Parmalat: Bernier conferma i target 2018. Scontro con il fondo Amber

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“I risultati 2017 sono stati condizionati da una situazione difficile in quasi tutte le aree e che sono confermati dai risultati principali concorrenti, quasi tutti sono negativi sull’anno scorso” mentre “ad oggi ritengo realizzabile la guidance” 2018 di una crescita dell’ebitda “tra il +3 e +5%”. Lo ha detto l’ad di Parmalat, Jean Marc Bernier , rispondendo in assemblea alle domande dei soci. “Prevediamo – ha aggiunto – un primo semestre ancora difficile e un secondo semestre migliore”.

Le critiche di Amber Il fondo Amber critica “la campagna acquisti” fatta da Parmalat sotto la gestione di Lactalis per cui sono stati impiegati, a partire dal 2011, 2,5 miliardi di euro a fronte delle quali è “corrisposto un incremento di ebitda di soli 100 milioni di euro. E’ evidente che se il management non riuscirà ad imprimere una accelerazione al recupero di redditività del gruppo, sarebbe stato sicuramente più conveniente tenersi 2,5 miliardi di cassa” accettando “100 milioni in meno di ebitda” ha detto il rappresentante di Amber, Giorgio Martorelli, intervenendo in assemblea.
“Guardando ai risultati conseguiti da Parmalat negli ultimi 12 mesi non si può che esprimere insoddisfazione perché a fronte di una campagna di M&A particolarmente aggressiva, il contributo al conto economico del gruppo derivante da queste società è stato assai scarso. Allo stesso tempo anche aree geografiche che prima dell’arrivo di Lactalis generavano risultati positivi, con margini elevati, negli ultimi anni hanno mostrato un evidente peggioramento» ha aggiunto Amber riferendosi «al Canada e, in parte, anche all’Australia”.
“I dubbi sono amplificati dal fatto che negli ultimi 6 mesi del 2017 la società ha rivisto per ben due volte al ribasso le guidance” per l’esercizio, “un evento anomalo che dà quasi l’impressione che il management di Parmalat non abbia un reale ed efficace controllo sulle società controllate o che comunque abbia una scarsissima capacità previsionale sull’andamento delle proprie controllate”.
Il rappresentante di Amber ha però ammesso che “rispetto allo scorso anno qualcosa sembra essere cambiato”, alla luce della sostituzione dell’amministratore delegato Yvon Guerin, autore della campagna acquisti, con Jean Marc Bernier. “Crediamo – ha spiegato – che il nuovo ceo meriti la nostra fiducia e auspichiamo che non vengano fatti gli errori che nel recente passato hanno avuto un impatto fortemente negativo sulla performance della società”. “Avendo avuto l’opportunità di incontrare”  Bernier “abbiamo chiaramente manifestato l’esigenza che l’approccio manageriale cambi e ci vi sia un focus maggiore e un’accelerazione dell’integrazione delle aziende acquisite perchè siamo convinti che dal successo di questi sforzi dipenda la possibilità di generare un ritorno soddisfacente sugli investimenti effettuati”, ha concluso Martorelli.

La replica di Bernier L’ad ammette che il recupero di redditività dell’area dell’area Latino-americana, in cui Parmalat ha fatto recentemente molte acquisizioni, richiederà tempo. “E’ importante capire che la situazione è complicata, abbiamo preso posizione in tanti Paesi, c’è tanto da fare a livello organizzativo, rimettere a posto fabbriche e formare personale, la situazione in un contesto macro è ancora difficile e lo rimarrà” ha spiegato Bernier rispondendo alle critiche del fondo Amber sulle acquisizioni di Parmalat. “Riusciremo” a migliorare la redditività “ma sarà un processo lungo, non mi aspetto una forte crescita dell’ebitda a breve termine ma si potrà fare” ha aggiunto. Per quanto riguarda la controllata Usa Lag, i risultati sono stati “buoni” e “ha rispettato le aspettative di performance 2017 con una importante generazione di cassa e un ebitda totalmente in linea con aspettative”. Sul Canada, ha detto Bernier, hanno pesato “4 elementi non ricorrenti”, il più consistente dei quali rappresentato da una sanzione da 12 milioni di dollari che “abbiamo dovuto pagare alla Canadian Dairy Commission che ha contestato a Parmalat la non corretta riduzione del prezzo per latte per i formaggi tra il 2009 e il 2016”.

Citibank Parmalat non ha dato comunicazione della decisione del Tribunale di Milano, che il 25 gennaio ha “bocciato” in primo grado, giudicandola improcedibile, la richiesta di un risarcimento danni da 1,2 miliardi di euro nei confronti di Citigroup perché “la notizia non è stata considerata price sensitive”, ha detto il presidente di Parmalat, Gabriella Chersicla, sempre rispondendo alla domanda del fondo Amber.
Della notizia i consiglieri hanno avuto comunicazione lo stesso giorno in cui è stata presa ma “si è proceduto alla pubblicazione del comunicato d’intesa con Consob e Borsa Italiana” solo dopo che la notizia è stata resa nota da Citigroup il 7 febbraio.
Dura la replica di Amber: “il prezzo del titolo non si è mosso? Mi sta prendendo in giro?” ha detto Arturo Albano secondo cui il titolo non è più tornato ai livelli compresi tra 3,1 e 3,05 euro a cui quotava prima della sentenza. “Se mi dice che non è price sensitive e non ha impatto sul prezzo del titolo – ha ironizzato – mi spiego tante cose di come è andata la società in questi anni”.
Avverso la decisione di Citibank, ha detto Chersicla, Parmalat ha presentato appello e “la prima udienza è stata fissata il 20 giugno 2018. Le prospettive – ha aggiunto – non possono essere declinate perché la controversia è particolarmente complessa”.

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