Diario Crociato / Il compendio dei video di un derby divisivo

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(di Gabriele Majo, direttore di StadioTardini.it)L’astronave rossa di Ceci, stavolta decano incluso, è stato il mezzo di locomozione scelto per raggiungere la Città del Tricolore, nella duplice accezione di Reggio Emilia e Mapei Stadium. I componenti l’equipaggio erano il Vostro Umarèll, nell’occasione designato quale pilota dal proprietario Gian Carlo Ceci, ed Andrea Belletti che, in tempo reale, Vi ha raccontato, con la sua diretta testuale, l’andamento dell’atteso Derby.

Siccome l’imprevisto è sempre in agguato, con la mia autorità di direttore cerco di imporre una partenza intelligente, tipo alle 17, alquanto contestata dai miei compagni di viaggio, che alla fine riusciranno a spuntare un ritardo più che accademico di una mezzoretta circa, che in cuor mio sapevo, pur nella prudenza del caso, potesse non creare grave nocumento, considerata la relativa vicinanza della nostra meta. Me tapino, non avevo considerato che, invece, per via di una serie di congiunture astrali, saremmo, finalmente, riusciti ad entrare nello stadio ove i reggiani sono ospiti abituali dopo le 20, con tanto di rito del Ginseng forzatamente fatto saltare a Ceci, il quale, ottimisticamente, all’imbocco della tangenziale di Reggio (prima delle 19) aveva lanciato la proposta, facendo urtare i miei suscettibili nervi.

Debbo dire che guidare mi piace: sempre a bordo e al volante dell’Astronave rossa (una Fiat Punto molto più che maggiorenne) ero arrivato, con Gianni Barone, sino a Terni, in tempo per gustare assieme a lui un delizioso pranzo pre-partita del Liberati: ieri sera, invece, ahimè, al contrario delle mie abitudini, sono rimasto forzatamente a bocca asciutta, poiché quello delle 20.30 è un orario infame per chi ama stare a tavola: prima vorrebbe dire mangiare con le galline (ma in ogni caso col ritardo accumulato ieri, anche volendo, non ce l’avremmo fatta), mentre dopo significa superare, tra una conferenza stampa e l’altra le 23.30, per altro con il dovere di caricare sul sito il prima possibile il materiale raccolto prima, durante e dopo la partita, oltre ad impaginare le composizioni dei vari autori del Caleidoscopio.

Insomma, mio malgrado, sono incappato in una serata Salta Boby, anche perché, per precisa scelta, a differenza dei miei due compagni di viaggio, ho preferito non approfittare del “pacco gastronomico” messo gentilmente a disposizione dei padroni di casa, eccezion fatta per l’acqua minerale senza bolle, in elegante packaging (che da queste parti avevo già visto con le tinte neroverdi del Sassuolo) da qualcuna confuso, vedendolo nella foto sopra da casa, per un Tavernello.

Ceci, invece, in una involontaria rievocazione di un Angelo Massimino d’annata (“Buono questo prosciutto. Peccato sappia di pesce”), riusciva a scambiare il salmone del tramezzino trendy per prosciutto. E, pur non essendo amante del pesce, il decano riusciva ad ingurgitare oltre alla sua porzione, pure la mia, e magari anche quella del povero Belletti, salvo poi, insoddisfatto, e non sfamato, far apparire non si sa bene come e da dove dei panini più caserecci, ma di soddisfazione al palato del consumatore.

Rispetto all’ultimo derby, quello vittorioso della stagione 2016-17 in serie C, il pullman Crociato è arrivato indenne al Mapei, senza agguati o lanci di pietre sui cristalli: la cronaca nera, stavolta, è arrivata in coda come il veleno del noto modo di dire. Le due opposte fazioni, infatti, stavano per venire a collisione dopo l’apertura di un portellone ed il pericoloso avvicinamento.

E’ stato necessario l’ingresso in campo delle forze di polizia – in un revival anni 80 – con alcuni celerini a correre, dalla tribuna stampa mi pareva in modo un po’ goffo (peccato che non sia riuscito a riprenderli, in quanto contemporaneamente stavo inserendo altri video e lo smartphone non è adeguatamente multitasking) dalla Sud verso la Nord, laddove confinavano il Gruppo Vandelli di casa e i supporters Crociati.

