Luigi Alfieri al Modulo ECO: “La mia politica per l’ambiente? Parchi migliori e nuovi impianti di riscaldamento”

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Al terzo appuntamento politico del Modulo ECO sui temi della sostenibilità e ambiente è stato ospite il candidato sindaco Luigi Alfieri. Il fondatore di Parma non ha paura si è confrontato con il pubblico e gli organizzatori del dibattito.

I suoi progetto per l’ambiente? Rinnovare gli impianti obsoleti di riscaldamento, curare e aumentare il verde pubblico e dare pieno appoggio alla legge regionale sul consumo di suolo che creerà il PUG, Piano Urbanistico Generale.

“Da quel che ho capito il PUG sarà uno strumento che eliminerà i vecchi PSC, POC ecc.. – spiega Alfieri – e dovrebbe ridurre i tempi burocratici amministrativi. Si farà in 10 mesi quello che oggi si fa in 10 anni. Uno strumento importante per i quartieri degradati: si potrà intervenire prontamente con un accordo tra amministrazione e privati in quelle aree”.

Non della stessa posizione il presidente di WWF Parma, Rolando Cervi, che ha osservato come in tutti questi anni i piani urbanistici abbiano “ingrassato gli imprenditori immobiliari e che hanno in mano anche molte influenze nella politica e nella comunicazione. In che modo si può realmente fare le unghie a queste persone?”. “Facendogli rispettare le leggi – ha replicato Alfieri – Se ci sarò io nessun centro commerciale nuovo verrà aperto”.

“Importante è cambiare la politica del verde in città – ha continuato il candidato – Serve il censimento di tutti i parchi e la reale manutenzione di queste aree, che sono 120 a Parma. Sono spese ingenti per l’amministrazione, infatti Pizzarotti ha tagliato i finanziamenti a questo settore per risparmiare ma il verde è importantissimo per una città. I parchi possono diventare gli strumenti per riqualificare le aree degradate e le periferie attraverso feste, iniziative culturali, sportive e ludiche. Mi piacerebbe anche creare nei parchi delle piccole biblioteche e centri civici informali. Alcuni parchi poi andrebbero recintati e chiusi per disincentivare la criminalità come lo spaccio”.

Oltre al verde, serve l’ammodernamento degli impianti di riscaldamento che sono “la maggiore fonte di inquinamento, più del traffico”. Cervi, rappresentante del WWF, ha tuttavia fatto notare che secondo studi scientifici “il 75% dell’inquinamento deriva da traffico e uso domestico. Importante sarebbe quindi incentivare una mobilità sostenibile. Parma ha una altissima percentuale rispetto ad altre città di motorizzazione. Finché le persone troveranno facilmente parcheggio per venire in centro non si riuscirà a far cambiare le abitudini. Tutti i candidati vogliono aumentare le piste ciclabili ma dove le mettiamo? Abbattiamo gli alberi o restringiamo la carreggiata per disincentivare l’auto?”. Alfieri si è espresso favorevole all’incentivazione del trasporto pubblico “togliendo i vecchi bus inquinanti, aumentando le corse anche di notte e favorendo l’uso dei parcheggi scambiatore. Mi piacciono anche le aree pedonali. Cercherei di convincere le persone con un metodo un po’ più dolce: farei delle giornate speciali di pedonalizzazione per far capire e abituare residenti e commercianti che è possibile una mobilità alternativa. Far capire alle persone che le aree pedonali incentivano anche l’apertura e il successo delle attività commerciali. Per le piste ciclabili preferirei averne la metà ma ben percorribili”.

Alfieri vede in modo positivo anche il progetto che sta portando avanti l’amministrazione Pizzarotti: il km verde lungo l’autostrada, progetto di Davide Bollati della Davines. “Diminuirebbe del 30% le polveri sottili della città”.

Un recente studio dell’Università La Sapienza di Roma che è stato poi applicato per lo studio del progetto ampliamento del verde nel nodo autostradale di Bologna (che prevede 130 ettari di verde in più per mitigare l’inquinamento emesso dalle auto) ha determinato tuttavia che prati e alberi sarebbero in grado di assorbire 23 kg di PM10 ogni ettaro all’anno. Quindi, sempre riferendosi a Bologna ma molto equiparabile a Parma per livello di inquinamento, “130 ettari sarebbero in grado di assorbire solo 3 tonnellate all’anno di polveri sottili contro le 180 tonnellate emesse in un anno dai veicoli in transito, il 2%”.

Non si poteva poi non toccare uno dei temi caldi della campagna di Alfieri, la raccolta differenziata porta a porta. “I servizi vanno valutati per la qualità non la quantità. Dire che questo metodo permette il 75% di differenziata non basta, i numeri non bastano, serve un servizio che non disturbi e crei degrado come sta avvenendo ora. Il porta a porta in centro soprattutto non va bene. I bidoni intelligenti e interrati come avviene in molte città, Firenze e Trento per esempio, costerebbero meno e sarebbe più veloce la raccolta”.

Rolando Cervi e Francesco Fulvi, fondatore di Manifattura Urbana e uno dei “papà” del Modulo ECO, hanno tuttavia ricordato come molti studi dimostrino che il porta a porta sia il metodo più efficiente per disincentivare la produzione di rifiuti. Lo scopo infatti, oltre a differenziare e riciclare, è quello di educare i cittadini a un consumo responsabile e attento allo spreco.

(aribe)

 

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