San Leonardo, i cittadini: “Ci sentiamo abbandonati”

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“Il Quartiere San Leonardo è da molti anni considerato un quartiere di serie B.

E’ stato detto da altri e lo ribadiamo noi oggi: fin dalle proteste del 1999 quando alle dichiarazioni degli amministratori che lo definivano la “porta” della città, i cittadini replicavano che era meglio definirlo lo “zerbino” della città.

Un Quartiere che sta subendo una profonda trasformazione etnica e demografica, che anche per questo fa fatica a mantenere una sufficiente coesione sociale e necessita quindi di essere sostenuto in questo percorso di cambiamento affinché le diversità non diventino occasione di conflitto e paura.

Questo è il Quartiere che soffre ormai da troppi anni di problemi di illegalità diffusa e di insicurezza, e che si sente abbandonato dall’Amministrazione comunale.

Dove la questione sicurezza viene spesso degradata a “percezione” mentre non sono percezioni le lotte tra bande di spacciatori, le minacce alle persone, il morto ammazzato per spaccio, il migrante che vive e dorme da mesi nel parco dei Vetrai, il continuo disagio di passare sul marciapiede della via principale del quartiere e dover scansare gli spacciatori, il non sentirsi sicuri di andare a passeggio la sera o rientrare con l’auto nel proprio garage. Qualcuno dice che San Leonardo non è Scampia. Meno male. Ma se non si agisce velocemente ed efficacemente si rischia di arrivare in breve tempo a quella situazione.

Questo è un Quartiere che ha subito negli anni passati una “riqualificazione” edilizia, meglio sarebbe dire ricementificazione peraltro incompiuta, ma che non ha visto neppure recentemente una “rigenerazione urbana”.

Insomma un Quartiere con tanti problemi, ma che ha tantissime potenzialità: Associazioni di volontari, Società sportive, Parrocchie, Gruppi di cittadini attenti ai bisogni del quartiere, Imprenditori che tengono duro nonostante tutto e che attende un’Amministrazione attenta e fattiva.

Con l’obiettivo di far presente a voi nuovi Consiglieri ed Amministratori ed aggiornare la situazione del nostro quartiere abbiamo pensato di rendere “visibile” il MANIFESTO PER SAN LEONARDO postando sulla nostra pagina Facebook una rubrica denominata DOVE ERAVAMO RIMASTI? di “tortoriana” memoria nella quale riproponiamo tutti i temi del Manifesto (e non solo) accompagnati da tante fotografie facendo un punto della situazione.

Vi chiediamo di unire idee, proposte, forze (maggioranza ed opposizione insieme) ed agire rapidamente per il bene comune di questo quartiere e della città.

Il Sindaco ha affermato in campagna elettorale che è necessario dare delle priorità.

Il Quartiere San Leonardo è una priorità!!!!

Ci auguriamo che la dichiarazione del vice-sindaco rilasciata dopo le elezioni “..Saremo più vicini ai cittadini…. Ascoltare le loro esigenze è necessario per stabilire le priorità degli interventi..”  possa, questa volta per davvero, diventare realtà.

firmato
GRUPPO DI CITTADINI DI SAN LEONARDO

Andrea Maestri
Francesco Levati 
Giorgio Giovanardi
Rosaria Furlotti
Emilio Ferrari
Franca Laura Artioli

1 commento

  1. Paolo Scarpa (PD – Parma Protagonista – Parma Unita Centristi): Vi ricordo tutte le nostre proposte

    Rispondo volentieri alla vostra lettera, ricordando qui di seguito in sintesi le nostre proposte, la cui attuazione permetterebbe una svolta decisa per il quartiere di San Leonardo e per le zone della città più in sofferenza di Parma.

    Lo abbiamo detto sino alla noia e lo ripetiamo: quello della sicurezza è un diritto e, come tale, sfugge alle categorie di destra o sinistra; è un diritto delle persone non avere paura nello scendere nelle strade, vivere con libertà i parchi, le piazze, i marciapiedi. La città è di tutti non può essere ceduta alle mafie.

    Le nostre proposte sono a disposizione della Amministrazione che oggi governa la città, con il consenso maggioritario dei cittadini, quelli di San Leonardo compresi, che alla Amministrazione uscente hanno dato ampio credito. E di questo fatto non possiamo che prenderne atto, ricordandolo tuttavia ai cittadini di San Leonardo, che ora scrivono, come se nulla fosse successo.

    Come consiglieri di minoranza potremo avanzare proposte, istanze, ma è il Sindaco che governa ed è a lui che i cittadini hanno dato il loro voto, considerando favorevolmente il suo operato e garantendone continuità.

    Sulle nostre proposte, ribadiamo che occorrono azioni immediate su tre fronti coordinati: azioni di pubblica sicurezza, azioni di matrice sociale e culturale, azioni di rigenerazione urbana.

    Sul fronte della pubblica sicurezza, riteniamo centrale il ruolo della Polizia Municipale, di diretta dipendenza dell’Amministrazione. La polizia Municipale, da subito, deve essere messa in grado di svolgere un’azione di presidio continuativo del territorio. Presidio continuativo significa agenti nelle strade, controlli continui, segnalazione di tutte le situazioni di irregolarità, comunicazioni alla polizia investigativa delle situazioni anomale, fermi di pubblica sicurezza laddove necessario, vigilanza sugli affitti in nero, sugli alloggi abusivi, sulle attività palesemente illecite. Il ruolo del Sindaco nel Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica è fondamentale per promuovere azioni di concerto con la Prefettura e le altre forze dell’ordine. Ma il Comune faccia in ogni caso bene la propria parte, con ciò che ha di immediata disposizione, ovvero la Polizia Municipale, i suoi agenti, la loro elevata professionalità, che deve essere valorizzata. Non occorrono azioni eclatanti o superpoliziotti da cinema. La semplice presenza sulle strade è già garanzia per i cittadini del fatto che le istituzioni esistono e sono presenti ed è deterrente fortissimo per chi oggi occupa il territorio per lo spaccio e altre attività illegali. Dobbiamo entrare nell’ottica che la sicurezza è priorità, non lo sono le multe per il plateatico degli ambulanti o per i divieti di sosta. Oggi esiste questa emergenza e come tale essa deve essere trattata.

