Pizzarotti indagato, le reazioni della politica locale

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Prevedibili e attesi, piovono i commenti da ogni angolo della politica locale e nazionale (LEGGI) all’indagine per abuso d’ufficio che vede coinvolto Federico Pizzarotti.

MARCO BOSI, CAPOGRUPPO 5 STELLE – “Il Direttorio ci ha chiesto spiegazioni per capire cosa stesse succedendo» e «le abbiamo date perché è evidente che a due-tre settimane dal voto questo tipo di indagine può essere utilizzata e strumentalizzata per fare campagna elettorale”. Lo ha detto Marco Bosi, capogruppo M5S, a Sky Tg 24. “Abbiamo il pieno appoggio del Direttorio – ha concluso – l’indagine è un atto dovuto, ma a livello politico sappiamo di aver agito nel modo corretto”.

MAESTRI: ‘LE NOMINE ERANO PARSE STRANE’ – La parlamentare del Pd Patrizia Maestri commenta la notizia delle indagini a carico del sindaco Pizzarotti e dell’assessore Ferraris: “AI fatti sono quelli descritti. Vedremo come andranno avanti le indagini. All’epoca le nomine erano parse “strane” sia per la scelta di professioniste che non rientravano nell’elenco dei nominativi che partecipavano al bando che per la provenienza, non dal mondo della lirica”.

MOVIMENTO 5 STELLE PARMA – “Il Movimento 5 Stelle di Parma è con il sindaco Pizzarotti, che in questi anni ha sempre dimostrato di essere un’istituzione corretta e responsabile, al servizio della città e dei cittadini. Confidiamo totalmente nel lavoro della magistratura, chiamata a chiarire la vicenda nel più breve tempo possibile. Indagine nata – è bene ricordarlo – dopo gli esposti del Partito Democratico. Attorno alle nomine del Teatro Regio c’è chi ha pensato al bene del Teatro, che oggi ha risanato i suoi debiti e sta iniziando una stagione di rilancio, e chi, purtroppo, ha pensato invece alla caciara politica. Prendiamo atto anche di questo”.

ROBERTO GHIRETTI –  “Ho una storia politica, lavorativa e culturale legate a principi di grande libertà e di garantismo vero  ma le indagini avviate dalla Procura sulle nomine al Teatro Regio, tralasciando per un momento la loro stretta valenza giudiziaria, raccontano prima di tutto di un modo di amministrare la città che il sindaco Pizzarotti ha messo in atto fin dal primo giorno del suo mandato.

Una modalità che ha fatto della prepotenza, dell’arroganza e della spregiudicatezza i suoi cavalli di battaglia. Dal rispetto del programma elettorale alle promesse sull’inceneritore, dalla gestione delle partecipate alle varie nomine effettuate in questi anni sempre il Sindaco si è distinto per un approccio dirigistico che non ho mancato mai di contestare dentro e fuori dal Consiglio comunale.

Sulla gestione del Teatro Regio poi da tempo lamento quella mancanza di trasparenza che mi pare il vero segno politico di queste indagini.

Verranno poi i giudizi nel merito e la formalizzazione di eventuali accuse ma un dato non può essere a questo punto sottaciuto: dopo quattro anni la città si trova ancora esposta ad indagini, inchieste e contestazioni che non fanno certo il bene di questa comunità. Dalle dimissioni del precedente comandante della Polizia Municipale Patrizia Verrusio, all’inchiesta su Parma Gestione Entrate per arrivare a quest’ultima gravissima ipotesi di reato che, pur augurandomi che possa trovare chiare ed esaustive spiegazioni, rimane un fatto grave che mina la credibilità dell’intera maggioranza.

In questo senso il fallimento di questa amministrazione è evidente e sotto gli occhi di tutti.

