Caso Bonsu: condannati due agenti. Ma due reati prescritti e sconti nella pena

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Nonostante 8 anni passati dal fatto, il caso Bonsu non ha ancora la parola fine. Il processo si è chiuso il 24 novembre, a Bologna in appello bis, solo per Marcello Frattini e Ferdinando Villani, gli unici due agenti della Municipale che avevano scelto il rito abbreviato.

Bonsu, un giovane studente di origine ghanese, era stato arrestato da alcuni agenti della Polizia Municipale il 28 settembre 2008 quando, dopo un blitz nel parco Falcone Borsellino, l’avevano scambiato per il palo degli spacciatori. Una volta portato al comando, secondo l’accusa, venne picchiato e insultato. Il giovane subì ferite al volto e all’occhio oltre a un trauma psicologico che nello scorso grado di processo dichiarò ancora forte. Un trauma che gli ha impedito di tornare alla serenità della vita quotidiana per molti anni.

Per i due agenti la Cassazione aveva annullato parzialmente le condanne per sequestro di persona perché il processo si doveva riqualificare con l’accusa di arresto illegale. Per loro quindi un secondo giudizio dato da un diverso collegio di giudici. L’ultima sentenza è stata più leggera rispetto a quella del primo grado e del primo appello.

Villani è stato assolto dall’accusa di calunnia, il sequestro di persona derubricato in arresto illegale. Ma l’arresto illegale e la tentata violenza privata sono caduti in prescrizione. Per le imputazioni di falso e lesioni la pena è stata fissata a 1 anno, 2 mesi e 20 giorni di reclusione. Uno sconto di più di 7 mesi. Pena che è stata tuttavia sospesa con condizionale.

Per Frattini, le accuse di arresto illegale e tentata violenza sono cadute in prescrizione. Lesioni e falso sono stati puniti con 2 anni e 20 giorni. Uno sconto di due mesi dalla scorsa sezione di condanna due anni fa.

Entrambi sono stati condannati al pagamento delle spese legali alle parti civili.

Il prossimo gennaio la Corte d’Appello sentenzierà una seconda volta per gli altri 8 agenti sotto accusa. Questi avevano scelto la via dibattimentale e anche per loro la Cassazione aveva disposto un secondo giudizio in appello.

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