Si è trattato di un quarto d’ora di passione, finito, fortunatamente con un nulla di fatto, ma che si presta, lo stesso, ad esser stigmatizzato da chi, come lo scrivente, è contrario ad ogni forma di violenza, e all’attento esame della Polizia che troverà sicuramente il modo di ravvisare, vivisezionando le immagini, azioni passibili di Daspo o peggio per gli autori, che, con la propria condotta, mettono a repentaglio l’incolumità propria (pazienza…) e soprattutto quella degli altri.

Il mio principio, al riguardo, è: se proprio ve le volete dare di santa ragione, perché così raggiungete l’erezione e godete (come ai tempi sosteneva un ultrà gialloblù, poi in maturità ravvedutosi), trovatevi da una qualche parte, voi interessati di una fazione e dell’altra, ma evitate azioni di questo tipo che si può sapere come iniziano, ma non come vanno a finire. Nel settore del Parma c’erano oltre 2.000 presenti, di più ancora nella Tribuna Vandelli: se fosse scattato l’irreparabile, sarebbero stati coinvolti nei disordini anche molti che erano lì solo per tifare la propria squadra, senza avere altre paturnie.

Nel settore ospiti c’erano circa la metà di quelli che avrebbero potuto starcene, se non ci fossero state assurde limitazioni, già personalmente stigmatizzate nei giorni scorsi, sperando che prevalesse il buon senso per un’apertura totale dello stesso. A parziale rettifica di quanto avevo sostenuto in quell’editoriale, però, con il senno di poi, ossia le azioni dissennate di chi ieri sera cercava a tutti costi lo scontro, potrei persino arrivare ad asserire meno male che non mi hanno dato retta! Ma, ovviamente, si tratterebbe di un’iperbole, dal momento che non abdico al principio ivi sostenuto che è meglio averne dentro 4.000 controllati (all’interno dello stadio italiano ritenuto più sicuro) piuttosto che lasciarne fuori metà incazzati a mettere a ferro e fuoco una città…

Ma ieri, evidentemente, qualcosa non deve aver funzionato – ma qui la colpa non penso sia da imputarsi alle forze dell’ordine, trattandosi di un impianto privato – nella gestione della sicurezza, se qualcuno è riuscito ad agire sul portellone, creando la situazione di crisi de quo. Inoltre, vogliamo parlare di quanto abbia funzionato il prefiltraggio, se all’interno del Mapei, dal Settore Ospiti, occupato dai tifosi del Parma, sono stati fatti esplodere in gran numero petardi e fumogeni, emulando, così, la prestazione dell’andata dei reggiani che avevano più volte interrotto la partita con i lanci.

A questo proposito va rimarcato come, sulle chat dei tifosi Crociati, siano arrivate osservazioni molto critiche al riguardo: il loro pensiero era che, così facendo, ci si abbassava al livello degli avversari. Ed effettivamente, come si può dar loro torto? Anche a Bari la tifoseria locale si divertiva a far esplodere di ogni ogni due secondi, magari con lo scopo recondito di far tirar fuori soldi in multe al poco amato De Laurentiis: ma i tifosi del Parma dovevano per forza scimmiottare i reggiani, nel dar così tanto lavoro ai Vigili del Fuoco?

La curiosa foto sotto ritrae su una scala un tifoso Crociato calatosi nel fossato che separa il settore ospiti dal terreno di gioco, per cercare di recuperare il suo telefono cellulare caduto giù. Dopo aver provato con un retino, poi rottosi, ha deciso di scendere direttamente…

Molto lavoro, duro, estenuante e con tensioni, per lo SLO Giuseppe Squarcia, il quale, con pazienza infinita, fino all’inizio del secondo tempo, si è dovuto smazzare la non semplice mediazione, tra chi era arrivato a Reggio Emilia senza biglietto e voleva a tutti i costi entrare, le forze dell’ordine che non volevano derogare al diktat dei 2.000 concessi in prima istanza ed il servizio biglietteria granata, cui due spicci in più non davano certo fastidio. Al di là di una trentina di persone in effetti arrivate senza alcun titolo, ma comunque infine fatte entrare previo pagamento in contanti (non erano attrezzati con il POS), c’erano anche una sessantina di casi particolari discussi e risolti, come titolari di biglietti di altro settore che avrebbero voluto entrare in quello Ospiti, titolari di biglietti di altri settori con residenze cambiate, persone in possesso di biglietto i cui veri titolari erano altri (vabbè, dai, è la stagione del “tutti dentro”…).

