa mantenuta, siamo in serie A.
Capitano, è un onore averti visto giocare. Non c’è un messi, o un ronaldo che tenga, per noi tifosi, in confronto a te. Perché, nel calcio, le abilità sono importanti, ma lo è molto di più l’amore, lo è molto di più la passione.

Oltre ad amarti come calciatore, però, ti ammiro tantissimo anche come uomo. Qualche anno fa, mi trovavo a mirabilandia, e, mentre camminavo, ti ho visto insieme alla tua famiglia. Era tanta la voglia di venire a salutarti, a ringraziarti ma…Non sono fatto così. Ho preferito, in quel momento, ammirare l’uomo che si divertiva con la sua famiglia, che rideva e scherzava.

Un uomo che Parma ama, ed amerà per sempre.
Grazie capitano.
Di tutto.
E con le lacrime agli occhi ti saluto e grido per l’ultima volta:
un capitano c’è solo un capitano… Giuseppe Monda da www.stadiotardini.it

LUCARELLI, IL MEGAFONO, LA CURVA NORD…

Video di Luca Ferrari

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