Gli Air tornano a esibirsi. E ripartono dal Labirinto di Fontanellato

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Dopo una pausa durata sei anni, gli Air ritornano sul palco con un concerto in una cornice unica al mondo, quella del Labirinto della Masone a Fontanellato, in provincia di Parma, creazione del grande editore d’arte Franco Maria Ricci, da un anno aperto al pubblico e sede di sorprendenti manifestazioni artistiche e culturali.

Dopo la performance al Labirinto della Masone gli Aier si esibiranno a Spring Attitude, prima del live al Primavera Festival di Barcellona, dove il duo francese è tra gli headliner.

Gli Air nascono nel 1995 a Versailles, sulle ceneri degli Orange, pop band in cui militano Nicolas Godin, Jean Benoît Dunckel, Alex Gopher, Étienne de Crécy e Xavier Jamaux.

Godin e Dunckel, architetto con ispirazioni elettroniche l’uno e professore di matematica con un backgroud più classico l’altro, decidono di unire le rispettive ambizioni musicali e artistiche nel progetto Air, acronimo di “Amour, Imagination, Rêve” (“Amore, Immaginazione, Sogno”), che è al tempo stesso nome e manifesto programmatico della band.

I due musicisti francesi, diversi per formazione musicale, insieme creano un sound del tutto originale, in cui confluiscono i riferimenti artistici di entrambi: dall’elettronica di Kraftwerk e Jean-Michel Jarre, alle colonne sonore di Vangelis, Moroder e Morricone, dal kraut dei Tangerine Dream alla psichedelia dei Pink Floyd. Il risultato è un’elettronica elegante e vellutata, che gioca con tutte le sfumature del pop e che riecheggia atmosfere cinematografiche e sognanti, dalle odissee spaziali di Kubrick alle avanguardie di Georges Méliès.

Anche se i primi brani della band risalgono al 1995-97 (saranno poi pubblicati nel 1999 nell’EP “Premiers Symptômes”), l’album di debutto, “Moon Safari”, è del 1998. Il disco conquista pubblico e critica (“proposta musicale di grande maturità” – “Kraftwerk affogati nello sciroppo alle fragole” – “il mondo visto attraverso il vetro di una coppa di champagne”), vendendo oltre un milione di copie e diventando presto un classico del pop elettronico e uno dei feticci musicali più cool degli anni Novanta.

“Moon Safari” regala alla band la popolarità internazionale e li colloca nell’ala più raffinata di quel french touch che rielaborava le atmosfere gainsbourghiane con l’elettronica, la house e qualche venatura pop. Gli Air diventano tra i principali interpreti della rinascita della musica moderna francese, che da Parigi muove alla conquista del mondo. Versailles è la nuova capitale dell’easy listening, la contaminazione delle influenze anni Settanta con l’elettronica moderna, l’incontro tra analogico e digitale in un sound retrofuturista.

Nel 2000 il duo viene contattato dalla regista Sofia Coppola – ai tempi astro nascente di Hollywood – per comporre la colonna sonora del suo primo lungometraggio, “Il giardino delle vergini suicide”. L’album “The Virgin Suicides” verrà definito dalla band come “The Dark Side Of Moon Safari”, citando sia il loro precedente album che il capolavoro dei Pink Floyd, a cui evidentemente si sono ispirati.

Dopo aver contribuito al successo di Sofia Coppola, nel 2001 il duo francese pubblica “10,000 Hz Legend”, album registrato a Los Angeles, che vede il gruppo accostarsi alla musica sperimentale. Verrà definito da Godin come “una lettera d’amore alle nostre macchine: devi amarle per sapere davvero come usarle nel modo giusto”.

Il nuovo lavoro, “Talkie Walkie”, è registrato tra Parigi e Los Angeles e pubblicato nel 2004. Dopo tre anni di progetti paralleli, gli AIR tornano nel marzo 2007 con “Pocket Symphony”. Nel 2009 pubblicano il loro quinto album, “Love 2”.

Oltre agli album in studio, hanno realizzato numerosi progetti speciali.

Nel 2011 firmano la colonna sonora per la versione restaurata di “Le Voyage Dans La Lune” di Georges Méliès, presentata al Festival di Cannes 2011. Nel 2012 – nel 110° anniversario dell’uscita nelle sale del capolavoro del cineasta francese – gli AIR pubblicano il relativo album.

Nel 2014 realizzano “Music For Museum” (album in sole 1000 copie in vinile), commissionatogli dal Palais de Beaux Arts di Lille per la colonna sonora della mostra “Open Museum”.

La carriera degli AIR è costellata di collaborazioni importanti, tra cui spiccano quelle coi Phoenix (backing band degli AIR nel brano “Kelly Watch the Stars” dall’album “Moon Safari” del 2001) e con il loro cantante Thomas Mars (voce in “Playground Love” dalla colonna sonora del film di Sofia Coppola “The Virgin Suicides” del 2000); con Beck (voce in “The Vagabond” dall’album “10,000 Hz Legend” del 2001) e Jarvis Cocker dei Pulp (voce in “One Hell Of A Party” dall’album “Pocket Symphony” del 2007); con Nigel Godrich (co-produttore, insieme a Godin e Dunckel, degli album “Talkie Walkie” del 2004 e “Pocket Symphony” del 2007) e Alessandro Baricco, che ingaggia la band per musicare alcuni brani del libro “City” (il risultato di tale collaborazione è l’album “City Reading” del 2003, in cui la musica degli AIR accompagna la narrazione di Baricco); con Neil Hannon dei The Divine Comedy (voce in “Somewhere Between Waking And Sleeping” dall’album “Pocket Symphony” del 2007) e Victoria Legrand, vocalist di quei Beach House che degli AIR non possono che essere debitori (voce in “Seven Stars” da “Le Voyage Dans La Lune” del 2012).

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