Gastroenterologia: apparecchiature vecchie e carenze di organico. Attese troppo lunghe

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Rotture e obsolescenza delle apparecchiature in dotazione all’AUSL di Parma per le prestazioni di gastroenterologia, nonché le carenze di organico medico e infermieristico addetto, sembrano essere la causa dell’allungarsi insostenibile dei tempi di attesa per i pazienti. Un’interrogazione a prima firma del Consigliere Simone Pelloni, di RETE CIVICA – Progetto Emilia-Romagna, indaga presso la Giunta se ciò corrisponda al vero e, in caso affermativo, quali iniziative intenda adottare per risolvere la situazione ed abbattere drasticamente i tempi d’attesa delle prestazioni gastroenterologiche. 

Nel trimestre da ottobre a dicembre 2023 si è registrato un significativo aumento dei tempi d’attesa per le prestazioni riguardanti la gastroenterologia ed erogate dall’AUSL di Parma. I numeri parlano di una riduzione dal 96 – 97 % del trimestre precedente, all’attuale 73% per le visite gastroenterologiche, all’80% per colonscopie e all’86 % per le gastroscopie. In diverse sedi del territorio tali prestazioni non sono addirittura più erogate, mentre in altre sono state drasticamente ridotte. Presso l’Ospedale di Vaio, ad esempio, è sospesa l’esecuzione delle endoscopie di urgenza durante le fasce notturne e nei giorni festivi, e i pazienti che ne necessitano vengono dirottati verso l’Ospedale Maggiore di Parma con il rischio di pericolosi ritardi nel somministrare la terapia salvavita. Sono inoltre stati sospesi i test clinici per le intolleranze alimentari.

La branca della gastroenterologia tratta patologie molto diffuse nella popolazione, spesso anche severe, per la cura delle quali è spesso indispensabile l’erogazione tempestiva di prestazioni a carattere diagnostico. La lunghezza dei tempi d’attesa è una problematica di primaria importanza in quanto compromette l’accessibilità e la fruibilità in tempi adeguati alle prestazioni sanitarie riconosciute nei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) e compromette il diritto alla salute dei cittadini. L’erogazione nei tempi adeguati delle stesse, rispetto alle patologie e alle necessità di cura, costituisce una componente strutturale dei LEA a cui le Regioni devono attenersi. Inoltre l’abbattimento dei tempi d’attesa per le prestazioni sanitarie rappresenta uno degli obiettivi prioritari sia del SSN che del SSR e la chiusura delle agende di prenotazione, pratica alla quale si assiste sistematicamente, non sarebbe permessa. Tutto ciò mentre il tempo di attesa adeguato alla specialistica ambulatoriale in Emilia-Romagna è stimato in 30 giorni per le visite e 60 giorni per la diagnostica differibile. 

La riduzione/interruzione di tali servizi potrebbe essere attribuibile alla rottura e alla obsolescenza di apparecchiature per le quali si registrano ritardi nella riparazione o sostituzione, oltre alla carenza di organico del personale medico e infermieristico. Da qui l’interrogazione del Consigliere Pelloni che vuole indagare la veridicità di tale supposizione ed esorta la Giunta a rendere noto quali iniziative intenda adottare, in caso le supposizioni fossero confermate vere, per risolvere le criticità ed abbattere i tempi d’attesa delle prestazioni gastroenterologiche. 

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