Continua a infuriare la polemica sui “cantieri lumaca” o nemmeno partiti. Alle parole di Pietro Vignali aveva replicato il consigliere PD Campanini, poi la controreplica, cui è arrivata la risposta di De Vanna, prontamente controreplicata.
“L’Assessore De Vanna ha la memoria molto corta, o forse, non c’è peggior sordo di chi non vuole sentire”. Inizia così la replica di Pietro Vignali alle parole dell’Assessore su Facebook sulle opere pubbliche “lumaca” a Parma. “O forse, ancora peggio, non legge o non comprende gli atti che escono dal suo stesso ufficio” – aggiunge.
“Il punto” – incalza Vignali – “è che non parliamo solo di cantieri lumaca (e purtroppo ci sono anche quelli), ma di opere la cui voce di bilancio è stata letteralmente spostata da un’annualità all’atra, il che significa, per chi capisce un minimo di bilanci, che le opere non potevano minimamente iniziare. Cosa che si legge chiaramente dagli atti del comune, e che l’Assessore dovrebbe conoscere.
Questo lo dicono i numeri, che difficilmente sbagliano: sono state traslate 54 milioni di opere dal 2022 al 23 poi 30 milioni, per un totale di 36 opere, dal 2023 al 2024.
L’Assessore – precisa Vignali – “dimentica gli annunci che lui stesso fa. Probabilmente soffre di “annuncite ripetuta”, trasformando le opere pubbliche in una promessopoli con date mai mantenute. O devo pensare che confonde i sopralluoghi con i cantieri, cosa molto grave per la posizione che riveste?”.
E’ la stessa cosa che fa purtroppo ancora oggi: promettere per il futuro opere i cui cantieri, in passato, lui stesso aveva annunciato sarebbero iniziati e finiti l’anno scorso. Come per esempio il 22 gennaio 2023 aveva annunciato che per la fontana del Trianon sarebbero iniziati i lavori nella primavera 2023, e che entro l’estate 2023 sarebbero finiti i lavori all’Eucherio San Vitale. La foto del Trianon che l’Assessore mostra è più da turista, che da cantiere”.
Stiamo parlando di opere che erano da bilancio nel 2019, nel 2022 e 2023, si vada a leggere il consuntivo da lui stesso approvato a gennaio dell’anno scorso.
Stessa sorte per Teatro dei dialetti e il Cral Bormioli: De Vanna aveva annunciato che i lavori dovevano finire nel 2023.
Mentre” – conclude Vignali – “nulla dice De Vanna sulle oltre 30 opere “sospese”: il Bosco della Memoria, che doveva veder la luce nel 2023, di Piazzale Salsi, del Parco dei Vetrai, dell’area verde adiacente la scuola Micheli, del Parco Testoni e di quello di Via Mialno, della Logistica di Via del Taglio, dell’accessibilità alla Fiere, della rotatoria Via Mantova-Via Parigi.
Tutte opere che erano inserite nei bilanci 2022 e 2023 e mai iniziate, tra un’annuncite e l’altra.
Purtroppo Parma, in questa promessopoli, rischia nuovamente l’immobilismo dell’ultima giunta di sinistra, nel lontano 1998. Anni che tutti ricordano con terrore.
Le parole dell’Assessore De Vanna – “Un consigliere comunale in versione ‘umarell’ (spesso assente in Consiglio, ma mai silente) si diverte a fare un immaginifico elenco di opere pubbliche in ritardo o mai partite”, scrive De Vanna che poi passa in rassegna alcune delle opere citate da Vignali non ricomprese nel capitolo Pnnr.
Canile comunale: interventi del primo lotto realizzati; palazzetto Eucherio San Vitale: terminati i lavori di consolidamento degli affreschi e avvio dei lavori strutturali; parco dei Vecchi Mulini: è un’opera finanziata da un soggetto privato che in settimana ci consegnerà il progetto di fattibilità tecnico-economica; teatro dei Dialetti: rifinanziato per 400 mila euro entro ed entro la fine della primavera vedrà la ripartenza del cantiere; fontana del Trianon: recente valutazione nel parco Ducale di tutti gli accorgimenti naturalistici, tecnici, agronomici per la gestione del restauro della fontana settecentesca; ex Cral Bormioli (nella foto): il cantiere non è immobile, posati gli arconi in legno che sorreggeranno la copertura.
“Chi parla di ‘cantieri lumaca’ dimostra di non avere la ‘memoria dell’elefante’ e soprattutto dimentica le ferite lasciate in eredità ad una città che, ancora oggi, è impegnata a ricucirle”, conclude De Vanna.