Il Decalogo della Cultura a Parma, la proposta di Roberti andrà in Consiglio: “Restyling culturale insieme, oltre i colori politici”

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La consigliera comunale del gruppo misto, Roberta Roberti, propone all’amministrazione l’approvazione di un vero e proprio decalogo della cultura a Parma.

L’idea, lanciata da Roberti già in campagna elettorale e poco dopo la sua elezione quando ancora sedeva con il gruppo di Parma Protagonista, viene proposta in forma di mozione in Consiglio Comunale: se ne è parlato nella commissione apposita del 31 gennaio in municipio. I consiglieri hanno accolto di fatto la mozione lasciando la discussione e il voto in uno dei prossimi Consigli Comunali.

Roberti premette nel testo della mozione che il Prof. Tomaso Montanari ha predisposto un “Decalogo della politica culturale comunale” proponendo ai Sindaci dei Comuni italiani di sottoscriverlo ed adottarlo. Ora il catalogo viene adattato alla specifica realtà di Parma per essere votato. Se raggiungerà la maggioranza tra i consiglieri, il decalogo potrà diventare pilastro di tutte le attività culturali della città, mai esigenza più grande oggi, mentre Parma supera le selezioni per le 10 città candidate a Capitale della Cultura 2020.

“Sarebbe bello che questo decalogo passasse prima che si scopra se Parma vincerà o meno il titolo – spiega la consigliera Roberti – così da essere impegno scritto, nero su bianco, della città a prescindere dalla vittoria. Abbiamo bisogno di ricostruire un’identità culturale di questa città e lo dobbiamo fare tutti insieme, al di là di appartenenze politiche o di divergenze programmatiche. La cultura è di tutti e una città attiva e vivace è una città più sicura e vivibile. E dobbiamo farlo con progetti duraturi, che vanno al di là delle singole mostre o eventi”.

IL TESTO DELLA MOZIONE E I DIECI PUNTI PER LA CULTURA A PARMA:

CONSIDERATO

  • che una politica culturale che coinvolga la cittadinanza e le sue realtà associative non può che innescare un circuito virtuoso a beneficio degli abitanti e dei visitatori;
  • che la collaborazione con tutte le istituzioni operanti nel campo della cultura e presenti nel territorio comunale (Università, Sovrintendenza, teatri, musei, biblioteche, archivi, videoteche, enti di produzione musicale, etc.) produrrebbe indubbiamente una sinergia positiva per la vita della città, sinergia finora dichiarata come intento, ma mai effettivamente attuata;
  • che è dalla cultura che risulta indispensabile ed urgente ripartire per innescare in una società multiculturale un processo di profondo rinnovamento civile, premessa ineludibile di qualunque azione politica che intenda realmente combattere ignoranza, razzismo, violenza, diffidenza, disagio e ineducazione;
  • che la cultura è l’unico strumento che possa permetterci di realizzare un nuovo patto di civiltà con i nostri concittadini favorendo il dialogo, la partecipazione, l’inclusione ed il senso di appartenenza ad una comunità e restituendo valore e significato concreti ai termini democrazia, uguaglianza, pluralismo e condivisione;
  • che sono presenti nel territorio comunale molti spazi che potrebbero diventare presidi pubblici permanenti di cultura e di socialità a beneficio di tutti i quartieri, specie di quelli più disagiati e problematici, contribuendo in modo assai significativo alla loro sicurezza;
  • che le recenti esperienze di autogestione di spazi di socialità e cultura da parte di comitati e associazioni si sono rivelate positive e potrebbero diventarlo in modo continuativo, soprattutto a beneficio delle politiche giovanili, ma anche dello scambio interculturale e intergenerazionale;

Il Consiglio Comunale impegna il sindaco e Giunta ad adottare il Decalogo di seguito riportato e a porre in atto con la massima sollecitudine tutti i passaggi necessari alla sua effettiva realizzazione.

Decalogo della politica culturale comunale di Parma”

  1. Costruire spazi e momenti liberi dal mercato: perché la cultura è quella cosa (ormai l’unica) che non ci fa clienti, spettatori, consumatori, ma cittadini sovrani. Recuperare spazi pubblici inutilizzati, non alienarli e metterli invece a disposizione delle associazioni di cittadini che sanno costruire cultura.
  2. Tenere aperta almeno una biblioteca fino a mezzanotte, tutte le sere.
  3. Favorire la cultura per i cittadini e non solo per i turisti: pensare a quanti monumenti del territorio comunale sono chiusi o in pericolo, e provare a salvarne almeno uno, promuovendo una campagna di comunicazione che coinvolga i cittadini in un processo di progettazione partecipata.
  4. Costruire la politica culturale ascoltando chi sa cos’è la cultura: cioè chi la produce. Non pensare in termini di appartenenza, ma di competenza.
  5. Investire in ricerca: anche il più piccolo museo civico, se è abitato da un giovane ricercatore, può diventare un luogo di produzione e redistribuzione della conoscenza.
  6. Invitare un giovane artista ad abitare per qualche mese nel territorio comunale, pagandogli l’ospitalità. E chiedendogli di realizzare un’opera d’arte pubblica per la parte più degradata e disagiata del comune: un’opera la cui esatta destinazione e le cui caratteristiche andranno decise almeno in parte attraverso un cammino di partecipazione.
  7. Promuovere e finanziare l’educazione teatrale, musicale e cinematografica in tutti i quartieri, a partire da quelli più degradati e con maggiori problemi di inclusione, affidandone la gestione a professionisti che garantiscano la serietà e la qualità dei percorsi.
  8. Non far chiudere nemmeno un teatro, proteggere i piccoli cinema. Stimolare e promuovere la cultura teatrale e cinematografica attraverso campagne, agevolazioni e programmi di collaborazione con le scuole. Incentivare e favorire la sinergia fra le tante realtà teatrali presenti in città al fine di valorizzarne le diverse vocazioni.
  9. Diffidare degli eventi, dei festival, delle inaugurazioni, delle una tantum: la cultura ha bisogno di strutture stabili, finanziamenti continui, progettazione coordinata, indipendenza dalla politica, visione lunga e disinteressata.
  10. Praticare la cultura in prima persona: un sindaco che trova il tempo di leggere, ascoltare musica, andare a teatro o al cinema, conoscere un museo sarà un sindaco migliore. Oltre che un essere umano più compiuto: e, forse, più felice.

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