    Ricordiamo che la Polizia Municipale può/deve svolgere azioni di pubblica sicurezza. Lo dice la legge nazionale, ben prima del Decreto Minniti. In altre realtà urbane essa svolge con discreto successo la lotta allo spaccio (pensiamo alle vicine città di Modena e di Forlì).

    Vero è che la Polizia Municipale è sotto organico e pertanto devono essere emessi al più presto bandi per nuove assunzioni (possibili, sia per legge, sia per disponibilità di bilancio). Ma, da subito, occorre che la Polizia Municipale, con gli agenti di cui dispone, inizi a presidiare le strade, a girare per le aree più problematiche, e questo con costanza, quotidianamente perché a nulla servono azioni sporadiche. Così come occorrono sedi della Polizia Municipale nei quartieri. Lo diciamo da tempo e siamo lieti che la Giunta abbia annunciato di volere realizzare una sede in San Leonardo. Una Polizia vicina ai cittadini sarà in grado di meglio comprendere le emergenze del quartiere. Ma non si perda ulteriore tempo. La situazione è degenerata e rischia di essere sempre più difficile recuperarla.

    Inoltre riteniamo che la Polizia Municipale dovrebbe dotarsi di un Nucleo specifico di investigazione Antispaccio, sempre sul modello delle altre città emiliane. Se l’agente di prossimità con sede nel Quartiere svolge azioni di prevenzione, controllo, monitoraggio, i colleghi del Nucleo Antispaccio esercitano quello di investigazione, in coordinamento con le altre Forze di Pubblica Sicurezza.

    Infine non dimentichiamo che dietro il cosiddetto piccolo spaccio ci sono le mafie, il che significa macro criminalità, illegalità, riciclaggio. Parma in balìa delle mafie non è più Parma. Ma questa città addormentata sembra sempre più rassegnata alla illegalità e si direbbe che non se ne accorge, salvo sparute grida di indignazione, quando i fenomeni si materializzano sotto le nostre finestre. Così come dietro lo spaccio cresce un fenomeno sempre più diffuso di uso della droga. Che colpisce i giovani, così come le fasce culturalmente deboli della popolazione. Ma anche di questo si vuole parlare pochissimo, esaltando di contro il modello sociale Parma, in cui purtroppo si annidano invece solitudini, dipendenze, disperazioni. Ma anche questo è un altro argomento spinoso di cui dovremo parlare in altre sedi.

    Siamo altresì convinti che una azione anche energica di Pubblica sicurezza sia una risposta operativa, ma non esaustiva: anche in questo caso ribadiamo che sul lato del “sociale”, occorre dare fortemente un senso concreto alla parola “quartiere”, istituendo sedi fisse di quartiere e dando forza al progetto innovativo di Casa della Saluta integrata con le azioni di promozione sociale, dando vita a una rappresentanza democratica dei cittadini per il governo del quartiere (ben più dei CCV), garantendo aiuti alle associazioni che operano nel quartiere, aiuti al piccolo commercio, attuando politiche per una cultura diffusa, come le biblioteche di quartiere (San Leonardo ne avrebbe un bisogno enorme anche per dimostrare una inversione di tendenza), la promozione di eventi culturali nelle piazze, ecc.. A fianco, occorre una politica di aiuto alle famiglie e alle persone ai margini delle condizioni di povertà e disagio, dando credito in primis a quelle realtà che già svolgono coraggiosamente questo compito, come le piccole cooperative e le associazioni sul territorio, che devono essere integrate in un sistema articolato che abbia al centro il governo del welfare.

    Infine importantissime sono le azioni di rigenerazione urbana del quartiere, allo stesso modo di quelle per la manutenzione costante degli spazi pubblici e di riqualificazione dei luoghi degradati. Il San Leonardo è sede di numerosi cantieri non finiti, e di molte/troppe aree degradate e abbandonate (si pensi ai parchi del quartiere, a cominciare dal Parco Nord). Crediamo che le aree non completate ed abbandonate delle vecchie Stu (Pasubio e Stazione) e delle aree soggette a piani di Recupero, qualora non se ne preveda rapida attuazione, debbano essere messe provvisoriamente a disposizione per usi pubblici, sistemandole con poca spesa e togliendole al degrado. E crediamo che si debba svolgere un’azione progressiva di riqualificazione dei luoghi pubblici del quartiere (parchi, strade, marciapiedi, parcheggi, ecc.), attuando una vera politica fattiva di manutenzione e di monitoraggio dei luoghi, che oggi manca. E crediamo infine che occorra implementare fortemente il verde del quartiere, piantumando nuovi alberi lungo strade ove possibile e nelle aree abbandonate anche per dare respiro e bellezza a una parte della città (la zona Nord) in cui sono concentrati centri di emissione inquinanti.

    Crediamo in sintesi che si debba avere amore e attenzione per un quartiere che meriterebbe assai più rispetto.

    Spero di avere risposto alle vostre istanze. Come ripeto, il timone è in mano a chi detiene il governo della città, non a noi, ma le nostre proposte restano a disposizione di tutti.

    Cordialmente.

    Paolo Scarpa

     

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