Radicali, Freddi critico sui politici parmigiani: “Sosterrò Alimadhi”

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Marco Maria Freddi, dei Radicali Italiani a Parma, ne ha per tutti. In una nota di commento fa una panoramica sulla situazione politica pre-elettorale di Parma. Nessuno viene risparmiato dalle dure critiche del radicale, nessuno tranne l’avvocato Alimadhi, candidato alle primarie.

“Delle analisi puntuali delle scelte politiche dell’amministrazione di Federico Pizzarotti ognuno può avere la sua opinione e il dibattito può e deve avere cittadinanza ma, ribadisco, questo non è il punto politico. – scrive Freddi –  Il punto politico, come sempre è il contesto e la prospettiva.
Probabilmente l’incontro delle destre a Coblenza, la chiusura delle frontiere di Trump ed il dilagante sovranismo può sembrare non tocchi Parma e le forze politiche locali.
Così la prospettiva che calata in quadro politico in continuo e rapido mutamento chiede a tutti il coraggio di fare un passo in avanti.

Se guarda al dato di Parma e alle prossime elezioni, vedo un PD, partito a cui sono iscritto doppia tessera Radicali Italiani, riproporre gli schemi di sempre, schemi che risentono sicuramente della situazione Romana ma che non ha trovato negli esponenti locali, il coraggio di un cambiamento.

Le candidature di Paolo Scarpa e Dario Costi (Gentian Alimadhi e Nicola Dall’Olio hanno dinamiche differenti), vedo la contrapposizione di due degne candidature che hanno un comune denominatore: l’appoggio delle destre locali.
Le destre locali delle spese senza controllo e delle indagini della magistratura, combattute politicamente per 15 anni prima dell’avvento di Federico Pizzarotti su cui, proprio Giorgio Pagliari, ha costruito la sua fortuna politica guadagnando sul campo i galloni di Senatore della Repubblica. Da mesi Pietro Vignali viene ospitato dalla Gazzetta di Parma dispensando indicazioni di come governare la città e giustificando, senza richiesta, la candidatura di Dario Costi.
L’altro candidato non è da meno. Il supporto di Roberto Ghiretti, assessore di Pietro Vignali di cui ha condiviso e approvate le scelte, è palese se non imbarazzante ma sembra che questa non sia di scandalo per nessuno.

Parma, il PD di Parma, aveva una grande opportunità, quella di immaginare una proposta politica di sinistra che fosse di vero contrasto alle politiche di chiusura e securitarie della destra.

Hanno prevalso le guerre dei baronetti locali, ognuno ha voluto piantare la sua bandierina e questa piccola, piccolissima lungimiranza politica, darà forse soddisfazione all’ego-marcisismo del baronetto di turno ma ha privato la città di una grande occasione che avrebbe potuto essere di esempio nazionale. Delle alleanza nessuno ne nega la necessità ma guardare all’esperienza di Federico Pizzarotti con occhi così negativi da preferire gli avversari di anni di battaglie politiche è per me incomprensibile.

Questa scelta alimenterà nuovamente gli errori del passato e gridare al populismo senza il coraggio di farsi domande e darsi risposte da la misura dell’altezza politica dei baronetti locali.

E mentre il PD preferiva la destra di Ubaldi/Vignali al dialogo con Federico Pizzarotti, la destra clericale, antiglobalizzazione, sovranistra, nazionalista, anti eurpoea e exenofoba, rappresentata da Luigi Alfieri e la Lega di Salvini, avanza ed inizia a fare paura, anche a Parma.

A questo punto, spero in una vittoria di Gentian Alimadhi, di cui ho firmato la lista, nella speranza che la rottura verticale del partito apra a nuove generazioni di Democratici che abbiano il coraggio di lasciare il tempo dell’ “abbiamo una banca” ed entrare in politica, la politica coraggiosa e di speranza che solo da sinistra può arrivare”.

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