Lo stadio provvisorio non è banale…, riflessioni di Gabriele Majo

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(di Gabriele Majo, direttore responsabile di StadioTardini.it) – Giusto una settimana fa, martedì 2 aprile 2024, durante Parma Europa, l’assessore ai lavori pubblici e legalità del Comune di Parma Francesco De Vanna, aveva riferito che erano scaduti i termini per il deposito dei pareri degli enti coinvolti nella Conferenza dei Servizi, che hanno preso visione della nuova versione del progetto definitivo per il rifacimento dello Stadio Ennio Tardini.

Da allora ad oggi, benché, ad esempio, noi stessi da queste colonne lo avessimo esplicitamente richiesto, non è uscito uno straccio di documento ufficiale che certificasse questa sorta di verticalizzazione dai tecnici (a mezzo stampa è stato riferito che non ci fosse nulla da eccepire nelle tavole presentate dallo staff dell’investitore, benché alcune indiscrezioni andassero in senso inverso, ossia che fioccassero le prescrizioni sino a sfociare alle alternative progettuali) ai politici, che raccolgono il passaggio e, facendo così contento l’assessore Marco Bosi che non farà la figura di Pinocchio, durante il prossimo mese di maggio, come da lui preannunziato, si riuniranno per disquisire di temi non banali, come li definirebbe lui e un suo contraltare nel Parma Calcio, ossia la durata della concessione e la variante urbanistica (che, dicono quelli che ne sanno, sia necessaria per via della presenza di aree commerciali nella nuova opera).

So di essere un rompiglioni, ma, atto dovuto o meno, quando si ha a che fare con una materia che potenzialmente interessa non solo i tifosi del Parma (tra i 10 e i 15.000 vanno regolarmente allo stadio), i residenti, i comitati e chi appone firme nelle loro raccolte (8.000 circa), sarebbe opportuno che (per lo meno la componente pubblica) si applicasse un minimo di trasparenza (ai tempi del calcio biologico, Nevio Scala parlava di casa di vetro) e non si procedesse (e questo vale anche per il privato) solo di propaganda (al di là degli antichi studi personali) e proclami.

Di questa Conferenza di Servizi (grazie ad un collega che queste cose le ha studiate per vincere un concorso ho appreso che non si chiama Conferenza dei Servizi, ma appunto Conferenza di Servizi, anche se più cacofonico), ad esempio, non ho capito se si tratti di istruttoria o decisoria, a intuito propenderei per la seconda, ma non ci metterei la mano sul fuoco; così, come, leggendo l’articolo di Pierluigi Dallapina sulla Gazzetta di Parma di giovedì 4 aprile 2024, che finora sia stata semplificata ed asincrona (ossia ognuno dei 12 enti comunicato le proprie osservazioni, senza essere presenti o collegati tutti assieme), mentre la prossima (quando i politici ripasseranno il pallone ai tecnici), come specificato dal collega, sarà sincrona, o simultanea, ossia con tutti gli enti collegati assieme. Ed in quella sede, poiché definitiva, ci sarà il tanto atteso verbale con le prescrizioni (ovviamente tassative ed obbligatorie) da seguire durante il cantiere. Ma la Conferenza, che teoricamente potrebbe anche non essere mai sincrona, si dovrebbe chiudere, comunque, con un atto finale che è il frutto delle posizioni assunte da tutte le amministrazioni coinvolte e che hanno dato i pareri.

A maggio, dunque, assisteremo allo scannarsi tra gli scranni, con i due temi caldi che terranno banco, appunto la durata della concessione (Giuseppe Milano, sulla Gazzetta di Parma, ha aggiunto ai numeri già dati prima, ossia tra 60 e 65 e tra 90 e 99, un inedito 45 anni) e la variante urbanistica che fa pensare ad un ulteriore procrastinarsi dei tempi, anche se ha avuto ragione a bacchettarmi Nicola Dall’Olio specificandomi che non si tratta di perdite di tempo, ma di rispetto delle regole…

La settimana scorsa avevamo intervistato il portavoce di Europa Verde e primo ispiratore, in tempi non sospetti, della ipotesi di delocalizzazione dello stadio nella ex zona mercati, poi mai perseguita. Mi sono sempre chiesto come mai, nel grande contest aperto per trovare uno stadio provvisorio, partecipassero solo alcuni comuni del territorio e non Parma capoluogo…

Pur affezionato alla vecchia idea stadio (definitivo) ai Mercati, Nicola Dall’Olio ci ha escluso che possa esser riciclata per quello provvisorio. Ci sarebbe, infatti, da bonificare l’area, riclassificarla, insomma sarebbe un iter dispendioso, in termini di tempo e denaro (che spesso coincidono) e non ne varrebbe la pena per un’opera a scadenza Cosa ne facciamo di uno stadio da 15.000 posti, messo in mezzo alla provincia? Lo lasciamo lì come abbiamo lasciato lì il Ponte a Nord o l’Autostrada Tirreno-Brennero, che è ferma dopo dieci chilometri in mezzo alla campagna, oppure il Mall, il centro commerciale in fondo all’aeroporto? Facciamo l’ennesima opera inutile che viene lasciata ai posteri in mezzo al nostro territorio? Io credo che ne abbiamo anche a sufficienza…”.

