Chiude la maternità di Borgotaro. Rossi: “Non accettiamo senza lottare”, Lucchi: “Montanari, cittadini di scarto”

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Il reparto maternità dell’Ospedale Santa Maria di Borgotaro prossimo alla chiusura. Nel paese montano non ci sarebbero abbastanza nascite: solo 150. La Regione Emilia Romagna vorrebbe mantenere infatti solo i punti nascita che assistano ad almeno 500 parti all’anno.

Ma il Comitato dei Sindaci di Val Taro Ceno si è riunito ed a unanimità si opporranno a questa decisione. I sindaci hanno indirizzato una lettera all’assessore regionale della Sanità, Sergio Venturini, per chiedere di mantenere aperto il confronto: “In considerazione della particolare conformazione del territorio montano, delle distanze che ci separano dagli altri punti nascita della provincia di Parma, delle caratteristiche orografiche del nostro territorio e dei difficili collegamenti stradali […] del diritto delle famiglie ad avere un punto nascite che garantisca sicurezza e adeguati standard di qualità: chiedono all’assessore regionale di mantenere aperto il confronto con il Distretto, con il territorio e le sue espressioni sociali, […] per costruire una proposta operativa  che possa garantire sicurezza e qualità come previsto dal decreto Lorenzin”. Il decreto del ministro della Salute prevede infatti deroghe sulla chiusura dei punti nascita.

Il sindaco Diego Rossi è il primo promotore di questa opposizione: “Questo il documento relativo al Punto Nascite approvato unanimamente dai Sindaci del Comitato di Distretto Valli Taro Ceno nella seduta di oggi. Se ne discute dal 2010, non siamo disposti ad accettare senza lottare”.

Non solo la maternità ma anche i punti vaccino saranno diminuiti nella valle: rimarranno solo quelli di Borgotaro, Fornovo e Medesano. Anche qui si tratta di soppressione di quei punit che non garantiscano almeno 500 bambini vaccinati l’anno.

Anche il sindaco di Berceto, Luigi Lucchi, ha chiesto una riunione politica tra i sindaci per poter “tutelare i nostri concittadini con tutti i mezzi possibili”. “Lo Stato incassa dal gioco legale (macchinette, gratta e vinci ecc. ecc) circa 98 miliardi d’euro l’anno. – prosegue Lucchi in una riflessione scritta in un post su Facebook – In Italia c’è una macchinetta ogni 250 abitanti. Negli USA, patria del gioco, una macchinetta ogni 650 abitanti. Dal sistema sanitario arriveranno, per Parma, circa 300.000 euro per combattere la dipendenza dal gioco che sta rovinando centinaia di famiglie.

Dimenticavo, a mio avviso, lo “scienziato” che stabilisce 500 parti e 500 bambini da vaccinare, è il mercato, il Dio soldo e sulla Sanità si continua a tagliare lasciando intendere che il Nostro Sistema Sanitario sia caro. Al contrario è uno dei meno cari del mondo.
Il dato di fatto è che la montagna, 60% del territorio della Provincia di Parma, dalla politica, tutta, è ritenuta zona a fallimento di mercato e chi la abita sono ritenute persone di scarto.
Noi Sindaci, con grande solennità ciarliera, abbiamo ripetuto la stessa litania: E’ sbagliato. Non lo debbono fare.
Ognuno di noi sa benissimo che tutto verrà fatto e quindi tutto tolto alla montagna, ai nostri paesi, ai nostri Comuni.
Ho chiesto al Sindaco di Borgotaro: Diego Rossi di convocare una riunione di tutti e sedici i sindaci del distretto per parlare, finalmente di politica. Sono curioso di vedere se la riunione sarà convocata. Se sarà partecipata. Se darà risultati.

Se sedici sindaci si ponessero lo stesso obiettivo: tutelare i propri concittadini con tutti i mezzi legali e in primis nel far rispettare la Costituzione e farla anche ripristinare, es titolo V° com’era prima della riforma Prodi e togliere il pareggio di bilancio in Costituzione voluto da Monti e ripristinare le Province come erano prima della Legge Delrio, sono certo che riuscirebbero a far cambiare la politica Regionale, Nazionale e dell’Unione Europea.
Non succederà nulla ma la colpa è di noi sindaci di montagna che chiniamo la testa e chiediamo un’elemosina con il capello in mano come mendicanti o servi sciocchi di partiti e politici che hanno venduto l’Italia e vogliono farla morire”.

 

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