Qualcuno, nel nostro spazio commenti (ma anche nelle chat o in altri spazi virtuali) ha tirato a mano persino il fantasma di Lorenzo Minotti e di quel famoso derby che avrebbe finito per far interrompere la tradizione del sostegno individuale ai calciatori del Parma, da quel momento divenuto solo collettivo (anche se con varie eccezioni che confermavano la regola): sinceramente, non credo che ieri sera ci si sia trovati di fronte alla stessa fattispecie di allora. E comunque non penso che il Derby, ieri sera, sia stato in un qualche modo disonorato, anche se ad occhi superficiali l’eccessivo ricorso al “tutti dentro” di Pecchia lo ha fatto sembrare. Ma lo stesso allenatore, in conferenza stampa, ha ricordato come, ad esempio a Bolzano, quando la squadra era ancora in piena corsa e non aveva ancora tagliato il traguardo, era stata oggetto di un profondo turn over. Diabolico perseverante Mister…

Derby divisivo, dunque, tra i troppo delusi – che se Pecchia non avesse vinto il Campionato, magari sarebbero persino arrivati a chiederne l’impeachment… – e quelli a cui impipa nulla, l’importante era la A: come spesso amo ricordare, non esiste presente senza passato, per cui una equa, democristiana via di mezzo è consigliabile anche in questo caso. Dunque, non stracciamoci le vesti per il metodo Pecchia, che non ha profanato il Derby, mentre tutti quelli a cui interessa una benedetta mazza, dell’arlia con la Reggiana, ricordo che la storia non è iniziata 30 anni fa coi trionfi, ma prima, con gli stenti del passato, quando proprio la Regia ci stava davanti e noi, pur essendo bagoloni, annaspavamo dietro…

Sugli spalti non solo tifosi, ma anche addetti ai lavori. E che addetti ai lavori! All’intervallo, alla nostra destra in basso, abbiamo scorto il procurastar Federico Pastorello, assieme ad uno dei principali collaboratori del suo entourage, Luca Bascherini – che trent’anni fa, quando muoveva i primi passi nel calcio, collaborando con una Tv, di cui il padre era dirigente, io avevo ribattezzato il formidabile inviato – nella cui scuderia è da poco approdato Alessandro Circati. Chi ne sa di calciomercato, osservandoli, garantiva che presto potrebbero esserci bombe di mercato. Semmai sentiremo il granatiere Ampollini…

Alla sinistra, invece, il difensore Crociato Botond Balogh assieme a Péter Bokor, che sta curando una serie di documentari per la federazione calcio Ungherese: i due hanno seguito la partita assieme. Probabilmente il difensore Crociato (che ha di recente rinnovato il suo contratto col Parma Calcio sino al 30 giugno 2027) sarà protagonista di una delle storie che Bokor sta tracciando con i calciatori magiari all’estero in vista dell’imminente Campionato Europeo.

Chiudiamo il Diario Crociato odierno, con una inedita opera video, in esclusiva per StadioTardini.it, dell’artista Demian Yamik, attivo su Facebook, che realizza le sue produzioni mixando intelligenza umana-artificiale. Le sue immagini, che hanno accompagnato gli articoli in uscita sul nostro quotidiano on line in luogo delle abituali foto, in occasione del pre e post derby, trasmettono epicità, senza violenza, ma con slancio glorioso. Come abbiamo già avuto modo di spiegare all’inizio della collaborazione con lui, la precisa scelta editoriale di StadioTardini.it, in controtendenza alla comunicazione ufficiale che viceversa l’ha cancellata, è quella di valorizzare la storica definizione della squadra di Parma, i Crociati, a torto ritenuta divisiva, in luogo dell’abusata gialloblù, che può essere attribuita a diverse squadre anche limitrofe come Modena e Verona, a differenza dell’unicità di Crociati. Gabriele Majo (direttore di StadioTardini.it)

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