Lo stesso Dall’Olio, durante la nostra conversazione, aveva provato a buttar lì, piuttosto, come altra soluzione cittadina (ma c’è, evidentemente, incompatibilità ambientale, perché a qualcuno, non ho capito bene chi e per quale motivo, non intende percorrerla) lo stadio Lanfranchi, che ospita gli incontri internazionali del Rugby. In effetti un implemento di quella struttura, ben servita dal punto di vista della viabilità, potrebbe avere un senso anche dopo, dopo, cioè, il termine di quei 2-3 anni come temporary del calcio.

Qualche mese fa (era il 27 febbraio 2024), StadioTardini.it, aveva provato a suggerire anche la struttura di Fognano con i campi dello Juventus Club Parma, ma anche in questo caso non ci consta che sia mai stata presa in esame l’opportunità, appunto perché il provvisorio a Parma (città) non s’ha da fare. Vedi mai che poi da provvisorio, come spesso va a finire in Italia, ti diventa definitivo per x motivi… Oggi c’è anche chi spernacchia questo sito ed il suo direttore, autore di un articolo sul rischio archeologico: meglio parlarne prima, che fermarsi a lungo dopo…

Il più attivo – almeno, pubblicamente – a sostenere la candidatura del proprio comune per ospitare il “temporary” è senza dubbio il sindaco di Sorbolo-Mezzani Nicola Cesari, benché gli avessero fatto capire che in società prediligono il basso profilo (di qui l’impasse iniziale quando Luca Martines lo aveva escluso dalla rosa). Ma Cesari non demorde, non sta fermo e di post… ne posta. Anche perché poi alla fine, se non dovesse esser il prescelto, qualche spiegazione gliela si dovrà pur dare…

Come aveva spiegato nella intervista che ci aveva concesso, il terreno c’è già ed è pubblico (a differenza di altri privati identificati per la bisogna da alcuni dei suoi colleghi “concorrenti”) c’è il PUG (che in altri Comuni arriverà in tempo non utile, pur potendosi attaccare all’art. 53 della legge regionale, ma con consumo di terreno che potrebbe meglio esser destinato, tipo per una fabbrica che dia lavoro a centinaia di persone), c’è la rete fognaria, ci sono gli spazi per i parcheggi (volendo anche a metà strada nell’ex cantiere Tav a Chiozzola), c’è la ferrovia (che sarà elettrificata), è vicino a due caselli autostradali che consentirebbero l’arrivo separato dei tifosi, mai a contatto tra di loro, il quasi-quartiere di Parma sarebbe raggiungibile anche con la ciclovia.

A questo andrebbe aggiunto anche il fatto che il Camp Nov è centro federale e che di recente la FIGC ha rinnovato la convenzione anche per i prossimi tre anni e magari il Palazzo non vedrebbe male un’implementazione della struttura che possa diventare in futuro sede di ritiri, selezioni etc., sull’esempio di quanto avvenuto a Novarellocontando anche sul collegamento ferroviario, una sorta di vera e propria interconnessione, con la stazione di Reggio Emilia AV. Le stesse squadra avversarie dei Crociati potrebbero in seguito venire a Sorbolo per la rifinitura.

Insomma i lati pro sono parecchi (e la necessaria Conferenza di Servizi liquiderebbe con un SI in tempi decisamente brevi, senza voler toglier nulla a Fidenza (terreni privati), Montechiarugolo per Monticelli Terme, Noceto (che secondo alcune fonti, non verificate, sarebbe il vero prescelto, dal momento che con Il Noce è già in atto una fattiva collaborazione col Parma Calcio che lo ha scelto come campo per la Femminile) e Medesano, che aveva provato ad inserirsi (con l’area prima destinata all’abortito Polo logistico Ghiaie), ma ci risulta, sinora senza alcun successo.

Dal momento che lo paga, è giusto che sia il Parma Calcio a scegliere, appunto soppesando pro e contro delle varie proposte: l’importante, però, è che non ci si attacchi a pretesti per ripercorrere l’idea iniziale che lo stesso managing director corporate Luca Martines aveva successivamente escluso, ossia l’esodo a Piacenza. Il Garilli è un impianto fatiscente che necessiterebbe di ampie cure. e le risorse sarebbe meglio mantenerle sul territorio di cui il Parma Calcio è espressione, non dirottarle su una città “forestiera”, peraltro con i tifosi della squadra locale che non hanno perso occasione per esprimere il proprio dissenso nell’ospitare i cugini (e non è certo un caso se ci sia stato qualche problema nella provvista di biglietti per la recente sfida con la FeralpiSalò…).

Come più volte abbiamo avuto modo di scrivere, nessuno si sarebbe mai sognato di chiedere a Krause di spender dei soldi per uno stadio provvisorio, ma dal momento che la voce è dal sen fuggita alla stessa società per fronteggiare i primi mugugni allorché si è capito che per due anni (dice il club, la logica tenderebbe a raddoppiare questi ottimistici tempi…) sarebbe stato necessario un esodo dei tifosi per i lavori di abbattimento/ricostruzione totale dell’Ennio (anziché procedere a stralci con un restauro conservativo), arrivati a questo punto lo stadio provvisorio deve diventare una priorità anche nel cronoprogramma, scavalcando la stessa opera primaria, il Tardini, appunto per poi poter procedere con tutta calma alla edificazione della… Cattedrale. Gabriele Majo (direttore responsabile di StadioTardini.it)

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