Fossi io al posto di Federico Pizzarotti, con la sua storia, i suoi continui ditini puntati, il suo amore per le patenti di onestà, non aspetterei un attimo a trarre le conclusioni di tutto ciò, e dico ciò forte del fatto che il sottoscritto nel 2011 si è dimesso, con altri colleghi, senza che vi fossero indagini della magistratura a proprio carico. Ma conoscendo l’attaccamento del sindaco alla propria poltrona, sono certo che vorrà andare avanti e, se possibile, non ammettere alcun errore o passo falso. In questo avremo la prova provata di una voglia di protagonismo che non guarda in faccia a nessuno: dalle regole democratiche all’interesse di una città che quattro anni fa espresse un voto quasi plebiscitario nella speranza di un cambiamento promesso e mai nei fatti messo in atto.

Se vuole rimanere al suo posto faccia pure, vorrà dire che ci vedremo nel 2017 e sarà un piacere mandarlo a casa senza scorciatoie, rimettendo al giudizio della città tutti i suoi errori e le sue incoerenze quotidiane”.

Il segretario cittadino del Pd di Parma Lorenzo Lavagetto: “Passiamo il nostro tempo a occuparci di elenchi d’indagati e ora si aggiunge Pizzarotti. Può capitare a un sindaco, ma credo che questo privi di un po’ della credibilità morale tanto sbandierata. Siamo garantisti e aspetteremo di capirne l’evoluzione. Come Pd avevamo segnalato una gestione non corretta della procedura del bando. Una vicenda gestita male, che ha suscitato molti dubbi politici”.

PELLACINI, consigliere comunale Udc: “Pizzarotti aveva assicurato pubblicità e visibilità per Parma, ci è riuscito con le ultime notizie. La “buona fede” giustifica i mezzi, a sentire Pizzarotti. Così la guardia di finanza indaga per abuso d’ufficio sulla vicenda del Teatro Regio che ha portato alla nomina del direttore generale. Parole, quelle sulla buona fede, che in questi giorni ricorrono come un mantra, sulle multe cancellate agli amministratori 5 Stelle, sul Regio e chissà in quale altro ambito le si riuscirà a infilare. Forse anche nel caso Ex Stimmatini, sono in attesa che la Procura mi chiami per chiarire come potessero esserci due documenti diversi con la stessa data e stesso numero di protocollo. Oppure di “buona fede” si può parlare anche per le occupazioni abusive, forse anche su Mater, su Tep e chissà quante ancora.

Sul caso del Teatro Regio sono già intervenuto a gennaio 2015, al momento dell’assegnazione del posto. Cancellare il bando emesso dal commissario Ciclosi per aprirne uno successivo che va a finire in un cassetto per poi ricorrere a una telefonata è proprio l’idea contro cui il Movimento 5 Stelle e Pizzarotti dicevano di volersi schierare. Eccolo lì il sindaco delle giravolte: “Sono per la trasparenza” e appena c’è da essere trasparenti si gira, nascondendosi, e fa una telefonata tutta pissi-pissi bao-bao.

Ci spieghi allora quale sarebbe la “buona fede” in questo caso: spendere meno? Ottenere risultati migliori per il teatro? Accontentare i parmigiani?

Ricordo che al Regio sono arrivate le proposte dei più importanti Sovrintendenti d’Italia, persone capaci con esperienza pronte a mettersi al servizio. Il curriculum approvato non sembrava così importante nel campo del teatro d’opera.

Tanto per cambiare, la chiamata diretta è stata fatta senza i necessari parametri, senza un contraddittorio e senza un minimo spiraglio di democrazia come da tradizione 5 Stelle. Che dire poi delle pesanti voci di interferenze al momento della scelta? Solo la magistratura potrà dare una risposta.

Il Sindaco disse che la scelta del direttore generale sarebbe stata fatta in base al progetto culturale, una volta nominato il direttore generale ci si accorse che di progetto non c’era la benché minima idea, di cosa fare per il teatro e nemmeno per la città.

Proprio questo è il punto, il tempo ha svelato che questa Amministrazione non ha nessuna idea e nessuna capacità da mettere in campo per una città come Parma”.

 

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